Un matrimonio alle porte

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Molti dicono che l'amore è ciò che fa girare il mondo...altri invece dicono che l'amore sia il più grande enigma del mondo...per gli uomini le donne sono delle tentatrici, sensuali sconvolgenti,uniche. Le donne hanno una visione diversa degli uomini. Pensano che gli uomini siano un punto di riferimento, una salvezza...una protezione. Mi chiedo sè un giorno una donna penserebbe una cosa simile su di me. Eppure queste teorie sui miei genitori combaciano. Si amano da circa 17 anni...oppure 18...beh in realtà 18 sono anche i miei anni. Mi chiamo Dare Daniel Jackson Gregor Todd. Lo so bel nome...almeno credo mia madre lo adora. In questi giorni tutti sono un pò indaffarati per le nozze di mia sorella Johanna. Anche sè mio padre non è molto contento...mia madre beh lei è felice per mia sorella...e anch'io lo sono ma mi mancherà.

-Allora Jo, resta ferma perchè sennò le spille non reggeranno...-

-Scusa mamma, sono un pò nervosa...lo eri anche tu per il matrimonio?-chiede Jo mentre è sopra uno sgabbello vestita di bianco e nostra madre con circa sei spilli in bocca cerca di metterle apposto la gonna.

-Beh...più che nervosa avevo la nausea visto che Darie si divertiva a scalciare di tanto in tanto.-mia madre mi fa l'occhiolino, sorrido. -A proposito Darie, chiama papà e digli che è pronto.

Mi alzo e poso il libro che stavo leggendo. -Certo mamma.-esco da casa e salgo in bottega da mio padre. Apro la porta e finisce in un attimo di radere la barba a un cliente...anch'io un giorno voglio divenire come lui. Il cliente paga mio padre ed esce mentre io entro.

-Papà.-

-Darie. Non ti ho sentito entrare.-pulisce il suo rasoio.

-La mamma mi ha mandato a chiamarti.-esclamo.

-Ah si. Senti Darie che ne dici se mi dai una spuntatina?-

-Certo padre.-sorrido. Adoro quando mio padre cerca di mettermi in gioco.

Si siede sulla sedia comodamente e si rilassa.

-Ok...-inizio a mescolare la schiuma.

-Prima la mantella, figliolo.- esclama mio padre tenendo gli occhi chiusi.

-Oh! Giusto!- poso la schiuma in fretta e avvolgo il collo di mio padre alla mantella. -Qualcosa mi dice...che non vuoi vedere Johanna in abito da sposa.-

-Daniel, un barbiere è silenzioso e servizievole. Non devi mai e poi mai impicciarti sui fatti altrui. Non puoi mai sapere quale cliente puoi trovare. Alcuni potrebbero persino picchiarti. Mi hai capito?-

-Si padre.- mescolo la schiuma e resto in silenzio. E' sempre così quando si tocca il punto matrimonio di Johanna. Gli faccio la barba...lo taglio solo una volta ma come sempre mio padre dice che capita e che sto migliorando. Dopodichè torniamo a casa a mangiare.

Mangio con appettito mentre mia madre asciuga la boccuccia a Carol. -Mamma io sono grande.-sorride lei.

Mia madre le sorride dolcemente e riprende a mangiare.

-Mamma potremmo aggiungere delle perle nel decolletè.- propone Johanna.

-Domani andremo a comprarle. Darie vieni con noi?-

Sto per rispondere ma mio padre mi precede. -Daniel domani mi aiuterà in bottega.-

-Davvero?- chiediamo io e mia madre.

-Si. Daniel ha fatto progressi.-esclama.

-Esageri padre, devo ancora migliorare...-mia madre mi stringe la mano fiduciosa, le stringo la mano e le sorrido.

-Papà domani Anthony viene a pranzo per te va bene?- chiede Jo.

Mio padre s'irrigidisce.

-Daniel...porti Carol a dormire per favore.-chiede mia madre.

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