Chapter 10

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Dopo un lungo e imbarazzante tragitto, o alquanto mi è sembrato, Clay parcheggia nel cortile di una casa bianca a due piani, si poteva sentire la musica da fuori. Il cortile era pieno di persone già ubriache che barcollavano e ridevano.
Scendo dall'auto quando-

«SMITH? AHAHAHAHAHAHA CHE COSA CI FAI QUI CON IL MIO RAGAZZO?» urla Zoe anch'essa già ubriaca di prima sera.

«Cavolo, pensavo non ci fosse stata qui, scusami Carol» mi sussurra Clay.

«Non sono affari tuoi Zoe» ribatte Clay difendendomi.

«Ho chiesto a lei Clay. E poi perché sei con lei?» dice con un ghigno maligno in viso.

«L'ho portata qui perché è mia amica. Punto. Non c'è altro. E poi ti ho detto mille volte che mi hai stancato con i tuoi atteggiamenti particolarmente irritanti Zoe, non farmi ripetere quel santissimo discorso che ti ho fatto.»

«Pff. Allora dicevo, perché sei qui Smith?» dice fregandosene altamente del rimprovero di Clay.

«Non sono qui per rispondere alle tue stupide domande.» dico fredda.

«Oh siamo nervosi oggi eh. Tesoro, ti ricordo che sei con il MIO ragazzo, e già che non ti abbia preso per i capelli è tanto. Quindi non farmi irritare ancora di più perché saranno guai seri per te brutta poco di buono okay?» dice sorridendomi vigliaccamente.

«Adesso basta Zoe, hai superato il limite. Vieni Carol.» dice Clay prendendomi per il polso e trascinandomi dentro.

«Dove credi di andare Clay? Non ne hai avute abbastanza?» urla Zoe

Clay Si irrigidisce e vedo serrarsi la sua mascella.
Corre verso di lei e le urla

«TRA NOI È FINITA ZOE! MI HAI STANCATO CON I TUOI ATTEGGIAMENTI RIDICOLI. NON VOGLIO PIÙ VEDERTI»

Rimango paralizzata alla scena che ho appena visto. Lei è lì, impietrita con il viso particolarmente nervoso ma al tempo stesso triste e le lacrime che le rigano il viso facendole colare quei 9 kg di trucco.

«Andiamo.» dice nervoso Clay

Mi riprende il polso, ma io indietreggio.

«Se mi hai portato qui con te per avere una scusa per lasciare Zoe torno a casa. Non voglio ritenermi responsabile di niente, ci conosciamo appena. Probabilmente ho sbagliato a venire qui, sapevo che eri fidanzato quindi potevo evitare tutto ciò. Scusa, me ne vado.»

Faccio per andarmene quando mi prende per la vita.

«Non sei responsabile di nulla... vieni con me.»

Ci dirigiamo dietro la casa, e ci avviciniamo ad un piccolo balconcino che da su un paesaggio notturno di un bosco e un piccolo fiume.

«Vedi... Zoe era la mia promessa sposa. I miei genitori erano un po' all'antica, volevano che sposassi una ragazza di buona famiglia cosi che non ci sarebbe mai mancato nulla economicamente cosi, quando avevo 9 anni organizzarono un'incontro tra me e questa ragazza che nemmeno conoscevo. Lei era bella, l'ho sempre pensato ma non era quel tipo di ragazza che volevo. C'era e c'è ancora qualcosa in lei che mi urta il sistema nervoso. Ma purtroppo ero costretto a stare con lei e mi misi l'anima in pace sapendo che tanto la dovevo sposare. Due anni dopo, i miei morirono in un incidente stradale, ed io andai a stare dai miei zii che presero in tutto e per tutto il posto dei miei genitori. La promessa con Zoe dopo la morte dei miei genitori si ruppe quindi mi sentivo libero. Ma lei si era innamorata di me, tanto che il padre mi minacciò e mi disse che se l'avrei lasciata o l'avrei fatta soffrire lui avrebbe preso provvedimenti molto gravi riguardo me o i miei zii a tal punto da farmi rimanere orfano o altro in tutti i sensi. Ti chiederai il perché non sono andato dalla polizia(?) Beh, lui era in un giro illegale di persone molto pericolose, e se io sarei andato a denunciare ero letteralmente morto. Ma non è questo il punto. Pochi mesi dopo che compii 15 anni, i genitori di Zoe si trasferirono in Australia portandosi quel "giro di persone" per non so cosa, lasciando la figlia alla nonna. Trasferendosi, io avevo la possibilità di lasciare Zoe e essere libero, ma c'erano di mezzo i suoi sentimenti e bla bla bla bla ma vederla piangere tutti i giorni mi dava urto, perciò facemmo una scommessa; Io restavo con lei solo per portarmela a letto non per altro. Lei accettò, ma ha sempre saputo che non l'ho mai amata davvero.»

Rimango di stucco. Non posso crederci. Io che credevo che loro erano i suoi genitori. Tutta la mia vita non ha più senso. Cioè ora ha un senso, ecco perché quando stavano per andarsene la sera della cena, Clay ha chiamato la madre/Zia, per nome.. ora si spiega tutto.. ma non capisco perché stia raccontando tutto ciò a me. Cioè io non sono nessuno, nemmeno la sua migliore amica, solo la sua stupida vicina di casa che ha appena fatto lasciare Lui e la sua zocc... Zoe.

«Perché stai dicendo a me tutto questo?» chiedo accigliata.

«Non lo so Caroline, c'è qualcosa in te che mi fa stare bene.»

Okay no aspetta sul serio?

'Non ti può leggere nella mente Carol alza la voce'

E sta zitta per una volta.

Guardo il paesaggio, mi giro verso di lui che mi sta fissando. Ci scambiamo sguardi che non so descrivere, quando mi squilla il cellulare.

«CAROLINE ABBY SMITH! DOVE DIAVOLO SEI?» urla Chloe.

Rido istericamente e le spiego dove sono.

«Okay io sono dentro, quando vuoi entra, io sono con Shepley»

Shepley è il ragazzo con cui esce, okay sono sollevata che non sia sola almeno non avrà la sensazione di essere la terza incomoda.

«Dai entriamo? Caroline Abby Smith?» dice sorridendo.

«Hai sentito tutto?» dico ridendo

«Beh vedi, nel silenzio della notte, una voce dall'altra parte del cellulare che urla il tuo nome completo è difficile da non sentire.»

Scoppiano a ridere e ci dirigiamo all'interno della casa.
Finalmente inizia la vera e propria serata.

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DEVO ASSOLUTAMENTE SCUSARMI CON VOI PER ESSERE STATA ASSENTE E NON AVER POSTATO PER UN BEL PÒ. VI PREGO DI PERDONARMI MA NON SONO STATA BENE NE FISICAMENTE NE MENTALMENTE.

Sorry ancora.
-bacini❤️

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