Dylan
Avevo passato l'intera settimana a cercare Freya per mari e per monti, me ne fregavo che Nadia mi facesse seguire dai suoi scagnozzi ovunque, dovevo trovarla. La cercai per tutta la città, alla caffetteria, a casa sua, chiesi persino a Benny se l'avesse vista o se sapesse dove fosse, quando un pomeriggio lo incontrai alla caffetteria. Chiamai mio fratello più volte sperando che l'avesse sentita, ma esattamente come me anche lui trovò la segreteria ad ogni chiamata. In più Nadia era convinta di potermi dare ordini e consegne noncurante di ciò che stesse accadendo nella mia vita. La mia ragazza era sparita e la mia ex era stranamente distaccata e credeva di poter dettare leggi più del solito, mentre lei passava il suo tempo chissà dove. Nadia passava molto meno tempo al covo e non sapevo se esserne sollevato o se dovessi cominciare a preoccuparmi e a pensare che ci fosse un filo conduttore tra la sua assenza e la sparizione di Freya. Mentre vagavo come tutti i giorni per le strade della città sperando di trovarla, riconobbi la macchina di Kevin il braccio destro, nonché occhi e orecchie di Nadia, parcheggiata accanto ad un edificio spoglio con le sbarre alle finestre. Era forse lì che Nadia trascorreva il suo tempo? Magari assieme a lui, lontano da tutti noi..
<<Impossibile.>> dissi tra me e me. Era troppo attaccata a me per farsela con qualcun altro. Parcheggiai poco distante da loro ma abbastanza coperto da non essere notato e rimasi ad aspettare che uscissero dall'edificio.Freya
<<Ti prego smettila!>> la implorai tra i singhiozzi quando mi diede l'ennesimo pugno alla mandibola. Dopo una settimana trascorsa tra le torture di quell'essere, ero ormai sicura di essere diventata irriconoscibile per le innumerevoli tumefazioni sul volto, dovute ai pugni, agli schiaffi e al colpo che mi diede due giorni prima con un piede di porco dopo avermi trovata immersa nella mia pipì. Non mi aveva ancora slegata dalla sedia da quando mi aveva rapita, si era limitata a farmi ribaltare con essa o a sollevarmi per il gusto di ribaltarmi ancora. Non facevo altro che farmela addosso, dato che non mi permetteva di andare in bagno e poi mi puniva per averlo fatto. Ero ormai sicura di avere almeno un paio di costole rotte e la spalla lussata per via di tutte le volte che mi aveva fatta cappottare con la sedia. Quella mattina decise di levarmi il nastro dalla bocca per sentirmi implorare, per sentirmi soffrire e per poter percepire il mio dolore attraverso le mie urla, così aveva detto. Mi chiesi come Dylan potesse aver amato un mostro del genere, come potesse anche solo per un secondo aver pensato che io e lei ci somigliassimo. Nadia era folle, incontrollabile, pericolosa e brutale, io mi limitavo a trattarlo male per fargli capire che non poteva trattarmi o parlarmi come faceva con tutte le altre, eppure lui aveva visto una parte di lei nella mia resistenza e non c'era niente che mi facesse stare più male di questo, non c'era niente che mi avesse delusa così tanto come questo pensiero.
Nadia mi colpì nuovamente alla tempia con le nocche ed io persi i sensi, di nuovo. Scivolando tra le grinfie del mio subconscio.Dylan
Il sole era ormai tramontato ed io ero appostato davanti a quell'edificio da ore ormai. Mentre mettevo in moto per andare via, Kevin uscì fuori da solo, salì in macchina e andò via, decisi di non seguirlo perché non era di certo lui che mi avrebbe condotto a Freya. Decisi di tornare alla caffetteria, erano ormai giorni che non mangiavo e non dormivo, impiegavo tutto il mio tempo nelle ricerche. Come poteva una persona svanire nel nulla? Freya non mi avrebbe mai mollato così, non sarebbe mai andata via senza dire nulla alle sue amiche o al suo capo, per lei erano una seconda famiglia. Aveva l'arte dello scappare nel sangue, ma senza dubbio non avrebbe mollato loro su due piedi, senza salutarli neanche oltretutto.
Quando arrivai il locale era stracolmo di clienti, il personale correva a destra e a manca e Benny era seduto al suo solito tavolo, sapevo che era un cliente abituale ma non credevo che passasse lì notte e giorno. Ecco perché Freya se lo ritrovava sempre tra le scatole.. Alzò la testa dal suo portatile e quando incrociò il mio sguardo aggrottò le sopracciglia, poco dopo si alzò e venne verso di me.
<<Ehi.>> disse duro, al suo saluto risposi con un cenno del capo.
<<Immagino che tu non l'abbia ancora trovata.>> disse con aria di sufficienza.
<<È una settimana che la cerco ovunque brutto stronzo, credi di poter fare di meglio? Accomodati.>> sbottai.
<<Stai calmo, dico solo che magari hai cercato nei posti sbagliati o magari non vuole essere trovata.>> replicò.
<<Ti sembra il tipo che va via senza salutare o che non vuole essere trovata?>> dissi e me ne pentii subito quando ripensai alla sua ultima fuga. Non aveva salutato nessuno e non voleva essere trovata, se non l'avessi trovata io per caso probabilmente lei non avrebbe mai fatto in modo che qualcuno oltre mio fratello e sua sorella sapesse.
<<Sinceramente? Non mi pare che sia una novità per lei.>> rispose lui dando voce hai miei pensieri.
<<Non sai niente chiaro? Non sei un cazzo di nessuno per giudicare.>> gli andai ad un soffio dal naso e lui rimase impassibile.
<<So abbastanza da sapere che la tua ragazza è una che se la svigna facilmente.>>
<<Piantala di parlare di lei.>> dissi tra i denti.
<<È inevitabile per me dato che non riesco a levarmela dalla testa.>> a quella frase non ci vidi più e gli diedi un pugno sul naso con tutte e quattro le nocche, stendendolo in un colpo solo. Ecco cosa succedeva a chi si permetteva di pensare anche solo vagamente alla mia ragazza.
<<Idiota.>> dissi pulendomi la mano con l'orlo della maglietta. Andai a sedermi al bancone attendendo che qualcuno venisse a servirmi, avevo decisamente bisogno di mangiare. Forse Benny aveva ragione, forse Freya era semplicemente scappata nuovamente, ma per quale ragione?
Emily vide Benny steso sul pavimento e corse in suo aiuto, risi tra me e me per quella scena e pensare che Freya mi aveva detto che Benny sapeva il fatto suo quando si trattava di menare qualcuno. Kitty si avvicinò a me con aria triste.
<<Ancora niente?>> chiese con un filo di voce.
<<No.>>
<<Dovremmo avvisare la polizia Dylan, è sparita da ormai una settimana.>>
<<Non serve.>>
<<E se le fosse accaduto qualcosa?>> piagnucolò.
<<La troverò, okay? Sono sicuro che sta bene.>>
<<Lo spero.. Ti va di mangiare qualcosa?>> disse lei prima di tornare in cucina.
<<Si grazie, va bene qualsiasi cosa.>>
Anch'io lo speravo, più di ogni cosa. Speravo anche che Nadia non c'entrasse niente, altrimenti l'avrei uccisa con le mie stesse mani.
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Un amore perfetto. #Wattys2019
Storie d'amore[Secondo libro] Freya, una diciottenne forte e sicura di se, si trova alle prime prese con l'amore. Lei che credeva che non avrebbe mai donato a nessuno le chiavi del proprio cuore, si ricrederà quando conoscerà il peggior guaio della sua vita, Dyla...