Capitolo 47

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Freya
Corsi via dall'aula lasciandomi ancora una volta alle spalle una decisione già presa. Avevo perdonato Dylan mesi prima, quindi per quale ragione continuavo a comportarmi così? Per quale ragione continuavo a scappare da lui e a torturarlo facendogli credere che fossi ancora arrabbiata?
<<Freya!>> lo sentii urlare alle mie spalle.
Mi bloccai di istinto e indietreggia verso di lui furiosa e con il cuore a mille.
Gli puntai un dito contro.
<<Tu!!>> dissi
<<Io cosa? Che ho fatto stavolta, sentiamo..>> rispose lui sbuffando e portandosi le mani all'altezza dei fianchi. Quel giorno indossava un golfino stretto a collo alto nero, i soliti jeans strappati e i soliti anfibi. Era così maledettamente bello che stavo male solo a guardarlo. Dannazione.
<<Sei un idiota ecco cos'hai fatto.>> ribattei tentando di distogliere lo sguardo dal suo fisico statuario.
<<Freya..>>
<<Sta' zitto.>> dissi in un sussurro. Che diavolo mi stava succedendo? Non lo vedevo da circa due mesi e riaverlo davanti era una fitta allo stomaco.
Mi era mancato così tanto, nonostante fossi incazzata nera, in quel momento avrei solo voluto saltargli addosso.
<<Parlami Freya.>> disse prendendomi il mento tra pollice e indice per costringermi a guardarlo.
<<Dove diavolo sei stato?!>> urlai spintonandolo.
<<Sono passati due mesi cazzo! Che diavolo avrai mai fatto in Messico?>> aggiunsi.
<<Aspetta.. cosa? Messico?>> chiese confuso e oserei dire divertito, il che mi fece arrabbiare ancora di più.
<<Si cazzo, so della tua gitarella oltre il confine.>>
Lui alla fine smise di trattenersi e scoppiò a ridere.
<<È questo che si dice in giro? Che sarei scappato in Messico?>> chiese non riuscendo a smettere di ridere. Io non risposi ma il mio silenzio confermò ogni cosa.
<<Dio.. odio questo paese.>> disse strattonandosi i capelli.
Se non era stato in Messico, dove diavolo era stato per due mesi interi?
<<Sono stato all'orfanotrofio in cui ho vissuto, dovevo tornare lì per risolvere alcune cose..>> disse quasi leggendomi nel pensiero. Quali cose?
<<Non oso immaginare..>> dissi aspra.
<<No infatti, non puoi neanche immaginarlo e anche se te lo dicessi non ci crederesti mai..>>
<<No aspetta, adesso voglio saperlo. Non puoi tirare un sasso e poi nascondere la mano.>> dissi facendo spallucce.
<<Posso eccome, è di te che stiamo parlando. Sei l'unica persona che non crede alla mia buona fede.>> disse.. Le sue parole mi ferirono ma non lo diedi a vedere. Non era affatto vero che non credevo che fosse capace di fare del bene o che fosse in buona fede. Credevo soltanto che quando si trattava di se stesso non era affatto bravo a prendere sagge decisioni o se si trattava di me, veniva prima il resto e poi io.. Non ho mai creduto che fosse una cattiva persona, o meglio.. forse all'inizio si, ma poi mi sono ricreduta.
<<Touché>> risposi.
<<Adesso mi spieghi che ti passa per la testa? Dici che non ti importa di me ma appena mi vedi scappi via come una ricercata?>> disse puntandomi addosso i suoi occhi del cavolo.
<<Non sono scappata come una ricercata, se fossi rimasta probabilmente ti avrei preso a schiaffi.>>
<<Io credo proprio di no. Conoscendoti credo che tu sia stata talmente in pensiero per me, a tal punto da dubitare di riuscire a non saltarmi addosso per la gioia quando ti sono apparso davanti.>>
Colpita e affondata.
<<Mi spieghi perché sei così presuntuoso?>>
<<Non sono presuntuoso piccola Freya, sono sicuro di me stesso.>>
C'era qualcosa di diverso in lui.. qualcosa che non vedevo nei suoi occhi da un bel po'.
<<Che ti è successo? Sei diverso..>> dissi di getto.
<<Diverso?>> domandò non scomponendosi minimamente.
<<Si, sei diverso.>>
<<Se per diverso intendi che non ti corro più dietro implorando il tuo perdono o che non ho più una faccia da funerale, allora si, sono diverso.>>
Quelle parole furono come uno schiaffo in faccia, aveva ragione dopotutto, ma per quanto volessi dirgli che in realtà lo avevo perdonato, non ci riuscii.
<<Hai altro da dirmi o l'interrogatorio è finito e possiamo tornare in classe?>> chiese.
<<Non vieni a scuola da un mese e adesso hai premura di tornare in classe?>>
<<Si, se permetti, ho già perso un anno e dovrò pure frequentare i corsi estivi per recuperarlo e diplomarmi quest'anno>> disse lui scocciato.
<<Chi diavolo sei tu? Che ne hai fatto di Dylan?>>
<<Sei un suo gemello per caso?>> aggiunsi scioccata.
<<No, sono sempre io. Una persona che non hai neanche avuto il tempo di conoscere.>> ribattè.
<<Non per mia scelta.>> risposi freddamente.
<<Già.. ma siamo noi a decidere se accettare le situazioni o sconvolgere tutti i piani.>> disse voltandosi e incamminandosi verso l'aula.
<<Dylan.>> lo chiamai prima che andasse via del tutto. Lui non si girò ma si fermò. Costrinsi me stessa a dire quelle due parole che non riuscivo proprio a pronunciare.
<<Mi dispiace.>>
<<Già.. anche a me.>> disse lui sotto voce, a tal punto che pensai di averlo immaginato.
Rimasi altri due minuti in corridoio e alla fine tornai anch'io in classe..

Un amore perfetto. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora