05. Non riuscivo a comandare il bisogno che avevo di vederlo.

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"Telo mare, un libro, protezione solare cinquanta, carte da gioco, soldi, documenti, accappatoio per la doccia, shampoo, balsamo e sapone per il corpo, infradito, intimo.." passai in rassegna tutto ciò che avevo posizionato sul letto che mi sarebbe servito per la giornata in piscina e, una volta aver constatato che avevo praticamente tutto, inserii ogni cosa in un borsone di paglia che solitamente usavo per il mare. Indossai il costume bianco che avevo comprato qualche giorno prima al mercato, una gonna a tubino bianca a vita alta dai motivi floreali con su una maglia corta di seta azzurra e i miei sandali bianchi. Non mi truccai molto come solitamente facevo, usai matita, eyeliner e mascara waterproof, un po' di lucida labbra ed ero pronta. Mi guardai allo specchio un'ultima volta prima di scendere. Dato che ero ancora all'inizio della gravidanza non avevo ancora il ventre gonfio, ma accarezzandolo mi sembrava quasi di sentire già il mio piccolo muoversi e agitarsi. Era assurdo, ma forse ero semplicemente contenta di diventare mamma.
Una volta essere arrivata in cucina, notai che Pattie già stava preparando il pranzo e, proprio come me, era già pronta per andare in piscina.
"Buongiorno, già ai fornelli?" le chiesi con un sorriso.
"Tra tre quarti d'ora dobbiamo uscire, quindi ho pensato di preparare già il pranzo in modo tale da non fare le corse all'ultimo minuto." mi diede un bacio sulla fronte prima di continuare a cucinare. "Sei sempre più bella ogni giorno che passa"
"E anche sempre più incinta" mormorai apparecchiando la tavola e prendendo dal frigo l'impasto per le crepes che avevo fatto la sera precedente. "Questa mattina uno sgarro alla regola e piuttosto che il salato mangi il dolce?" le chiesi mostrandole l'impasto e la nutella. Pattie alzò gli occhi al cielo e rise, ma acconsentì lo stesso. Mentre lei finì di preparare la borsa frigo mettendo al suo interno anche il nostro pranzo, io preparai la colazione per tutti e tre. A casa mia, anzi, nella mia ex casa, non facevo mai colazione con mia madre, lei si svegliava presto ogni giorno perché doveva andare in studio e la domenica preferiva andare al bar con le amiche piuttosto che rimanere con me e fare colazione a casa. Ero contenta di fare colazione con Pattie e Justin quella mattina, il solo pensiero mi faceva sentire parte della famiglia ed era una sensazione mai provata prima, era gratificante.
Quando Justin scese, lo trovai bello come sempre. Portava una maglietta grigia smanicata e un pantalone attillato nero di tuta. Si avvicinò a sua madre per darle un bacio sulla fronte e fece per sedersi quando poi si rese conto anche di me. Portò un braccio dietro la mia schiena, mi attirò a sé e mi bacio dolcemente entrambe le gote. Socchiusi gli occhi sotto al suo tocco. Ogni qual volta mi toccava andavo in iperventilazione.
"Come siamo affettuosi questa mattina" mormorò Pattie facendomi arrossire ancora di più.
"Dovresti vederci la notte" scherzò Justin andandosi a sedere. Alzai gli occhi al cielo proprio come fece Pattie. "Perché, non è vero piccola?"
"Piuttosto di inventarti momenti che magari esistono solo nei tuoi pensieri, mangia" portai i tre piatti a tavola e mi sedetti al suo fianco sotto il suo sguardo sconcertato. "Cosa c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?" continuai a stuzzicarlo proprio come lui faceva solitamente con me portandomi quasi all'esasperazione. Piuttosto che ribattere, scosse la testa e cominciò a mangiare silenziosamente.
Dopo aver fatto colazione, prendemmo le ultime borse e uscimmo di casa per andare in macchina. Avremmo accompagnato noi Justin a lavoro, la piscina non era tanto distante dal centro e quando avrebbe finito il suo turno ci avrebbe raggiunte con l'autobus. Dopo averlo salutato, tornammo verso casa e ci fermammo fuori casa di Ryan. Negli ultimi giorni avevamo parlato parecchio circa il piano per far ingelosire Justin, ci avrebbe aiutato anche un certo Kyle, ovvero un amico di Ryan che lavorava al bar della piscina. Tutto ciò che speravo era di ottenere risultati positivi perché spesso questo genere di piani non va mai per il verso giusto.
Sospirai frustrata e socchiusi gli occhi pensando a come si sarebbe più o meno svolta la giornata: saremo arrivati in piscina per le nove, sarei stata in acqua fino alle tre e mezza perché a quell'orario sarebbe arrivato Justin, dopodiché avrei dovuto fare la mia parte per far ingelosire Justin e avrei dovuto aspettare una sua reazione. Non sembrava tanto difficile, ma stranamente non mi sentivo così in gran forma come avrei voluto. Restai infatti in silenzio durante tutto il viaggio verso la piscina. Quando scesi dall'auto le braccia di Ryan mi alzarono da terra.
"Buongiorno!" gracchiò facendomi scappare un sorriso.
"Buongiorno anche a te!" mormorai alzando gli occhiali da sole per incrociare i suoi occhi azzurri.
"Hey, tu sei Afrodite?" un ragazzo poco più alto di Ryan mi si avvicinò.
"Sì, tu sei Mitchell?" annuì.
"Ma non avevi detto che era incinta?" sussurrò come per non farsi sentire.
"Sì, ma ti ho anche detto che è all'inizio della gravidanza" Ryan alzò gli occhi al cielo e mi trascinò con sé da una donna e un bambino che stavano parlando con Pattie. "Mamma, lei è Afrodite." la madre di Ryan mi guardò con uno sguardo materno e aprì le braccia stringendomi tra di esse subito dopo. "Piccolina, lei è mia madre Sharon, e lui è mio fratello Kieran"
"È un piacere conoscerla" strinsi la mano alla madre di Ryan e poi mi abbassai all'altezza di Kieran. "Ciao ometto" gli battei il pugno. "Mi ha detto Ryan che ti piace nuotare. Che dici, ti va di fare una gara dopo?" Kieran annuì.
"Sì, però vincerò io" esclamò facendomi la linguaccia. Gli sorrisi e gli scompigliai i capelli facendolo ridere.
"Gli piaci" Ryan mi fece l'occhiolino prendendo alcune borse dalla sua macchina assieme a suo fratello.
"Piaccio a troppe persone" mormorai prendendo anch'io un paio di borse e seguendo gli altri verso l'entrata. Più che una sola piscina, quel posto aveva ben tre piscine: una olimpionica, una idromassaggio e una con uno scivolo per i bambini sul quale sarei sicuramente andata dato che non era né alto né pericoloso. Prendemmo posto sotto a un gazebo allestito su della sabbia artificiale e prendemmo anche l'ombrellone adiacente fatto in paglia perché le mamme dovevano prendere il sole e arrostirsi come spiedini.
Sistemai la mia asciugamano sulla sdraio, mi spogliai e sistemai i miei vestiti nella borsa. Mi sedetti e provai a rilassarmi quando Ryan si sedette al mio fianco.
"Non vieni a fare un bagno?" mi chiese subito.
"Adesso mi sento un po' stanca, ti raggiungo tra un po', va bene?" Ryan annuì e mi baciò la fronte, dopodiché andò in piscina assieme ai suoi fratelli.
Mi stesi sul lettino e chiusi gli occhi, portai un braccio sulla fronte e sospirai. Avevo voglia di dormire e di non pensare a nulla, mi sentivo piuttosto frastornata per i miei gusti e non era affatto una bella sensazione. Decisi quindi di cercare di dormire un po' approfittandone del fatto che fossero tutti via e che ero senza distrazioni. Si stava bene sotto quel gazebo, con il vento che ogni tanto tirava. Non riuscivo sempre ad addormentarmi presto, ma quella mattina non fu affatto difficile. Due ore bastarono a caricarmi e quando mi risvegliai ero pronta per affrontare la giornata.
Strofinai gli occhi e sbadigliai prima di alzarmi e raggiungere i tre ragazzi in piscina. Sembravano dei bambini mentre scherzavano con le bolle dell'idromassaggio. Senza farmi notare da Ryan e Mitchell, nuotai sott'acqua fino ad arrivare poco lontano da loro. Kieran, che mi aveva vista, stette al mio gioco distraendo i fratelli maggiori. Quando fui abbastanza vicina feci il verso di un mostro con la bocca ed entrambi saltarono mentre io e Kieran scoppiammo a ridere.
"Se non fossi incinta ti ammazzerei" sussurrò Ryan toccandosi il cuore.
"Pivelli! Ci siete cascati, ci siete cascati!" Kieran puntò il dito contro i suoi fratelli ridendo.
"Quindi eri complice pure tu?!" sbottò Mitchell avvicinandosi a suo fratello. Kieran cominciò a nuotare lontano mentre Mitchell provò a prenderlo invano. Il fratellino era molto più veloce rispetto a lui.
"Sei proprio meschina, vuoi farmi morire d'infarto? Guarda che sono vecchio io, il mio povero cuore può cedere da un momento all'altro" scherzò Ryan allungando le braccia verso di me. Nuotai verso di lui, mettendomi poi al suo fianco per avere un getto d'acqua tutto mio.
"Se tu sei vecchio allora io sono incinta" mormorai cercando di rimanere seria, ma lo sguardo truce di Ryan mi fece scoppiare a ridere. "Scusa Ry, dovevo" gli diedi un bacio sulla guancia come per scusarmi, dopodiché chiusi gli occhi e mi rilassai sentendo il getto d'acqua battere forte contro la mia pelle. Sentivo pizzicarmi la schiena, era come se l'acqua mi stesse facendo il solletico, un solletico piacevole e rilassante.
Il momento di relax, però, terminò quando Mitchell e Kieran tornarono da noi. Keiran mi chiese di fare una nuotata insieme così lo accontentai e, come aveva predetto poche ore prima, arrivò lui per primo. Per essere solo un bambino era abbastanza veloce, si vedeva che aveva la passione per il nuoto proprio come io amavo l'hokey sul giacchio. Da buona canadese, avevo preso delle lezioni sin da quando ero bambina e cercavo di non perdere mai una sola partita dei Toronto Maple Leaf. Oltre all'hockey, amavo anche suonare il piano e comporre canzoni. Quando scrivevo, aprivo il mio cuore e la mia mente per creare poesie che fossero uniche ed emozionanti. Tutto ciò che scrivevo lo tenevo per me però, le mie canzoni erano il mio piccolo tesoro e non volevo condividerlo con nessuno. Forse -e magari- un giorno le avrei condivise solo con Justin, che aveva la mia stessa passione.

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