Lacrime

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Era passata una settimana, e finalmente, mi avevano dimessa.

Ero stata in come 7 giorni e 14 ore.

E lui, lui...lui mi ha salvata, ma allo stesso tempo, avrebbe ucciso una parte del mio cuore. Mia sorella. Avevo paura di lui, del suo sguardo.

Ma amavo di lui l'essere cosi perfettino e credersi il più bello.

Avrei dovuto comunque parlargli.

No, non mi piaceva l'idea di averci a che fare.

Ma io, in un certo senso gli volevo un po' di bene.

Mi ha salvato la vita.

______________

Ero a scuola, Christian non era venuto. Forse per evitare di vedermi e parlarmi. Ma non mi avrebbe evitato per molto.

La destra del mio banco era vuota come era vuota l'aula senza la sua voce che metteva nervoso a tutti.

Cheryl era vicino al suo ragazzo, ero in banco da sola...

Finalmente anche l'ultima campanella suonò.

Uscii, non volevo andare a casa...

Volevo parlare con Christian.

Presi il bus della linea verde...

In venti minuti mi trovai sul posto.

Suonai il campanello.

Nulla

Lo chiamai al telefono

1,
2,
3,
4...

Nessuna risposta.

Una lacrima mi scese lungo la gota.

Vidi qualcosa che luccicava in un vaso

La chiave.

Girai nella serratura l'aggeggio metallico.

La porta si aprì, era una bella casa. Mobili bianchi, neri e grigi, con un tappeto Bordeaux a terra, vicino il divano.

Guardai in cucina, soggiorno e lavanderia

Nessuna traccia di lui.

Salii in punta di piedi le scale.

Il piano superiore era bello. C'erano due stanze, un bagno e una scala di legno che portava alla mansarda.

Salii la scala. Ed entrai dalla porta su pavimento

<Cosa ci fai tu qui?! Chi ti ha fatta entrare?>

Mi chiese Christian alzandosi dal letto.

<Io, beh volevo parlarti...te ne eri andato cosi dall'ospedale senza parlare di niente>

<Vattene, non ho preso la pozione>

Disse coprendosi la bocca

<Ma dai non scherzare>

Gli dissi facendolo girare verso di me.

Persi un battito i suoi occhi erano rossi e aveva i canini fuori

<Vattene! Potresti pentirti di essere venuta qui>

Disse.

Mi allontanai.

<No dobbiamo parlare>

Piegò la testa e mi guardò.
Avevo paura.

Cadde a terra.
Strinse i denti e mormorò qualcosa

<Che hai detto?>

Gli chiesi

<La Pozionee!>

Disse. Si stava frenando.

Non doveva essere facile per lui avere la preda davanti e non cibarsene

Cercai nel suo cassetto, la trovai.

E gliela lanciai, dopo un minuto si alzò

<Ci è mancato poco. Mi spieghi che cazzo ti è saltato in mente porca troia?! Potevo non rispondere delle mie azioni e ucciderti, o addirittura farti diventare un mostro come me!>

Disse urlandomi contro, mettendosi davanti a me.

<Io volevo solo parlare con te>

Dissi.

<Ascoltami bene>

Mi prese i polsi e mi sbattè su di lui

<Tu devi stare lontana da me ok? Devi stare a distanza di kilometri. Tu non sai cosa sono capace di fare! Mi sei riuscita a scappare una volta, quando eri sola nel bosco...ma tu devi starmi lontana hai capito bene?!>

Non mi mollò si aspettava una mia risposta. Ricevette lacrime, che mi bagnarono il viso

Poi mi lasciò e usci dalla finestra lasciandomi li impotente.





Tu e io. Diversamente UgualiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora