Capitolo cinque

325 33 83
                                    

CRISTIAN

<< Ci pensi che da oggi siamo laureati?>> Le chiesi mentre ci trovavamo nel letto dopo l'amplesso, le carezzai l'addome con l'indice, lei si accoccolò contro il mio petto, poggiando il capo sul mio cuore, facendo scorrere le dita fra i mei capelli in modo dolce.

Fare l'amore con lei era come non averlo mai fatto, come farlo sempre per la prima volta. L'amavo così tanto, che ogni secondo con lei era magico. Mi sentivo appagato, felice, sereno con me stesso, e solo lei riusciva a rendermi tale.

<< Sì, ma non pensare di essere già arrivato, perché sai che adesso ti devi metter sotto con la seconda laurea>> mi ricordò, sapeva che la laura in scienze politiche non mi bastava, perché durante il percorso, avevo scoperto una grande vocazione per il diritto e la legge, e quindi avevo deciso di incrementare con una laurea in giurisprudenza.

<< Sei una palla, Clary'... >> replicai con dolcezza, inspirando l'odore alla pesca, dei suoi capelli, così buono che avrei affondato all'infinito le mie narici in quella bontà.

Apro le palpebre, amareggiato, devo smetterla di sognare ad occhi aperti, lei non tornerà, purtroppo non c'è più...

Eppure nonostante i miei ammonimenti non posso smettere di pensarla: Clarissa era una tipa con la testa sulle spalle, pensava molto al futuro, mentre io vivevo giorno per giorno, godendomi ogni secondo come fosse l'ultimo. Questa cosa di lei mi piaceva, perché era come se mi completasse. Anche se avevo delle mancanze, Clarissa mi donava ciò che invece non avevo.

Non ero cresciuto in una famiglia facile: mio padre passava il suo tempo a lavoro e pensava poco a me. Mia madre non faceva che tradirlo. Ogni giorno vedevo un uomo a casa sua. Lei mi diceva sempre che era un amico, finché non la scoprii a letto con questo tipo. Fu un vero trauma, non la vidi più nello stesso modo, ma non dissi mai niente a mio padre.

A causa di questa situazione, crescendo capii che non volevo delle relazioni serie. Non mi sembravano durature e sincere, perché pensavo che ogni cosa che iniziasse era destinata a finire. Quindi mi chiedevo: perché iniziare se sai che niente dura per sempre?

Il fatto è che le tue convinzioni spariscono quando incontri la persona che ami e io, quando posai il mio sguardo sugli occhi verdi della ragazza per cui ho fottutamente perso la testa, mi dimenticai di ogni cosa. Il mio atteggiamento nei confronti della vita non cambiò, vivevo sempre in un certo modo, non pensando al domani, ma grazie a Clarissa mi migliorai. Devo a lei così tanto. Ero diventato un uomo migliore, lei mi ha reso felice, mi ha amato nonostante quello che ero, facendomi sorridere, mi ha dato così tanto, che non basterebbe una vita per elencare ogni cosa. Il problema è che mi ha dato tutto ma in un secondo mi ha tolto ogni cosa.

Da allora, nel cuore della notte, mi sveglio e sono arrabbiato con lei, rancoroso, perché mi sento come se mi avesse abbandonato, nonostante io le diedi ciò che non immaginavo potessi avere: un cuore, che adesso si è sgretolato con lei e ha smesso di battere quel maledetto giorno.

Tuttavia sebbene sia incazzato e non riesca a farmene una ragione, non posso non amarla. Lei è come se fosse sempre con me, non la vedo, non posso toccarla, ma sento la sua presenza perché lei è la mia anima, ha rubato il mio cuore e l'ha trascinato negli abissi con lei. Nessuna mai potrà prendere il posto che occupava lei nella mia vita, Clary' era speciale.

Ecco perché mi accompagno a donne che non valgono niente, perché anche se ci provassi, rimarrei deluso nell'apprendere che lei era davvero l'unica che poteva stare con uno come me e renderlo davvero felice.

Clarissa, dovunque tu sia, sappi che io non smetterò mai di amarti. Ti ho detto di sì, per tutta la vita, non solo finche morte non ci separi, ho scelto te per sempre. Sappi che semmai ci dovessimo rincontrare, io sarò sempre tuo. Perché non puoi semplicemente tornare da me? Perché non puoi svegliarmi la mattina e chiedermi se ho voglia di un caffè. Perché non puoi abbracciarmi ancora con le tue esili braccia e poggiare la testa sul mio petto, proprio li dove un tempo il mio cuore batteva per te? Perché non puoi passare la tua mano sul mio viso, e sorridere quando capivi che mi ero fatto allungare la barba perché sapevo quanto ti piaceva? Sai che tutt'ora non riesco a radermi del tutto? Una parte di me, non vuole accettare la tua scomparsa e desidera che tu venga ad accarezzare ancora il mio volto.

Scusa se son stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora