Capitolo 48

373 32 3
                                    

Freya
Tornando in classe mi bloccai sulla soglia quando vidi Dylan seduto accanto a Tracy, una delle ragazze facili della scuola. Lei lo guardava con il suo solito sguardo da gattamorta mentre si rigirava tra le dita una ciocca di capelli, lui mi guardò con la coda dell'occhio e poi rivolse uno dei suoi sorrisini provocanti a gattina Tracy.
Feci finta di niente, assestai il colpo e andai a sedermi accanto a Colin.
<<Che gli salta in mente? Se la fa con lei adesso?>> chiese lui non appena mi fui seduta.
<<Che se la faccia quanto gli pare, non mi interessa.>> dichiarai brusca. Chi cercavo di convincere? Me stessa o mio cugino?
Mi sarebbe sempre importato di lui..
Nel periodo in cui Nadia mia aveva rinchiusa l'avevo odiato con tutta ne stessa, anche successivamente quando ero stata ricoverata in ospedale, ma avevano tutti ragione, se non fosse stato per lui probabilmente sarei morta. Per tanto tempo non ero riuscita a capire come avesse potuto permettere a Nadia di farla franca così, come avesse potuto darle l'occasione di scappare.. Ma pian piano era diventato tutto chiaro.. Dylan era cambiato, aveva imparato a perdonare, aveva imparato a controllarsi, era riuscito a tirare fuori quella parte di se a lui sconosciuta, la parte buona, quella speciale. Non era più il ragazzo rancoroso e arrabbiato che era quando i suoi lo hanno adottato, era più maturo, aveva aperto il suo cuore, tirando fuori più sensibilità di quanta mi aspettassi. Io ci avevo creduto, avevo sperato in questo suo cambiamento, non perché non lo amassi così com'era, bensì perché sapevo quanto stesse male. Lo avevo perdonato e ammetterlo a me stessa fu difficile la metà di quanto credevo fosse doverlo dire a lui. Ne avrei mai avuto il coraggio? E soprattutto, a lui sarebbe importato?
A guardarlo sembrava tale e quale a com'era prima, che fine avevano fatto tutti i suoi passi avanti?
<<Io non lo capisco..>> dissi sottovoce.
<<Eh?>> chiese distrattamente mio cugino.
<<Niente, lascia stare.>> sperai che l'ora passasse in fretta e quando finalmente la campanella suonò, mi fiondai fuori tallonata da mio cugino.
<<La smetterai mai di scappare?>> chiese lui.
<<Non sto scappando Col.>>
<<Si invece, affrontalo e basta.>> mi urlò contro e a quel punto mi fermai e mi voltai incredula verso di lui.
<<Affrontarlo?>>
<<Dovrei affrontarlo e dirgli che per tutto questo tempo sono stata malissimo? Che non riesco ad avercela con lui perché lo amo troppo? O dovrei dirgli che è stato un coglione a lasciarmi in ospedale a Dallas per andare chissà dove a fare chissà cosa?>>
<<Non eri da sola in ospedale.>> disse Dylan alle mie spalle. Come diavolo aveva fatto ad arrivare lì senza che me ne accorgessi. Tipico di Dylan, si muoveva velocemente e di soppiatto come un ladro.
<<Non osare uscirtene con queste stronzate, chiaro?>> risposi brusca.
<<Direi che è arrivato il momento di lasciarvi da soli.>> disse Colin raggiungendo Trent e gli altri che si trovavano qualche metro più avanti in corridoio.
<<È la verità Freya, tu non mi volevi lì, mi avresti cacciato a pedate se solo non avessi avuto una decina di ossa rotte. Non eri da sola, ti ho lasciata con la tua famiglia.>>
<<Che cazzo me ne frega di ciò che hai fatto! Io avrei voluto solo te accanto! Avevo bisogno di te e tu non c'eri!>> urlai tra le lacrime.. non piangevo da mesi ed ero appena scoppiata in un corridoio pieno di gente che sgomitava per arrivare in tempo in classe. Nessuno fortunatamente sembrò accorgersi di ciò che stava accadendo tra di noi.
<<Ma tu non mi volevi! Non ti ho mollata mai per giorni e sono rimasto accanto a te per altrettante notti! Poi mi hai cacciato, cosa avrei dovuto fare?>> urlò a sua volta. Temetti che scoppiasse a piangere anche lui.
<<Saresti dovuto restare! Ecco cosa avresti dovuto fare!>>
A quel punto cominciai a singhiozzare sempre di più, sentivo l'aria mancare nei miei polmoni e avevo solo voglia di scappare di rifugiarmi altrove. La campanella suonò e in un attimo ci ritrovammo soli in quel immenso corridoio dalle pareti bianche e gli armadietti blu. Scivolai contro la parete fino a ritrovarmi seduta per terra.
<<Mi dispiace così tanto piccola Freya.. Così tanto..>> disse lui cadendo in ginocchio accanto a me. A quel punto non riuscii più a rimanere lì impalata e feci ciò che più di tutto avevo desiderato fare fin da quando avevo riaperto gli occhi in ospedale: mi buttai tra le sue braccia senza pensarci due volte e senza perdere tempo lui mi strinse a se.
<<Ti amo così tanto..>> dissi tra un singhiozzo e l'altro.
<<Non hai idea di quanto possa amarti io.>>rispose lui asciugando ogni singola lacrima che aveva rigato il mio volto.
<<Ho bisogno di te nella mia vita più di chiunque altro Freya.. Non respingermi, ti prego..>> mi implorò.
<<Non posso più farlo Dylan, non riesco più a respingerti. Ho bisogno di te..>>
<<Ho sempre avuto bisogno di te..>> aggiunsi.
Rimanemmo così, l'una tra le braccia dell'altro.

Un amore perfetto. #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora