Caccia all'uomo

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Erano passati alcuni giorni, stavamo ancora cercando il portale disperatamente.
Scesi in laboratorio per portare il pranzo a Tony, anche quel giorno non era uscito di lì, per cercare un modo di localizzare il portale senza dover sembrare dei ciechi.
Aprii la porta e lo trovai al telefono con la sua segretaria. Mi avvicinai mettendo il pranzo su un tavolo e aspettai che la conversazione finisse.
-non mi sembra il caso.- disse deciso.
-....- la segretaria disse qualcosa che non potevo sentire.
-lasciali fare supposizioni. Intanto ce ne andremo presto, spero.-
-...-
-no, niente lascia stare.-
-...-
-non è vero! Lo potrei urlare anche al mondo.-
-...-
-dipende se lui se la sente, comunque...-
-...-
-resta il fatto che sono affari miei!-
-....-
Non riuscivo a capire di cosa stavano parlando, ma, in qualche modo centravo io.
-e va bene! Glielo chiedo!- mi guardò.
Io aspettai che parlasse.
-ti andrebbe di partecipare ad un'intervista con me dichiarando che siamo sposati?-
Sollevai le sopracciglia e allargai gli occhi:-cosa?- chiesi con voce flebile.
-Abigail dice che è la cosa migliore se non vogliamo essere perseguitati dalla stampa che cerca di scoprire chi sei. In effetti avrebbe ragione se non dovessimo andarcene a breve.-
Ci pensai un attimo su:-ma dato che mancano solo pochi giorni all'arrivo di Cap. e non abbiamo ancora trovano nulla, rischiamo di dover rimanere qui per altri sei mesi. Qualche giorno attaccato dalla stampa si può fare, ma non sei mesi.-
-giusto. Bisogna anche vedere quello.- sospirò e rimase un attimo in silenzio, mentre la voce di Abigail lo chiamava disperata.
-e va bene. Solo una rivista. Manda la più seria. Una o due persone al massimo. Se ne portano altri li caccio a pedate nel culo.-
-...-
La conversazione finì:-come sei stato fine.- ridacchiai.
-mi hanno portato all'esasperazione i giornalisti.- mi baciò.
-oh, il pranzo. Scusa.-
-non fa niente. Stai cercando un modo per tornare a casa.- sorrisi.


L'intervista fu fissata per il giorno seguente. Sarebbero arrivati due giornalisti del "People".
-nervoso?- gli chiesi mentre Abigail gli copriva alcuni lividi che si era procurato nelle vesti di Iron Man.
-no... preoccupato.-
-andrà tutto bene.- sorrisi posandogli mani sulle spalle.
-signore, i giornalisti del People sono arrivati e vi stanno attendendo in salotto.-
-grazie Jarvis.- si alzò:-si va in scena.-
Andammo in sala e li trovammo seduti su uno dei due divani.
Appena entrammo si alzarono e mi fissarono a bocca aperta.
-ci deve essere un errore.- disse il giornalista sorridendo.
-nessun errore. Volevate sapere con chi mi sono sposato, volevate intervistarci e ora siamo qui. Avete un'ora.- guardò l'orologio:-non perdete tempo.-
Ghignai appena, certo che sapeva davvero farsi rispettare dalla stampa. I due giornalisti si sedettero silenziosi e così facemmo anche noi.
-quindi tu sei suo...- iniziò uno dei due.
-marito, si.- risposi.
-come vi siete conosciuti?-
Per fortuna ci eravamo messi d'accordo su cosa dire. Nessuno dei due voleva dire alla stampa che prima mi facevo scopare da lui a pagamento.
-alcuni amici ci hanno presentato, ad una festa.-
-a quella di beneficienza?-
-no, molto prima.- sorrise Tony.
-che tipo di amici?-
-di lavoro, alcuni clienti che si sono trovati bene e hanno voluto invitarmi a questa festa.-
-quale festa?-
-sono passati tre anni!- esclamò Tony:-e poi avrò bevuto una decina di drink!-
-come a tutte le feste a cui sei stato.- dissi piano sorridendo.
-non litighiamo davanti ai giornalisti.- disse a mezza bocca e poi ridacchiò.
-credo di essere sulla buona strada per farlo smettere.- annuii.
-far smettere Tony Stark di bere? Sarebbe un miracolo.- disse quello più giovane, con una fotocamera in mano.
-ehi, evitate battute. Solo mio marito può farlo.-
Risi:-giusto.-
-qual è il suo nome?-
-Clint...-
-Stark.- si intromise Tony.
Lo fissai:-non ricordavo di aver cambiato cognome.-
-si, ti amo anche io Clint.- mi baciò.
-ti odio...-
Lui ridacchiò:-farò ammenda.-
-come sempre.-
-quindi è lei la "sposa".-
-si.-
-perché non ha la barba.- aggiunse Tony.
-Nat ti chiederà i diritti d'autore per questo.- annuii grave.
-questo mi preoccupa.- disse lui preoccupato.
-anche a me. Non voglio diventare vedovo dopo pochi giorni di matrimonio.- sospirai.
-altre domande?- chiese Tony.
-non credo. Possiamo fare delle foto da mettere nell'articolo?-
-suppongo di si. Altrimenti gli darete la caccia.-
-mi sento un'animale braccato...- annuii.
Ci fecero le foto facendoci abbracciare, baciare, uno di fronte all'altro di profilo, una con le mani sinistre intrecciate per far vedere le fedi.
Poi se ne andarono soddisfatti.
-e anche questa è fatta.- tirai un sospiro di sollievo.
-credevo che non se ne sarebbero più andati.-


-vado a correre, Tony!- urlai dalla sala.
-ok, stai attento mi raccomando!- mi rispose.
-si! ciao!- andai verso la porta, ma tornai indietro di qualche passo. Appoggiato al muro il mio inseparabile arco con delle frecce nuove, ancora più sofisticate grazie all'intervento di Tony. Sorrisi, l'arco che avevo nell'altra realtà insomma. Lo presi e poi uscii.
C'era il sole, come sempre, ma erano molte le nuvolette bianche che non preannunciavano catastrofi naturali imminenti. Il vento soffiava abbastanza forte da far volare il cappello di qualche anziano signore seduto su una delle tante panchine del parco. Iniziai a correre lungo la stradina di ghiaia, da una parte il lago e dall'altro l'erba e gli alberi che facevano rumore quando una folata di vento passava tra la loro chioma frondosa.
Il vento si sa, non porta solo il raffreddore se non ti copri bene, ma anche le voci.
E furono queste che io sentii. Voci e degli scatti di macchine fotografiche.
Mi voltai appena e vidi dei giornalisti che mi stavano seguendo.
Qui si mette male...

Molto male.
Loro videro che li avevo visti e si avvicinarono veloci.
-oh oh...- ricominciai a correre ancora più veloce deviando dalla stradina per entrare nel prato, saltare una panchina che stava in mezzo al cammino, prendere lo slancio contro un albero con un piede e deviare strada e continuare a correre all'interno della città, nel labirinto di grattacieli. Magari lì avrei trovato un posto dove nascondermi.
Da quando era uscita l'intervista di me e Tony avevamo sentito di numerose reazioni da parte dei lettori e di altri giornali. Alcuni non capivano come, un uomo come Tony che si era portato a letto due conigliette di playboy insieme, che si era fatto migliaia di super modelle, avesse potuto sposarsi con un uomo. Per non parlare dei gay, erano subito impazziti a questa notizia, dovevo dire che a volte certi individui mi spaventavano.
Nonostante queste reazioni e la curiosità che si era creata dopo l'articolo, eravamo comunque riusciti a vivere tranquillamente, ero uscito parecchie volte, anche da solo, e nessuno mi aveva mai seguito in quel modo. Certo mi indicavano e dicevano:-guarda il marito di Stark.- e basta. Certo, alquanto snervante come situazione. Meno male che dovevo sopportarla solo per poco tempo, almeno era quello che speravamo tutti.
Quindi questa corsa fuori programma non mi piaceva per niente e, se lo sapesse, Tony diventerebbe una belva assetata di sangue di giornalisti.
Mi ritrovai in un vicolo cieco, non tanto cieco però. Saltai sopra un cassonetto e poi feci un altro salto per tirare giù la scala a scomparsa anti incendio di un palazzo. Salii su sentendo i giornalisti dietro cercare di fare lo stesso, ma riuscii a tirare su la scala appena in tempo. Sorrisi e continuai a salire le scale fino al tetto.
Avevo come l'impressione però che loro non si sarebbero arresi facilmente, infatti vidi che stavano cercando un modo per salire.


-Signore, la trasmittente nelle frecce del signor Barton segnalano che si trova in un posto dove di solito non si reca.- disse Jarvis.
-portalo sullo schermo.- disse Tony fermandosi dal suo lavoro e guardando il puntino rosso che era Clint.
-mostrami la strada che ha fatto e la sua velocità in alcuni punti.- ordinò il miliardario.
Jarvis eseguì.
-parrebbe che qualcuno lo stia seguendo, signore.-
-già. Dì ad Happy di preparare la macchina, dobbiamo andare da lui!- prese la giacca e uscì dal suo laboratorio in fretta.


Ero sul tetto.
Ora si mette male...

Molto male.
Zero vie di fuga, la porta che conduceva ai piani di sotto e quindi all'uscita, non si poteva usare perché sentivo i signori giornalisti correre verso di me.
Ero in trappola.
E mi ci ero messo da solo.
-bravo Barton, sei proprio un fottuto genio.- mi insultai da solo girando per il tetto alla ricerca di un punto d'appiglio per tornare giù. Le scale anti incendio era da lasciar perdere, alcuni giornalisti aspettavano lì.
Dove diavolo ero finito? Guardai di sotto, sembrava un albergo a quattro stelle e non aveva un fottuto davanzale sul quale potevo cadere. Nulla.
Mi toccai la schiena trovando l'arco. Bè, a mali estremi... credo però che nessuno avrebbe apprezzato un uomo che uccide dei giornalisti con delle frecce dritte in testa.
Guardai che frecce aveva progettato Tony e trovai la mia preferita.
-la mia salvezza.- guardai la punta felice:-ora posso anche conquistare il mondo.- ridacchiai da solo mettendo a posto gli altri dardi nella sacca.
Girai per il tetto trovando il lato migliore e poi mi misi sul cornicione aspettando che i giornalisti arrivassero.


-ferma! Ferma!- urlò Tony ad Happy che frenò bruscamente. Tony scese dalla macchina:-dove diavolo è? La mappa dice che è qua!- mi guardai intorno e poi alzai lo sguardo:-oh mio dio... uccidetemi.-
Clint era sul cornicione.


Eccoli. Mi videro subito, ma appena capirono che avrei potuto buttarmi si spaventarono ma non indietreggiarono, non cercarono di farmi scendere. No, loro erano gli avvoltoi che cercano la notizia anche in queste cose. Be gli avrei dato una bella storia da raccontare.
-con il vostro permesso, io me ne vado.- dissi e mi lasciai cadere all'indietro.
Delle urla mi fischiavano nelle orecchie, ma io ero concentrato e appena fui ad una certa distanza lanciai la freccia che si conficcò nella parete e mi tenne agganciato evitandomi di cadere, anzi rallentò la caduta solo che il filo non resse il mio peso e si staccò dal muro.
Riuscii ad afferrare l'asta orizzontale di una bandiera che era poco sotto di me, l'arco però cadde.
Guardai in basso, ero ancora troppo in alto. Una caduta da quell'altezza voleva dire uccidersi.
-CLIIIIIINT!!- guardai di sotto e lo vidi subito: Tony.
Ok, ora dovevo per forza uscire da quella situazione.
Provai a tirarmi su in modo da poter raggiungere il balcone ma non ci riuscii.
-oh andiamo Clint, sai fare di meglio.- sibilai.
-riproviamo.- iniziai a dondolare, sempre più forte fino a che non fui in verticale sopra all'asta.
Appoggiai i piedi uno dietro l'altro e mi tirai su.
Barcollai appena ma riuscii a stare in equilibrio:-forza Clint, qualcosa devi pur aver imparato al circo.-
Feci un respiro profondo e poi qualche passo verso il terrazzo.


-capo! Ecco la chiave! La stanza è la 69.- disse Happy avvicinandosi.
-era ora! Ancora un po' e cadeva. Aspetta qui te!- Tony prese la chiave e corse verso quella stanza.


Ero quasi arrivato alla fine quando la finestra si aprì e vidi Tony.
-Tony!- barcollai.
-tranquillo! Ci sono io, fai ancora un passo e poi ti prendo.- disse sporgendosi per quanto poteva.
Feci quel passo, poi sentii le sue mani stringere le mie.
Cademmo per terra tutti e due, all'interno del terrazzo.
-stai bene!?- mi chiese preoccupato.
-si. tranquillo.- sorrisi.
-sarà meglio tornare a casa.-
-prima che i giornalisti tornino a darmi la caccia.-
-devono solo azzardarsi ad avvicinarsi a te.- sibilò irritato mentre scendevamo.
Happy aveva ripreso l'arco e me lo porse quando fummo fuori. I giornalisti erano lì, sembrava che stessero ad aspettare ma appena videro lo sguardo furioso di Tony se la squagliarono.
Tornammo a casa.


Come a volersi vendicare il giorno dopo ci fu un articolo in prima pagina con la mia foto e un grosso titolo:
Gigolò, amore in vendita.
la vera storia di Clint Stark.

Non è il titolo di un film, è la verità taciuta dai signori Stark.
Da una fonte certa, che vuole rimanere anonima, abbiamo saputo che Clint Stark, Barton prima di sposarsi, faceva lo gigolò di molti personaggi in vista tra i quali anche il celeberrimo Tony Stark.
Da qui la domanda: per quale motivo Stark lo ha sposato? Ricatto? Forse Barton ha fatto credere a Stark di essere innamorato solo per avere i soldi? Questo resterà un mistero ma una cosa è certa: questa notizia resterà nella storia e non verrà dimenticata in fretta.

-come hanno fatto a saperlo!?- urlai disperato.
-non lo so, ma ormai non ha più importanza. Abbiamo trovato il portale.- disse Tony sedendosi accanto a me.
-davvero!?-
Lui annuì togliendomi quel giornalaccio di mano:-magnifico!- lo strinsi felice.
Tony sorrise stringendomi.
-il piano per liberare Coulson è già fatto...- lo guardai.
-credi che Iron Man mi aiuterà?-
Fece una smorfia:-controvoglia ma lo farà. Per te farebbe di tutto.-
Lo baciai:-grazie.-
-bisogna avvisare gli altri.- disse Tony.
-facciamolo allora.- annuii.
Chiamammo tutti e o con un tranello o con un altro prendemmo appuntamento per domani.
Per liberare Coulson fu semplice. Tony creò diversivi e io, con tutti i codici di accesso, entrai nella struttura e portai via Phil.


Arrivammo al portale prima degli altri. Non c'era ancora nessuno. Tony aveva fatto tornare a casa l'armatura e si era unito a me e a Phil, che era rimasto seduto in silenzio sopra una cassa di legno.
Il capannone aveva un soffitto alto, a volta e fatto di lamiera. C'era qualche spiraglio di luce che passava attraverso dei buchi nel soffitto e altri attraverso piccoli fori che parevano causati da proiettili.
Il pavimento era ricoperto di polvere, e detriti di metallo e vetro. In alcuni angoli c'erano anche delle siringhe usate e topi morti, alcuni invece erano ancora vivi e si sentivano zampettare nel piccolo corridoio della parte superiore del capannone dal quale si accedeva grazie ad una scala con qualche gradino mancante e non molto stabile.
-allora, quando potrò porre fine al nostro accordo? Devo tornare ai miei lavori.- disse Phil con le mani intrecciate davanti al viso.
-presto.- risposi.
-molto presto.- disse Tony fissandolo male.
-qualcosa non va Stark?- sorrise Phil.
-sì, tu non vai e smettila di guardare mio marito in quel modo se non vuoi che ti pianti una pallottola nel culo.-
-ragazzi smettetela.- dissi bloccando sul nascere la risposta di Phil.
-lui ha iniziato.- rispose guardandomi, riconoscevo quello sguardo.
-sai perché hai pianto?- gli chiesi.
Il suo sorriso svanì:-sì.-
-no, non lo sai. Te lo dico io perché hai pianto.- rimasi in silenzio qualche istante, Tony non capiva.
-perché non volevi fare quello che hai fatto. Dentro di te ti senti in colpa per quello che mi hai fatto.-
-perché dovrei?- ghignò lui, ma vedevo perfettamente che tutta la sua sicurezza stava vacillando.
Lo vidi io, ma non Tony.
-perché? Clint ha rischiato la vita per poterti far uscire di lì e tu lo ringrazi così?!- urlò tirando fuori una pistola.
-Tony no!- mi misi davanti a Phil, le braccia larghe per impedirgli di colpirlo.
-perché lo stai facendo?- mi chiesero insieme.
-non puoi ucciderlo Tony.- dissi con voce tremante. Nessuno doveva morire. Nessuno.
-dopo quello che ti ha fatto... intanto poi passerà...-
Scossi la testa:-no Tony. Non funziona così. Se moriamo in questa realtà, moriamo anche di là e non posso permetterti di uccidere il Coulson senza il quale non saremo vivi.-
Tony non abbassò la pistola.
-ti prego Tony, abbassa la pistola.- mi avvicinai di qualche passo allungando le mani.
Sfiorai la pistola e la sua mano riuscendo a togliergliela.
Le sue spalle si abbassarono, come sconfitto:-non è giusto.-
Sorrisi appena carezzandogli la guancia. Puntai la pistola dietro di me e premetti il grilletto.
-ah! Ehi! Potevi uccidermi!- urlò Phil.
-ho una buona mira.- sibilai:-siediti.-
Lui sbuffò e tornò a sedersi.


Poco dopo giunse alle nostre orecchie il rumore di una macchina e dalla porta spuntarono Nat, Bruce e Loki.
Piano piano arrivarono anche gli altri.
-ma che sta succedendo?- chiese Fury quando vide tutte quelle persone.
-Coulson? Perché ci hai chiamato qui?- chiese la Hill.
-chiamato? Io ero in una specie di galera, come potevo chiamarvi?- ribatté lui.
-siamo stati noi.- rispose Tony.
-perché abbiamo una missione.- continuai io.
-farai passare anche loro? Perché?- chiese Coulson guardando tutti gli altri.
-tutti passeremo.- mi avvicinai a lui posandogli una mano sul braccio:-Tu per primo.- lo presi e lo spinsi dentro al portale. Era invisibile ma quando lui ci passò si increspò come se ci fosse dell'acqua.
Mi girai verso gli altri: Fury e la Hill provarono a scappare ma furono bloccati da Bruce e Nat, Cap fu bloccato da Tony, mentre Thor da Loki.
Li fissai, uno per uno e vidi qualcosa negli occhi di Nat e Bruce: in quei giorni era successo qualcosa. Si vedeva, erano felici, avevano passato la notte insieme, forse anche le notti precedenti. Si erano trovati.
Chi ero io per decidere per loro? Una volta oltrepassato il portale tutto sarebbe tornato come prima e loro non sarebbero tornati mai insieme. Nat sarebbe la solita e vecchia Natasha, quella che non aveva paura di uccidere, quella che non faceva incubi la notte e mi cercava per un po' di consolazione.
Bruce, be Bruce sarebbe tornato dal suo demone e solo lui sapeva quanto questo universo lo faccia star bene. Vivere senza un mostro dentro di se. Vivere di nuovo una vita come tutti gli altri. Chi ero io per levargli il suo più intimo sogno? La Hill e Fury forse anche loro era meglio che tornassero nella loro realtà. Di certo anche per Loki era così e per Thor e per Cap. Ma per noi altri?
-Clint!- Loki stava ancora lottando contro Thor.
-non devi dubitare proprio ora! Hanno già scelto! Qualunque cosa ci sia dall'altra parte a loro sta bene! Altrimenti non sarebbero qui!- urlò.
Ha ragione ma...
-niente ma!- urlò Loki e riuscì, con uno slancio che non gli credevo possibile, a buttarsi dentro il portale portando con sé il fratello.
Tony si avvicinò al portale e ci buttò dentro Steve.
-be, noi andiamo allora.- disse Nat:-ci vediamo dall'altra parte Clint.-
Annuii triste.
-ricorda questo: ti voglio bene. In qualsiasi universo.- finì e si buttò anche lei insieme alla Hill.
-grazie Clint.- disse Bruce prima di seguirla.
Ora eravamo rimasti io e Tony, non volevo perderlo. Avevo gli occhi lucidi ma non dovevo piangere, non dovevo.
-tocca a noi, quindi.- mi strinse la mano.
Annuii:-suppongo di si...- sussurrai.
-voglio...- rimase un attimo in silenzio abbassando lo sguardo sulla sua mano.
-io non so se potrò ancora averlo, tu hai più probabilità.- annuì.
Io non capivo cosa volesse dire.
Si frugò in tasca e ne tirò fuori una catenella, poi si sfilò l'anello.
Lo fissai mentre infilava l'anello nella collanina:-voglio che lo tenga tu.- disse e me la mise al collo.
-forse con te sta al sicuro. Me la ridarai di là.- sorrise.
Annuii stringendo forte l'anello.
-andiamo allora.- sussurrai e baciandoci oltrepassammo il portale.
Una forte luce, poi il buio.


-CLINT! CLINT, CAZZO APRI! È SUCCESSO QUALCOSA!!!-
Aprii gli occhi guardandomi intorno:-ma che diavolo...-

Gigolò - amore in venditaWhere stories live. Discover now