"E adesso non so cosa indossare!" sbottai sedendomi sul letto. Mi portai una mano sulla fronte e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi.
"Potresti indossare quel vestito in pizzo bianco e azzurro con i sandali bianchi?" suggerì mio papà dall'altro lato della cornetta. Aprii l'armadio e cercai al suo interno il vestito che diceva.
"Indendi quello che mi comprasti l'ultima volta che sono venuta a Los Angeles da te, giusto?" trovai il vestito e lo portai al petto. "Trovato. È perfetto!" feci un giro su me stessa.
"Mandami una foto che voglio vedere come ti sta" suggerì. Indossai velocemente il vestito e mi guardai allo specchio.
"Resta in linea" scattai una foto allo specchio e gliela mandai velocemente su Whatsapp. "Ti è arrivata?"
"Sì, mi è arrivata. Ma Afrodite, non sei a casa?" mi maledii mentalmente per l'errore che avevo appena commesso.
"Uhm no, non sono a casa, la mamma è in giro per lavoro ed io sono.. sono da zia Rose. Mi ospiterà per un paio di settimane" morsi la lingua con i denti per non aggiungere altro e non sembrare convincente.
"Potevi dirmelo tesoro, venivi a stare da me per un po'." sospirai e piegai il pigiama.
"Lo so, ma dato che stai lavorando e che non avrai ferie quest'anno non volevo disturbarti. Possiamo stare insieme quando ti sarai sistemato e potrai passare più tempo con me." posai il pigiama sotto il cuscino, indossai i sandali e presi la borsa.
"Allora quest'inverno faremo una vacanza solo io e te e andremo a New York. Va bene?" sorrisi guardando il vuoto.
"Certo che va bene. E mi poterai a fare un giro al Times Square?"
"E anche all'Empire State Building, al Madison Square Garden, a Manhattan.."
"Anche nel Bronx?" suggerii.
"Devo riportarti a casa tutta intera bocciolo. Adesso devo scappare che il mio turno comincia a momenti"
"Va bene. Buon lavoro, papà"
"Grazie tesoro. Buon appuntamento" sorrisi e agganciai la chiamata.
Mi guardai allo specchio osservando la mia figura minuta. Il vestito che avevo indosso mi faceva sentire una vera donna, l'azzurro del tulle sotto al pizzo metteva in risalto i miei occhi già ben contornati dal trucco e il bianco mi faceva sentire pulita, pura. Mi sentivo bene. Ed ero contenta perché finalmente avrei rivisto Ryan e avremo passato insieme un'intera mattinata. Sarebbe venuto a prendermi lui alle nove, mi avrebbe portata al mercato e poi a prendere il gelato più buono dell'interno universo, o almeno così aveva detto lui.
Dopo aver passato ancora una volta il mascara sulle mie ciglia, uscii dalla mia camera e scesi di sotto in cucina per preparare la colazione a me e Justin, che a breve sarebbe sceso dato che alle otto e mezza doveva uscire di casa per poi avviarsi al negozio e aprirlo al pubblico.
"Non pensavo che volessi far cadere Ryan ai tuoi piedi" sbottò Justin alle mie spalle facendomi saltare. Mi girai verso di lui e lo guardai con uno sguardo truce.
"Io non voglio far cadere nessuno ai miei piedi" mormorai sentendo le gote andare a fuoco.
"Come no? Sei bellissima e raggiante, proprio come una dea" mi disse, prendendomi le mani e baciandomi poi la fronte.
"Peccato che tra un po' più che una dea sembrerò una balena spiaggiata dato che sta crescendo un bambino dentro di me e non penso di rimanere cinquanta chili per sempre." mi toccai la pancia e abbassai lo sguardo sul mio ventre. Inevitabilmente, sorrisi. Diventare mamma era sempre stato il mio sogno e, anche se ero fin troppo giovane, ero contenta di poter diventare madre di una creatura piccola e indifesa che avrei cresciuto, protetto ed educato io. Amavo i bambini. Non vedevo l'ora di averne uno tutto mio.
"Secondo me sarai sexy anche col pancione" disse Justin prendendo le fette di pane tostato e portandole a tavola. Lo seguii a ruota portando però la marmellata, il burro e della frutta. "Preferisci la nutella o la marmellata sulle fette di pane?"
Quella mattina, a differenza delle altre, io e Justin non sembravano due bambini che litigano e si insultano per ogni singola cosa, ma due amici che amavano farsi scherzi a vicenda col cibo. E per scherzi intendo spalmare la nutella su entrambi i lati della fetta di pane in modo tale da fargli sporcare le dita, oppure mischiare il latte e il succo nello stesso bicchiere. Mi divertiva stare in sua compagnia, quando non rispondeva in modo acido era simpatico e dolce. Non capivo il perché di quella sua 'doppia personalità', però quel suo lato dolce mi piaceva da morire.
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Sta per nascere un..
FanfictionCiao a tutti, mi presento. Mi chiamo Afrodite Jackson, ho diciotto anni e questa è la storia di come, a causa di una sbronza e di un bel ragazzo, non solo ho perso la verginità, ma sono pure rimasta incinta. #maiunagioia