Prendere il controllo

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PRENDERE IL CONTROLLO


E' da quattro giorni interi che Andrea rimane sobrio...abbastanza.

Ha bevuto la sua solita birra, al massimo due, al giorno, ma niente di più. Non è stato in nessun bar e non ha mai perso il controllo di sé stesso.

Sono veramente felice e confido che migliorerà ancora di più.

Oggi è andato a pescare con suo padre.

Mi fa piacere che esca un po' con la sua famiglia. Per una volta, non ho la minima preoccupazione per lui visto che ho capito che è in buone mani.

Torna a casa per le quattro del pomeriggio. La prima cosa che mi colpisce è l'odore. Fango bagnato. Ecco di cosa è ricoperto. Lo guardo dallo stipite della porta, totalmente ricoperto di fango. Dalla testa ai piedi, sui capelli e sui vestiti.

-Andrea! Cosa è successo?-

-Io...sono caduto nel fango-

-Oh...mio Dio- gli dico, fissandolo

-Beh, togliti le scarpe- continuo quando vedo le impronte di fango sul nostro pavimento.

Lui esegue e si toglie gli stivali sporchi.

-Okay, ehm...andrò a prepararti una bella doccia-

Non lo tocco, ma cerco di dirigerlo verso la doccia. Per fortuna lui mi segue.

Apro l'acqua e lui entra nella vasca, con i vestiti infangati ancora addosso.

-Prendo uno straccio- gli offro.

Quando torno l'acqua ha lavato via un bel po' di fango, ma i suoi capelli e il suo viso sono ancora notevolmente sporchi.

Bagno lo straccio e lo copro di shampoo. Inizio a strofinarlo sulla testa e tra i capelli. Lo passo anche attentamente sul suo volto.

Lui se ne sta perfettamente immobile per tutto il tempo, chiudendo gli occhi quando arrivo al viso.

Lascio che l'acqua lavi via le bolle di sapone e poi ricomincio a lavorare sui suoi capelli. Devo togliere gli ammassi incollati di ciuffi dei suoi capelli chiari. I suoi vestiti sono finalmente liberi dallo sporco, sono solo grondanti d'acqua.

-Vuoi farti la doccia, ora?- gli chiedo, sottintendendo il fatto che me andrò così potrà realmente pulirsi e liberarsi dai vestiti.

Lui mi guarda, ancora silenzioso, come sempre. Lentamente mi fa cenno di no con la testa. Mi acciglio.

-No? In ogni caso dovrai cambiarti i vestiti, quindi sarebbe meglio che tu ti lavassi...- inizio, ma lui si siede nella vasca.

Non so cosa fare.

Mi inginocchio fuori dalla vasca per essere al suo stesso livello.

-Stai bene? E' successo qualcosa? Come sta tuo padre?- gli chiedo e porto di nuovo la spugna suoi suoi capelli.

Questo non lo turba per niente. Lascia che io lo pulisca da tutto ciò che riesco. Finalmente mi risponde.

-E' uno stronzo- mi dice.

I miei occhi si spalancano.

-Tuo padre? Perché?-

-A lui non importa neanche, lui...ha scherzato sulla mamma!- grida arrabbiato.

-Beh, alcune persone affrontano la morte in un modo diverso, forse...-

-No, lei è morta e lui fa battute?! Come può farlo!?- mi interrompe di nuovo.

-Andrea, sono sicuro che non lo pensava veramente. Tu sai che anche lui sta soffrendo in questo momento-

-Me ne frego, è solo un figlio di put...-

-Andrea! Smettila! E' tuo padre, il marito di tua madre. Dagli un po' di fiducia- gli dico.

Lui mi guarda, il suo viso ancora ricoperto di disapprovazione.

Sta diventando un po' troppo ostinato.

-Sai cosa? Hai bisogno di una doccia- affermo fermamente.

-No- dice lui.

-Sì- gli ordino e cerco di togliergli la camicia.

Lui si allontana da me e tenta di afferrarmi i polsi per fermarmi, ma io gli sbottono la camicia prima che ci riesca. Gliela tolgo e poi passo alla canottiera, ma sta rendendo tutto molto difficile.

-Andrea! Hai bisogno di una doccia! Sei sporco e puzzi! Quindi, lavati, ora! Non me ne andrò finché non vedrò tutti i tuoi vestiti colpire il pavimento-

Mi alzo e chiudo la tendina della doccia così si può svestire e fare ciò che gli ho detto. Aspetto e guardo la tendina chiusa.

Non sento nessun movimento, ma dopo circa un minuto la sua canottiera cade a terra. Poi i suoi pantaloni e le sue calze e poi, finalmente, le sue mutande.

-Bene, vado a pulire questi, strofina bene!- gli dico prima di raccogliere i vestiti bagnati.

Penso di aver finalmente capito che questo sia il modo giusto per affrontarlo.

E' una situazione molto delicata, ma Andrea ha bisogno di regole ferree.

Ha bisogno che qualcuno prenda il controllo e lo aiuti ad uscire dal buco nero che si è costruito attorno.

Ha bisogno che qualcuno gli porga una mano in suo aiuto e lo obblighi a prenderla oppure non ne uscirà mai.

Così questo è ciò che farò.


Continuavo a vedere il vero te anche quando non eri te stesso

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Ciao a tutti, come promesso oggi ho caricato il nuovo capitolo.

Sono felicissima che questa storia vi stia piacendo così tanto, davvero, non me lo sarei mai aspettato:)

Lasciatemi tanti bei commenti che sono sempre un piacere!

Un bacio e alla prossima!

Passo dopo passo saprò come guarirtiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora