Chapter 9: Power

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Jane's P.O.V.
Quel lupo era davvero strano. Era molto scuro. In tutti i sensi. Il pelo e la personalità. Chissà come erano i suoi occhi. Può sembrare strano ma non avevo ancora avuto la possibilità di vederli. Non ci eravamo ancora guardati negli occhi per tutto il tempo che eravamo rimasti insieme. Lui correva velocissimo davanti a me mi guidava verso le mie compagne.
"Manca poco pivella"
Gli azzannai la zampa facendolo trasalire e poi fermare. Ma non si voltò.
"Che combini? Ti aiuto e tu mi mordi?" e intanto si mise ad esaminare l'aria.
"Smettila di chiamarmi 'pivella'! Ho un nome"
"Oh beh allora, qual è il tuo nome?" mi chiese con finto interesse, continuando a guardarsi in giro.
"Jane" risposi "Jane Perez"
"Bene Jane Perez. Invece di piagnucolare perché non ti chiamo per nome, che ne dici di fare la brava e seguir…." mentre parlava si voltò ma non finì la frase.
Ci guardammo finalmente negli occhi e trovai difficile capirne le sfumature.
Erano blu. Ma non blu come quelli di Teah. Erano scuri come una notte d'inverno. Poi aveva delle pagliuzze dorate, il risultato era che sembrava avesse due pezzi di universo al posto degli occhi.
Rimase lì a fissarmi, come imbambolato. Mi irritò.
"Possiamo muoverci, per favore? Devo trovare le altre. Devo assicurarmi che stiano bene" cercai di riportarlo alla realtà.
"Oh madre mia, perché?" parlò, non capii con chi.
"Come scusa?"
"Non importa. Muoviamoci" e detto questo si rimise a correre come un pazzo.
Che tipo strano.
"Posso sapere almeno come ti chiami?" gli chiesi.
"Alexander Blackwell" rispose senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
Grandioso. Almeno adesso sapevo il suo nome.

Dopo mezz'ora di viaggio iniziai a chiedermi quanto diamine avessi corso per essere arrivata così lontana. Avevo corso per un'ora? La mia nuova condizione di lupo continuava a sorprendermi.
"Quanto ci vuole ancora?" chiesi alla mia guida.
"Non riconosci questi boschi? Siamo arrivati. Adesso dobbiamo solo trovare le tue amiche" rispose.
Mi guardai intorno cercando di riconoscere l'ambiente circostante, ma non ci riuscii: c'era qualcosa di diverso.

Mentre stavo ancora osservando i miei dintorni, un forte odore di sangue mi colpì. Lo riconobbi all'istante: era Christina.
"Sento il suo odore. Vieni" avvisai Alexander e mi lasciai guidare dal mio fiuto.
Purtroppo non mi portò lontano perché si fermò vicino al fiume, proprio sulla riva.
"Ho sbagliato qualcosa?" chiesi sconsolata.
"No. Anche io l'ho sentito. Adesso è come sparito. Cosa può significare?"
"Non ne ho idea"

Decidemmo di abbeverarci e riposarci qualche minuto.
Io però mi sentivo parecchio inutile e non resistetti molto lì così a fare niente e allora proposi di andare a cercare Teah. Il mio accompagnatore acconsentì così cercai tracce della lupa e le trovai dopo circa dieci minuti.
Iniziammo a seguire il suo odore. Portava più lontano. Agli esterni del nostro territorio.

Quando la vidi sentii un conati di vomito invadermi la gola.
Era distesa, apparentemente senza vita ai piedi di un lupo che la stava studiando annusandola e osservandola.
Lì in parte c'erano altri due lupi. Uno era più o meno nelle stesse condizioni della ragazza e l'altro cercava di farlo riprendere.
Guardai Alexander in cerca di consiglio: "Cosa facciamo? Dobbiamo fermarli. Magari le vogliono fare del male"
"Resta qui. Ci penso io" disse e poi uscì allo scoperto aggredendo il lupo vicino a Teah.
Quest'ultimo riuscì a levarselo dalla schiena e si fronteggiarono.
"Che vuoi? Chi sei?" chiese ad Alexander.
"Lascia stare la lupa" rispose ringhiando.
"Stiamo cercando di salvarla. I Sicari l'hanno quasi uccisa"
Alexander abbassò subito la guardia e chiese: "Voi non siete Sicari?"
"No. Siamo come lei. Tu chi sei?"
Alexander si abbassò a terra e si inchinò: "Perdonami"
Il lupo grigio lo guardò imbarazzato: "Non c'è bisogno di fare così"
"Identificati" si intromise l'altro lupo.
"Sono Alexander Blackwell. La mia dinastia vi protegge da secoli. Sono venuto a cercare i superstiti del branco dei Moon e a proteggere tutti voi. Sono stato addestrato apposta" spiegò rimanendo in sottomissione.
"Lui è l'unico superstite del branco dei Moon" disse il lupo grigio rivolgendo lo sguardo al lupo disteso per terra.
"Non per molto se non lo portiamo via" disse l'altro.
"Sei qui da solo?" chiese sempre lui.
"Si" rispose Alexander.
A quell'affermazione uscii d'istinto gridando un: "Ehi! Ci sono anche io!"
"Ehm giusto" notò.
"E questa chi è?" chiese il lupo grigio.
"Sono il primo beta del branco dei Moon Lovers. Lei è la mia amica e dobbiamo ancora trovare sua sorella. Giù le mani"
"Sua sorella l'abbiamo già portata al sicuro. Non vogliamo far loro del male. Cerchiamo di salvargli la vita. Calma i bollenti spiriti ragazzina" disse ancora lui.
Lo guardai indignata. Come si permetteva di chiamarmi 'ragazzina'?
"Ragazzi sono qui" un'altra voce uscì dal nulla e con essa un altro lupo. Accidenti ma quanti erano?
"Kian devi portare via anche questa ragazza e Joonho"
"Che è successo?" chiese Kian avvicinandosi preoccupato al suo amico svenuto.
"Lo capiremo dopo. Riesci a portarli via entrambi?"
"Credo di sì. Ma non so se riuscirò a portare tutti voi"
"Non ce ne sarà bisogno. Inizia a portare in salvo loro due, poi tornerai per Hyunki. Noi tre verremo a piedi" gli disse l'amico grigio.
"Dovrete viaggiare per tutto il giorno" mi fece notare Kian.
"Lo so. Faremo in fretta promesso"
Il pensiero di correre ancora mi fece venire male alle zampe ma poi mi ricordai che si trattava di Christina e Teah, è un improvvisa energia prese possesso di me.

Kian se ne andò con i due lupi e io continuavo a non capire perché avessero affidato a lui il compito di portarli alla loro base. Che differenza c'era tra lui e noi? Come caspita avrebbe fatto a trasportare due lupi adulti? E perché doveva venire a 'prendere' Hyunki? Tutte queste domande mi frullavano in testa ma io non chiesi niente a nessuno per non creare scompiglio. Lo avrei fatto una volta al sicuro.

Sung, così si chiamava il lupo grigio, ci condusse verso la loro casa.
Mentre correvo notai che il vento non mi era contrario, anzi soffiava nella mia direzione e sembrava che ci stesse spingendo, accorciando il tempo di percorso.
"Sei tu vero?" chiese Alexander a Sung.
Quest'ultimo si limitò a fargli l'occhiolino.
Cosa significava?

Hyunki's P.O.V.
Quando arrivammo a destinazione Kian quasi perse i sensi.
"Oggi ti sei davvero sforzato troppo" gli dissi "Vai a riposarti".
"Non ti serve una mano?"
"No, ho tutto sotto controllo. Vai"
Lui obbedì e si trasformò in umano per poi sdraiarsi sul divano nel salotto.

La nostra casa era una bellissima villa moderna in una deserta pianura.
Aveva molte stanze e tre bagni. Un sogno. Ci abitavamo solo noi quattro e Kian era l'ultimo arrivato insieme a Sung. I due non erano fratelli ma erano cresciuti insieme. Io e Joonho li avevamo trovati nei pressi del lago. Erano piccoli e spaesati, probabilmente sopravvissuti ad un attacco dei Sicari. Non avevamo più trovato le loro famiglie, il che poteva significare solo che gli assassini avevano ucciso tutti.

Avevamo questa caratteristica in comune: poteri. Ci eravamo nati. Kian aveva la capacità di teletrasportarsi da un luogo all'altro; Sung riusciva a controllare il vento a suo piacimento; Joonho aveva un potere raro e potente: il controllo sui fulmini. Quanto a me, avevo un ottimo rapporto con il ghiaccio.
I poteri si potevano rivelare in due momenti: subito alla nascita o al compimento di dieci anni umani.
Joonho e Sung avevano avuto la rivelazione alla nascita, perciò erano più potenti. Io e Kian invece avevamo usato il nostro potere per la prima volta a dieci anni.

Le due ragazze però emanavano un'aura di potere spaventosa. Continuavo a chiedermi quali fossero le loro capacità. Ma prima avrei dovuto curarle, così mi misi all'opera.

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-Glot 🐺

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