Capitolo 12.

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Freya
<<Dove vai?>> chiesi a mia sorella quando tornata a casa la incontrai sul vialetto.
<<Esco.>>
<<E dove vai?>>
<<Ti ho detto che esco.>>
<<Okay, riformulo la domanda.>> spostai il peso da un piede all'altro e poi decisi di avvicinarmi a lei per incuterle terrore come quando eravamo bambine e finiva per sputare il rospo.
<<Con chi esci e dove andate?>>
<<La pianti?>>
<<No Paige, non la pianto.>>
<<Esco con Brad, mi porta fuori, non so il posto perché "è una sorpresa">> disse imitando la voce del ragazzo.
<<Ma ti ha dato di volta il cervello? Ti ho già detto che non puoi P, è molto più grande di te, non discutere e fila in casa.>> la presi per il braccio e la trascinai verso casa.
<<No!>> si liberò con forza dalla mia presa.
<<Mi hai rotto con questo atteggiamento da mammina protettiva Freya! Non ho dieci anni!>>
<<Oh scusami, ne hai tredici adesso!>>
<<Piantala, sarai anche più grande ma sei solo una stupida che ha paura di amare e d'essere amata!>>
<<Beh almeno non sono pronta ad andare con il primo coglione che mi capita a tiro!>> puntai i piedi per terra infuriata.
<<No infatti, dimenticavo.. Tu esci con gente strafica come Trent o Dylan, adesso.>> che cazzo ne sapeva?
<<Colin mi ha detto tutto, oggi Sarah vi ha persino visto davanti alla caffetteria insieme.>> rispose quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
<<Che sorpresa! Sarah a momenti ti comunica pure le volte in cui si siede sulla tazza e Colin, non mi stupisco più neanche di lui.>> sputai sprezzante.
<<Beh, fatto sta che esci con gente peggiore di quella che frequento io e se non sbaglio tu di anni ne hai diciotto!>>
<<Levati da davanti i miei occhi P, o giuro che ti faccio fuori.>> per un attimo la paura le balenò negli occhi.
<<Sono anni che aspetto questo momento, ma non hai le palle.>> a quel punto le tirai uno schiaffo, pentendomene subito.
Mio padre uscì di corsa nel vialetto.
<<Ma si può sapere che vi prende? Siete impazzite?! Vi sentivo litigare da dentro casa!>> urlò furioso.
<<Hai visto che ha fatto?>> urlò stridula mia sorella, tenendosi ancora la mano sul viso.
<<Freya che diavolo ti è preso?!>>
<<Credimi, se te lo dicessi le daresti il resto.>> dissi chiudendola lì ed entrando in casa. Mi ero rotta anch'io di fare la mammina con mia sorella, ma non aveva la più pallida idea di ciò che succedeva là fuori, che certe cose se le sarebbe portate dietro a vita, che non si sarebbe mai perdonata di essersi fidata di alcune persone.
Salii in camera mia e mi chiusi dentro, mi tolsi le scarpe, il cappotto e la sciarpa e mi stesi supina sul letto. Non ne potevo più, odiavo essere la più grande, odiavo che chiunque mi dicesse cosa fare e sopratutto odiavo che nessuno capisse, che nessuno la pensasse come me.
Il mio telefono squillò, lessi il nome sul display e sbuffai.
<<Arrivata a casa sana e salva?>>
<<Il fatto che adesso siamo amici, non ti da il diritto di stressarmi.>> risposi acida.
<<Ma sei bipolare? Ti ho lasciata col sorriso stampato in faccia..>>
<<Beh, è bastata una litigata con mia sorella per farlo sparire.>> sbuffai.
<<Come mai avete litigato?>>
<<E non dirmi che non sono affari miei.>> aggiunse.
Cazzo, era esattamente ciò che stavo per dire.
<<Infatti è così, non sono affari tuoi.>>
<<E dai Freya, smettila di fare la sostenuta, siamo amici adesso.>>
<<Perché mi sento come se avessi fatto un patto col diavolo accettando?>>
<<Mi stai paragonando al diavolo?>> lo sentii ridere.
<<Si Dylan, è esattamente ciò che sto facendo, anche perché fino a qualche tempo fa eri uno stronzo, cinico e burbero.>>
<<Ehi, io sono ancora uno stronzo, cinico e burbero.>>
<<Hai capito che intendo.. Non so nulla di te, come potrei mai credere in questa tua improvvisa buona fede?>>
<<Nessuna buona fede piccola Freya, che vuoi sapere?>>
<<Posso chiederti ciò che voglio?>>
<<Ogni cosa.>>
<<Bene..>>
Ci pensai su attentamente, erano tante le cose che avrei voluto sapere sul suo conto.
<<Sto aspettando..>>
<<Sta' zitto, sto pensando.>>
<<Fai come se avessimo tutto il tempo del mondo.>>
<<Infatti abbiamo tutto il tempo del mondo, a meno che tu abbia fretta di riattaccare.>> lo misi alla prova.
<<Nessuna fretta, sono tutto tuo.>>
<<Che orrore.>>
<<Sto ancora aspettando.>> sviò.
<<Bene.. Dimmi un po'..>>
<<Cosa?>>
<<Hai detto che ti ricordo qualcuno, a chi ti riferivi?>>
Silenzio..
<<Dylan ci sei?>>
<<Si ci sono.>> rispose duro.
<<Allora?>>
<<Senti mi sono appena ricordato di avere un impegno, devo proprio staccare.. ci si vede.>>
Non mi diede neanche il tempo di rispondere che riattaccò. Come avrei mai potuto fidarmi di lui se cambiava umore e idea ogni due secondi? Era maledettamente scostante e la cosa iniziava a darmi sui nervi.

Dylan
Era bastato una domanda indiretta sul suo conto a farmi svalvolare.. Come poteva farmi ancora questo effetto? Sopratutto dopo tutto ciò che mi aveva fatto..
Freya non si meritava i miei repentini cambi d'umore, ma cosa avrei dovuto fare?
Non sarei mai riuscito a parlarle di lei.. L'unica persona in grado di farmi pentire d'essere nato, l'unica persona che aveva stravolto il mio mondo.. Era tutto per me.. Lei era ogni cosa.. Tutto mi riportava a lei, tutto mi ricordava Nadia.

Un amore perfetto. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora