Two Ghost

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🎧 •Same lips red, same eyes blue. Same white shirt couple more tatoos•

6 anni dopo

Non appena varco la soglia della HarperCollins, glio occhi chiari di Nicole si puntano su di me, dapprima con quel tono professionale che ha sempre, ma poi, quando mi riconosce si allarga in un sorriso e una scintilla le balena attraverso gli occhi.

«Jen!» uggiola, gira in tondo alla scrivania e si posiziona davanti a me, stringendomi in un abbraccio che non esito a ricambiare. Porta ancora lo stesso tipo di profumo di cinque anni fa e i suoi capelli odorano ancora di shampoo alla margherita.
«Ciao Nicky. » le dico con un sorriso raggiante, nonostante io abbia il cuore preso da un attacco di tachicardia e l'ansia mi sta letteralmente distruggendo.
Nicole ha i capelli leggermente più scuri di prima, con qualche sfumatura in mogano nella parte della radice dei capelli, ma per il resto è davvero uguale a sei anni fa.
Quando sposta però lo sguardo sulla bambina dai capelli scuri che sto tenendo per mano, vedo chiaramente lo stupore attraversare il suo viso: la bocca si schiude, gli occhi si spalancano e lei rimane fissa a guardare mia figlia che, timidamente, si nasconde dietro alle mie gambe.
«Oh dio mio... » mormora, marcando un po' di più il suo accento straniero. Poi Nicole mi guarda e aggrotta le sopracciglia; sospiro, passandomi una mano tra i capelli sciolti e le sorrido. Nicole non dice nulla, nè aggiunge ulteriori sguardi rivolti verso di me, ma e palese il fatto che sia scioccata.
Comunque, si china verso la bambina e le porge l'esile mano.
«Io sono Nicole. Tu come ti chiami?»

Mia figlia la fissa per un secondo, poi lascia andare la mia mano ed esce fuori da dietro le mie gambe. Si sistema una ciocca di capelli nervosamente come fa lei quando è in imbarazzo, e poi porge la manina alla mia ex collega.
«Hayley » il suo nome lo pronuncia un po' storpio, ancora ('ailly )anche se per avere cinque anni mia figlia ha una dizione perfetta. Poi mia figlia sorride, mostrando quei dentini piccoli e dritti tranne che per un unico buco in cui è recentemente caduto un dentino da latte.
«Ma che bel nome! » esclama Nicole, poi si raddrizza e mi lancia un altro sguardo. So che vorrebbe chiedermi chi è il padre, ma non lo fa; indica la porta con un cenno del mento.
«Vi porto al secondo piano... ti stanno aspettando. » mi strizza l'occhio, recuperando il suo tono esuberante. E così, come il mio primo giorno alla HarperCollins, e con quasi le medesime sensazioni di ansia, mi dirigo verso l'ascensore che mi avrebbe portato al secondo piano.
Mia figlia Hayley mi segue senza dire nulla, camminando sulle sue ballerine bianche e il suo vestitino color crema che svolazza di qua e di là; ogni tanto si guarda intorno, rimanendo a fissare i numerosi quadri, esattamete come avevo fatto io cinque anni prima.
Sorrido istintivamente: abbiamo lo stesso livello di curiosità, è proprio mia figlia.
L'ascensore arriva subito al secondo piano e le porte si spalancano, attraversiamo il primo corridoio, quello pieno di stagisti di cui non ne riconosco nemmeno uno e che non ci rivolgono nemmeno un'occhiata impegnati come sono.
Nicole spalanca l'enorme porta che ci ritroviamo ora davanti e irrompe nella stanza gridando un «Ciaoooo. » cantilenante, accompagnato dal ticchettio dei suoi tacchi.
Entro dopo di lei e quando le teste dei miei colleghi - ci sono tutti ed Edward è perfino sveglio - si puntano prima su Nicole e poi su di me.
«Jen! » È quasi un urlo quello che sento, poi immediatamente una sedia che viene sballottolata via e in meno di due secondi mi ritrovo stretta in una morsa soffocante con l'odore di fresca messa impiega; contraccambio l'abbraccio di Molly, stringendola talmente forte che forse le ho fatto male.
Mi viene da piangere, quanto mi è mancata, quanto tutto questo mi è mancato.
Lei e Tim sono gli unici due con cui sono rimasta in contatto durante questi ultimi sei anni, anche se non gli ho parlato della gravidanza e di quello che è venuto dopo. Non ci siamo mai nemmeno incontrati, in questo tempo passato.
«Non pensavo arrivassi così presto! Ti aspettavamo questa sera! » Molly finalmente si stacca da me e mi guarda. Il suo viso è sempre bello e giovane e i capelli piastrati con la frangella le donano un'aria ancora più birichina del solito. Accenno un sorriso.
«Sono riuscita a preparare la partenza per qualche ora prima. »
«Ehy! » trilla allora Tim, balzando verso di me e abbracciandomi velocemente. Quando si stacca noto la targetta appena sulla sua giacca nera con scritto manager; sorrido ancora di più, contenta del fatto che abbia avuto una promozione simile.
Il manager lavora a stretto contatto con la Hall e la direzione. Immediatamente si posizionano tutti intorno a me, abbracciandomi e baciandomi; perfino Lilith stacca un attimo di lavorare e mi soffoca in un abbraccio.
Un'altra testa scura si posiziona davanti a me e gli sorrido. Mark mi guarda un po' malinconico ma con quella scintilla negli occhi che mi ha sempre affascinato e io gli sorrido: per me è tornato tutto come prima, anche se, in lui non vedo altro che quello stesso sguardo di anni fa.
«Ciao » sussurra roco ed incerto. «Posso abbracciarti? » mi chiede, ed io rido perchè ripenso a tutte le volte che lo ha fatto senza nemmeno chiedermi il permesso.
Annuisco e lui lo fa. Il suo abbraccio è diverso dagli altri, un po' meno stretto ma forse più intenso: saranno quei momenti che abbiamo passato insieme, sarà quell'intimità che si era creata tra noi insieme a quel poco di disagio, ma il suo abbraccio sa di casa in un certo senso.
«Mamma! » mi richiama Hayley, riportandomi bruscamente alla realtà. Non sono più sei anni indietro, nella mia auto, con Mark; sono di nuovo qui.
A sentire quella parola assurda per una venticinquenne - mamma- si voltano tutti di scatto verso la bambina dagli occhioni blu che ha parlato. A sentire tutti quegli sguardi su di sè, la bambina si mette in soggezione e perciò torna a nascondersi tra le mie gambe.
Di nuovo, come ha fatto Nicole, gli sguardi si posano su di me.
«È tua figlia? » domanda Molly con un'espressione indecifrabile in viso. Forse è anche un po' arrabbiata che io non le abbia detto niente. Gli occhi verdi di Molly mi fissano impertubabili, segno di chi ha giā capito tutto quanto.
Socchiudo gli occhi, espirando forte. Mark si èvirrigidito affianco a me, e Tim non riesce a smettere di guardare Hayley. Ovviamente ci sono arrivati anche loro.
«Ma è fantastico! » esclama Lilith sorridendomi dolcemente; forse sta cercando di smorzare la tenzione e le sono grata per questa.
Cerco di ingogliare il groppone che ho in gola e afferro la manina di mia figlia, spostandola davanti a me. Mi chino affianco a lei e le sorrido, e lei fa lo stesso. «Tesoro, » la richiamo. «Loro sono i miei collegi. Saluta... »
Hayley sorride - e ha quel sorriso, meraviglioso sorriso, ereditato dal padre - voltandosi verso i miei ex colleghi e tende la mano libera dalla mia presa verso di loro.
«Sono 'alley. »
«Ma ciao, Hayley. » fa Molly, sorridendo energicamente e tendendosi verso la bambina per afferrarle la mano, non prima d'avermi scoccato un'occhiata di avvertimento, del tipo 'dopo ne riparliamo'.
Improvvisamente, un rumore di porta aperta dietro di noi ci fa girare simultaneamente tutti quanti. Dal centro della stanza lo posso vedere entrare, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando. Poi si blocca, ed alza lo sguardo su di noi, aggrottando le sopracciglia.
E mi vede.
E io lo rivedo dopo sei anni.
Sei lunghissimi anni.
Dopo aver sognato il suono della sua voce mentre ride, i suoi occhi luccicare mentre mi prende in giro.
Dopo aver sognato quelle braccia forti intorno a me, che mi stringono, come hanno fatto una sola notte, nonchè quell'unica notte passata assieme, e lui che mi chiede di restare.
E chissa perchè, in un istante rivedo passare davanti agli occhi quello che era stato quasi un anno e mezzo della mia vecchia vita. Quasi soffoco in quei ricordi.
Mi vedo chiacchierare con lui allo Sturbucks, in macchina e al parco. Mi vedo mentre rido con lui, che sta prendendo in giro Molly e Tim. Mi vedo a Capodanno, sulla spiaggia, durante il nostro primo bacio.
E poi, quella notte torna graffiante nella mia memoria; è quello il ricordo che fa più male, perchè nasce a un sentimento passionale, che arde più del fuoco stesso e bruscia qualsiasi cosa incontri sul proprio cammino. Le sue mani, così calde e sudate che vagano sul mio corpo quasi nudo mentre gemo e m'inarco verso di lui. Mentre sussurro parole dolci, mentre lo confesso che lo amo, e lui dice di amarmi a sua volta.
E in quel momento so che è sbagliato quanto so di volerlo.
Per ultima cosa, rivedo il suo volto triste allontanarsi da me mentre il treno parte.
È vestito da matrimonio, più bello che mai, ma nonostante tutto non completamente mio.
E lo sbalzo nel ritorno alla realtà da più male che mai, come un forte colpo al petto; l'aria mi manca, i miei occhi sono umidi.
Non so quanto sia passato, se un secondo o un minuto o forse di più, ma sento mia figlia tirare la mia mano e guardarmi curiosa.
Così torno in me. «Ciao. » gli dico, roca.
L'aria intorno a noi si fa più tesa, anche se è illogico visto che solo Molly, Tim e Mark sanno.
Lui è uguale a sei anni fa, della stessa bellezza particolare, la stessa mascella che a me piaceva tanto. I capelli scuri sono leggermente gellati all'indietro e la sua camicia bianca sbottonata è fuori dai pantaloni. Sopra ad essa c'è una targhetta con su scritto Manager, segno che anche lui, come Timothy, ha ricevuto una promozione.
E in quel momento mi sento un pizzico orgogliosa di lui.
In fondo, siamo sempre gli stessi. Lui e le sue camicie bianche abbottonata a metà, io e i miei vestiti, i miei capelli biondi sciolti e il mio rossetto rosso.
I suoi occhi scattano sulla bambina, e probabilmente capisce che è mia figlia. È sempre stato troppo intelligente, questo ragazzo.
«Quanti anni ha? » mi domanda perplesso. Nessun saluto, nè altro. 'Quanti anni ha'.
Mi sento un po' in soggezione visto che gli occhi di tutti i miei ex colleghi sono puntati su di noi. Certo, sono curiosi, come obiettare?
Sento la gola improvvisamente secca, mia figlia tace, forse domandandosi perchè resto in silenzio così a lungo.
Lo fisso nei suoi occhi verdissimi, gli stessi di cui cinque anni prima mi sono innamorata.
«Cinque. » Inaspettatamente la mia voce č ferma.
Lui sbianca, spalanca la bocca e si passa una mano sul viso, poi sui capelli tirandoli indietro in quel suo gesto così abitudinale.
Mi guarda. Ha capito tutto.
Ha capito che Hayley è sua figlia.

Space:

Ahahh probabilmente mi starete odiando per questo salto nel futuro 😂
E no, nel prossimo torneremo nel passato, così vi lascio la suspance 😉
Comunque ringrazio davvero chi legge questa storia, anche chi non commenta o stellina❤

Vi piace Hayley? Però non saprei quale attrice scegliere 😌

Ps. Gruppo Whatsapp aperto, per gli interessati contattatemi in pv!

Alla prossima!
All the love,
Shanna.❤

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