Capitolo 3: Il ballo di Stark

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Il telefono continuava a vibrare nella mia mano, sospirai e risposi:-pronto?-

-Clint! Ciao, sono Tony.-

Mi guardai intorno, non c'era nessuno che poteva sentirmi.

-salve signor Stark.- dissi piano continuando a controllare intorno che nessuno ascoltasse.

-si, ciao...- si interruppe. Sembrava in imbarazzo.

-voleva dirmi qualcosa, signor Stark?- chiesi.

-si, in effetti si. Ecco...- fece un profondo respiro e poi parlò.

-non so se sai che questa sera c'è una serata di beneficienza, indetta dalla mia società...-

-si, ne ho sentito parlare.- guardai il muro dietro di me, dove un volantino pubblicitario era appeso: "il ballo di beneficienza Stark" proclamava a grandi lettere rosse.

-ecco, bene. Mi chiedevo se potessi farmi compagnia, da chaperon, è questo il termine se non sbaglio.- fece una risata nervosa.

Spalancai la bocca sorpreso. Io ad un ballo dove ci sarebbero stati gli uomini più ricchi d'America?

-bé, ecco...- cosa potevo dirgli? Mi dispiaceva lasciarlo solo ma nello stesso tempo non volevo andarci perché, insomma una puttana ad un ballo? Non mi chiamavo mica Cenerentola!

-ti pago ovviamente!- intervenne Tony. Dava un prezzo ad ogni cosa lui.

-non è quello...- ed era vero, lo avrei fatto anche se non mi avesse pagato.

-è solo che...- come poteva una persona come me, il rifiuto della società, una bambola dei potenti, andare ad un festa così? Come potevo io portare del sudicio in quel posto? Ma come potevo dirglielo?

-non ho niente da mettermi per serate del genere.- mi arresi sospirando. Che scusa patetica. Mi facevo schifo da solo.

-oh, lo immaginavo. Non ti devi preoccupare ce l'ho io qui, non sapendo dove abiti l'ho fatto portare

qui... spero non ti dispiaccia venire prima. ti pago ovviamente.- il mio stomaco si stava attorcigliando dai sensi di colpa. Cercai di cacciarli, non servivano a niente. Lui aveva deciso di fare così. Ed è abbastanza grande da avere capacità di intendere e di volere, anche se spesso sembrava un bambino.

-nessun problema. Sono al poligono, faccio una doccia e arrivo.- mi morsi il labbro, dovevo dire palestra, non poligono. Adesso chissà cosa starà pensando.

-puoi farla anche qui se per te non è un problema.- rispose, sembrava eccitato dal fatto che sarei andato con lui alla festa, non quel tipo di eccitazione che prevede l'atto ma quasi un'eccitazione più fanciullesca, di gioia.

-o... ok. Arrivo allora.- dissi sentendomi in uno strano imbarazzo.

-Fantastico! A tra poco.- chiuse la chiamata.

-A tra poco.- sussurrai guardando il telefono.

Dove mi ero andato a cacciare? Misi a posto il mio arco e poi uscii dal poligono e mi diressi verso la Stark Tower, mandando un messaggio a Nat dicendole dove sarei stato quella sera.

La sua risposta mi fece sorridere:-hai sempre un gran culo Clint!-

Arrivai all'enorme palazzo che più volte avevo visto sia da fuori che da dentro e cercai il tesserino nel portafogli, quello che Tony Stark mi aveva dato la prima volta che sono andato da lui. Una specie di lasciapassare. Lo mostrai alle guardie all'entrata della torre che lo ispezionarono con le loro macchinette e poi annuirono facendomi passare.

Entrai nell'ascensore e ordinai:-appartamenti Stark.-

Questo partì subito e Jarvis mi salutò:-ben tornato, signor Barton.-

Gigolò - amore in venditaWhere stories live. Discover now