This town.

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Spazio Autrice:
Lo faccio in alto, stavolta, perchè e passato molto tempo e ho delle cose da dirvi.
Innanzitutto mi spiace per l'immenso ritardo, ma tra incidente stradale (eew), viaggi, vacanze natalizie e feste di compleanno ( ho fatto gli anni il 31 Gennaio) e sopratutto esami e studio, sono stata con l'acqua alla gola. In più, mi ero momentaneamente bloccata con questa parte della storia.
Visto che, purtroppo, i miei impegni si sono triplicati, l'aggiornamento di "Back To You" sarà solo il martedì, tuttavia non si esclude la possibilità di qualche capitolo extra, di tanto in tanto.
Poooi, volevo annunciare che la canzone non c'entra molto con questo capitolo, però mi piace  e finchè non ne troverò una adatta rimarrà la seguente.
Infine, vi invito a passare alla mia storia "Right Place, Wrong Time", che è una storia d'amore che sto ripubblicando daccapo ( avevo scritto i primi 5 capitoli tempo fa); amate Jade e Luke come li amo io nella mia testa *^*
E, niente, grazie a tutti e buona lettura :*
All the love,
Shanna.

🎧 •And I want to tell you everything, the words I never got to say .•

«Scusa se ti ho fatta aspettare! » esalo tutto d'un fiato, zompettando verso la macchina grigio topo di Mark, trascinandomi dietro la ventiquattr'ore nera con i manoscritti che ho appena passato la notte a correggere.
La porta del complesso di appartamenti si chiude con forza dietro di me, mentre lo sguardo divertito di Mark vaga sul mio corpo stanco e mortificato.
«Rilassati, Jenny. Sono arrivato solo da cinque minuti e » squadra l'orologio al suo polso destro « sono le otto e quaranta. Facciamo in tempo di fare colazione. »
Non era solo quello il problema, mi sentivo già abbastanza in colpa che, nell'ultima settimana, Mark avesse insistito a venirmi a prendere e ad accompagnarmi al lavoro ogni giorno, nonostante le mie continue proteste. Quindi non dovrei farlo aspettare sotto casa mia nè per un'ora e nè per cinque minuti, non è giusto.

Quando apro la portiera per entrare dentro alla macchina, Mark fa lo stesso, allacciandosi subito la cintura.
Si volta a guardarmi elargendo il suo sorriso mozzafiato e bianchissimo. « Buongiorno bellissima. » soffia, avvicinandosi e scoccandomi un bacio a fior di labbra. Arrossico e quando si allontana, scocco un bacio anche io a lui, sulla guancia però.

Il tragitto dei venti minuti fino allo Sturbuck dietro alla HarperCollins lo passiamo quasi in silenzio, se non per i Radiohead, il gruppo preferito di Mark, che suonano nell'abitacolo.
È passata circa una settimana da quando io e Mark ci frequentiamo; a lavoro la sopresa è stata generale: Molly e Tim si sono dimostrati felici e la prima è  ancora più entusiasta di me di questa svolta. Lilith, Patrick e gli altri hanno sorriso, iniziando a lanciare battutine non appena possibile. Mentre James... lui ha semplicemente fatto un cenno del capo ed evitandomi di conseguenza fino ad ora. Con Mark, invece, ha continuato a sostenere i suoi soliti discorsi durante le pause-caffè o prima del lavoro, e questo fa molto più male del fatto che ignori me; perchè non continuare ad avere un rapporto di amicizia se, come aveva detto lui, "non era stato nulla?".
In fondo quello che è successo è stato dettato dalla foga del momento, dal suo litigio con Sarah, dalla mia inesperienza di sentimenti.
Infatti, ora che ho Mark non sento più quel bisogno estremo di toccare e stare con James. Certo, lui manca tremendamente e credo sia normale, visto il rapido rapporto che ci ha unito sin da subito.
Comunque, il fatto che io trovi James ancora attraente e che abbia sussulti quando lo vedo, svanisce nell'istante esatto in cui penso a Mark, alle cure che mi ha dato nell'ultima settimana e e ai suoi baci.
Mi trovo molto bene con lui.

La macchina si parcheggia davanti allo Sturbuck e Mark sospira. «Solito?  »
«Solito. » mormoro io, forzando un sorriao. Non so perchè mi stavo incupendo con quei pensieri.
Difatti, Mark mi scocca un'occhiata preoccupata . «Jenny tutto okay? È da quando siamo partiti che sei strana... »
Deglutisco e sorrido, un po' finta, scoccandogli poi un sonoro bacio a stampo. «Tutto ok... »
Mark annuisce e, anche se sono convinta che abbia capito che non è vero - non sono un asso nel dire le bugie - sorride e scende dall'auto.
Torna qualche minuto dopo con un sacchetto gonfio e due bicchieri di carta in mano; non appena sale in macchina sento l'odore del caffè e di dolciumi.
Mi porge quello con scritto "Jenny" e mi porge una donuts alla fragola. «Cappuccino e donuts per te, » e poi poggia il sacchetto con altre tre ciambelle sul cruscotto, afferra quella alla nocciola e gli da' subito un gran morso. «Ed Espresso e donuts per me.  » bofonchia.
Ridacchio. «Accidenti, te ne mangi tre?  »
Mark scoppia a ridere, con le guancie piene di ciambella, mentre quella rimanente nella sua mano è a metà. Io ho dato appena un sorso di cappuccino e lui ha già quasi finito la colazione, è sempre così.
«Una sono per Tim e Jim.  » mi fa strano sentire il nome di James abbreviato con "Jim", nessuno in ufficio lo chiama così, al massimo Molly se ne esce con un "Jamie" zuccheroso di tanto in tanto. Tuttavia, è anche vero che Mark, Tim e Jamea si conoscono fin dalle elementari e chw quindi abbiano un certo grado di confidenza.
«Hai ricevuto la mail da Valerie? » mi domanda dopo un po' Mark, quando io sono a metà della colazione.
« Oh sì, ci invita sabato prossimo ad una cena di lavoro, giusto?» ricordo; la telegrafica mail di Valerie ci annunciava di essere invitati a questa cena di lavoro, per discutere di qualcosa - non è stato specificato nulla nell'email.
« Cindy mi ha detto che è piuttosto urgente. » mormora Mark. «Spero non sia uscito qualche problema alla mostra di qualche giorno fa, ho sentito dire che c'erano alcuni manoscritti non corretti.  »
Spalancai la bocca. Cosa? Come si poteva presentare un manoscritto non corretto? È praticamente come consegnare un lavoro non svolto!
Potrei essere stata io accidentalmente in preda ad una nottata insonne? Se così fosse, potrei essere licenziata seduta stante...
«Tranquilla,  » mi consola subito Mark, poggiando  una mano sul mio ginocchio. Deve aver letto la mia espressione angosciata e probabilmente devo aver assunto una faccia strana, perchè ridacchia. «Cindy dice che non siamo stati nè io e nè tu.  »
Traggo un sospiro.
«Beh, ottimo. Mi stavo già vedendo senza un lavoro. Come avrei pagato le mie tasse scolastiche?»
«A proposito, come va il college?  » mi domanda Mark, accendendo la macchina visto che ho finito di fare colazione.
Abbozzo un sorriso, contenta che Mark si interessi a me. Sono gesti piccoli, ma li apprezzo.
« Bene, oggi ho una lezione prima dell'esame della prossima settimana.»
« Poi hai finito? »
«Magari, devo ancora finire quest'anno, poi sì, prendo la laurea e ho finito. Continuo a pensare di essere stata fortunata che Valerie Hall mi abbia assunta senza una laurea.  » e menomale che quella santa donna l'abbia fatto, altrimenti sarei probabilmebte finiti come cameriera in uno Sturbucks o, peggio, in un logoro pub di periferia.

In cinque minuti arriviamo davanti agli uffici, mancano dieci minuti dall'inizio del lavoro; le auto di James, Tim e Molly sono parcheggiate fuori e Mark mette la sua tra quella di Molly e James, al numero 67, il suo.
Scendiamo e affrontiamo i gradini che conducono all'entrata; non appena entrati Mark mi dà un bacio sulla tempia. «Prendo i caffè per Tim e Jim. Tu intanto va', ci vediamo su. »
Abbozzo un sorriso e, mentre sto per dirigermi verso l'ascensore, Nicole mi chiama dalla reception.
Mi volto a guardarla e vedono che le luccicano gli occhi mentre mi porge qualche busta bianca. «Ti sono arrivate queste. Jeeeen, come ti va con il bel Mark? Avete combinato già qualcosa?» cantilena.
Avvampo, infilando le buste in borsa. «Benone, grazie. B-buona giornata. »
E mi dileguo verso l'ascensore che si apre in quel momento e vi entro quasi travolgendo la donna delle pulizie che stava uscendo.
Finchè le porte dell'ascensore non si chiudono, posso sentire lo sguardo malizioso di Nicole puntato su di me.
Quella donna è inquietante.

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