Capitolo 16.

578 44 3
                                    

Freya
Non credevo che avrei fatto così fatica a trovare un posto dove stare una volta arrivata a Dallas. Erano ormai passati cinque giorni e mi ero stufata di dormire in squallidi motel.
Mentre mi trovavo ad una stazione di servizio a fare rifornimento, scorsi attaccato alla pompa di benzina un annuncio.
"CERCASI PERSONALE NON SPECIALIZZATO, POSTO VACANTE COME CAMERIERA ."
Staccai uno dei pezzetti che vi erano attaccati con su scritto indirizzo e numero e me lo infilai in tasca. In qualche modo avrei dovuto mantenermi e un lavoro da cameriera era perfetto per iniziare.
Misi a posto la pompa e una volta in macchina, inserii l'indirizzo del locale nel navigatore. Con grande sollievo scoprii che distava pochi minuti dal rifornimento.
Una volta arrivata parcheggiai nell'ampio parcheggio situato di fronte al locale e mi incamminai al suo interno.
Era un posto accogliente, le pareti gialle e il pavimento piastrellato a scacchiera, mi fecero subito pensare ad uno dei miei film preferiti "Grease".
Quel tocco vintage era veramente appropriato, con le sedute in pelle e i divanetti attorno ai tavoli, era davvero più di quanto avessi mai potuto immaginare.
Andai al bancone dove trovai ad accogliermi con un ampio sorriso, una signora minuta, con i capelli neri come la pece legati in una perfetta coda di cavallo e il trucco perfettamente steso sul viso.
<<Ciao cara, hai bisogno di un tavolo?>>
<<Salve, no, in realtà sono qui per l'annuncio.. è lei la proprietaria?>> tirai fuori dalla tasca il pezzetto di carta e glielo porsi.
<<In persona, o meglio.. mio marito è il boss, ma quando non c'è mi diverto a soffiarli la carica.>> ridacchiò ed io con lei.
<<Avete ancora bisogno di personale? Perché io sarei disponibile da subito.>> cominciai a farfugliare.
<<Hai il diploma?>>
<<Emh..>> valutai se mentire o meno, ma alla fine optai per la verità.
<<No.. è un problema?>>
<<Certo che si.>> disse risoluta.
<<Oh..>>
Poi scoppiò a ridere a crepapelle.
<<Dovresti vedere la tua faccia! Sto scherzando sciocchina!>> battè le mani divertita.
L'allegria di questa donna mi faceva venire l'emicrania.
<<Quindi saresti disponibile da subito?>>
<<Assolutamente si, mi dica ciò che devo fare e lo farò.>>
<<Te lo dirà mio marito, benvenuta a bordo..>> mi porse la mano in attesa delle presentazioni.
<<Freya.>> gliela strinsi felice per aver ottenuto il lavoro.
<<Io sono Kitty, non provare a ridere.>> tentò di intimidirmi puntandomi un dito contro.
<<Perché dovrei?>> chiesi curiosa.
<<L'ultima ragazza che ho assunto, non appena le ho detto il mio nome, sai come mi ha risposto?>>
<<Non saprei, sentiamo..>>
<<Hello.>>
Impiegai un attimo per capire e poi scoppiai a ridere.
<<Oddio mi scusi.>> mi tappai la bocca incapace di smettere.
<<Ti sembro mica un pupazzo? Hello Kitty.. che altro dovrò sentire nella mia misera vita?>> chiese sbuffando teatralmente.
Mi sarei proprio divertita in quell'ambiente. Era esattamente ciò che mi serviva.
<<Senti cara, per adesso aspetta qui, Oliver dovrebbe tornare a momenti.>>
<<Oliver è suo marito?>>
<<Si, tu chiamalo signor Farrel, altrimenti si incazza e poi mi tocca girare nuovamente per tutto il paese, per appendere quegli stupidi volantini.>>
<<Sissignora.>>
Mi strizzò l'occhio e sparii in cucina. Mi sedetti su uno sgabello di pelle rossa e attesi pazientemente. Presi il cellulare e mandai il solito messaggio per tranquillizzare mia sorella e per assicurarle che fossi ancora viva, stavolta aggiunsi anche di aver trovato un lavoro e lei rispose che era contenta per me.
<<Tu devi essere la nuova arrivata.>> tuonò un vocione alle mie spalle. Mi voltai e quando vidi un uomo altro più di un metro e novanta e grosso quanto l'armadio di camera mia, sussultai intimorita.
<<Si salve, il mio nome è Freya.>> dissi timorosa.
<<Cos'è quella faccia terrorizzata? Non mangio mica!>> scherzò lui.
Risi nervosamente e poi mi alzai in piedi.
<<Signor Farrel, sono pronta a cominciare con il suo permesso.>>
<<Mi piace chi prende l'iniziativa, ottimo.>> si congratulò.
<<Ho davvero bisogno di questo lavoro.>>
<<Lo vedo, non prenderla troppo sul serio però, il nostro locale è conosciuto per un clima scherzoso e famigliare.>>
<<Ho notato.>> risposi guardandomi intorno sorridendo.
<<Bene, va nel retro da Molly, una ragazza bionda alta più o meno quanto te, dì a lei il tuo numero di scarpe e la tua taglia, in modo tale che possa darti una divisa e dei pattini.>>
<<Un momento.. pattini?>>
<<A rotelle?>> aggiunsi sbigottita.
<<È un modo per servire più in fretta ai tavoli.>>
<<Wow.. beh vedrò di esercitarmi sul retro.>> dissi più a me stessa che a lui.
<<Non hai mai portato i pattini in vita tua?>>
<<No, mia madre era una pattinatrice e mio padre un giocatore di hockey, credo di aver avuto la repulsione fin da bambina.>>
<<Comprensibile, sarai crescita in mezzo a quei cosi.>> rise ed io accennai un sorriso.
<<Allora io andrei, grazie ancora signor Farrel.>>
<<Vedremo se mi ringrazierai ancora a fine giornata signorina!>> disse divertito.
Bene.. avevo l'impressione che mi sarei divertita parecchio..

Un amore perfetto. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora