Chapter 3

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Sono le 7.30 PM e ancora mi sto ciondolando per casa aspettando che mi venga un'idea su che outfit dovrei indossare, ma per il momento non mi viene in mente niente.

«Muoviti Caroline sono le 7.35 PM e tra poco meno di un'ora saranno qui!»

Uffa! odio mia madre quando mi mette ansia. Già sono ansiosa per conto mio ci si mette anche lei.

«Si ho quasi finito!»

Entro in bagno, comincio a guardarmi allo specchio e penso che dovrò cambiare radicalmente il mio viso con il trucco. Non so assolutamente nulla di ciò, quindi cerco dei consigli su alcuni siti.

Mi faccio una doccia ed esco. Comincio ad asciugarmi i capelli quando mi squilla il cellulare. Numero sconosciuto.

«Pronto?»

«Ehi Caroline! Sono Riley la tua amica delle elementari! Ti ricordi di me? Abbiamo fatto la quarta e la quinta elementare insieme a New York!»

Non riuscivo a ricordare chi fosse. Riley? Ma Riley chi? E poi non ricordo di aver avuto un'amica quando ero piccola. Mi ricordo solo che avevo una bambina che giocava con me tutti i giorni dopo scuola. Ma non ricordo se si chiamasse Riley o no. Io in realtà questo nome non l'ho mai sentito.

«Emh credo che lei abbia sbagliato persona.»

«No Caroline! Dai seriamente non ti ricordi? Giocavamo tutti i pomeriggi dopo scuola. Ti ricordi la casa sull'albero? Quella che costruimmo al Central Park di nascosto con tuo padre e mio padre»

Oh mio Dio! Ora ricordo!
La casa sull'albero, il Central Park , mio padre, suo padre, lei. Ora mi tornano in mente quei pomeriggi e quelle estati passate a mangiare quei dannati budini al cioccolato e le notti insonni passate sul computer di mio padre a vedere le serie tv delle Winx e di Winnie The Pooh.

«Oh Dio Riley! Si ora mi ricordo perfettamente... La casa sull'albero, i budini, le winx. Come stai? Come va a scuola? e i tuoi?»

«Bene. Sono qui in città se vuoi domani possiamo uscire a prendere un frappuccino da Sturbuks. Prima di chiamarti sono riuscita a contattare tua madre e lei mi ha dato il tuo numero.»

«Si sarebbe magnifico allora domani alle 5.00 PM da Sturbuks. Ho molte cose da raccontarti»

«Va bene a domani un bacione.»

Poso il cellulare e continuo ad asciugarmi i capelli. Prendo i trucchi, mi faccio una linea di eyeliner, un pò di rimmel per evidenziare le mie lunghe ciglia e un rossetto rosso sulle mie labbra carnose che non sfrutto mai, ma devo ammettere che con il rossetto sono molto belle.
Infilo il mio vestito rosso attillato, i miei tacchi neri lucidi e finisco di piastrare i miei capelli, con qualche boccoletto sulle punte. Non faccio in tempo a guardare l'orario sul mio cellulare, che suona il campanello. Sento delle voci, così decido di fare la mia entrata preferita. Sto scendendo le scale. Mi sento come Macklemore, all'inizio del video di thrift shop. Scesa a rallentatore, io che sembro Dio Anubi sceso in terra. Mi sento gli occhi addosso, scendo ancora più lentamente per creare quell'effetto tipo Cenerentola al ballo. Sceso l'ultimo gradino mi guardano tutti come se fossi Angelina Jolie. Lo sguardo di lui, gli manca solo la bavetta all'angolo della bocca.

Viene verso di me. Ha un profumo fantastico. E la sua camicia nera attillata con i suoi jeans neri strappati, lo rendono un ragazzo perfetto. Aiuto.

Non so se sorridergli perché dopo sembra che mi interessi, ma se non sorrido sembra che sono appena tornata da un funerale.

Okay gli sorrido. Non mi importa delle conseguenze.

'Avanti Carol mostragli cosa sai fare con il tuo sorriso'

Fa silenzio Caroline interiore mi metti ansia.

'Noo'

«Ciao! Emh.. S-s-sei carina.»

OH NON CI CREDO!! MI HA DETTO CHE SONO CARINA.

'Facciamo passi avanti'

NO NO OKAY CALMA CAROL STAI CALMA RISPONDIGLI SENZA BALBETTARE... E IN MODO NORMALE.

«Oh, grazie sei molto gentile.»

«Dico solo la verità.»  dice facendomi l'occhiolino.

Aaahh.

Mi dirigo verso i suoi genitori.

«Salve, piacere Caroline.»

«Ciao Caroline, io sono Nicol e lui è mio marito Andrew. Sei veramente molto carina, quanti anni hai?»

«Oh, la ringrazio signora Nicol, ne ho 17»

«Bene signori possiamo accomodarci nella sala da pranzo per la cena.»  dice mia madre indicando la strada.

Non smette di fissarmi e a me sale ancora di più l'ansia. Se mi capitasse una brutta figura mentre mi guarda, me la ricorderò per sempre.

Si siede vicino a me. E già mia madre comincia a guardarmi con il suo solito sguardo sospettoso e ammiccante.
Durante la cena, fortunatamente, non accade nulla di particolare e noi restiamo in silenzio per quasi tutto il tempo;

Mentre stanno per andare via, lui si avvicina a me.

«Frequenterai la Miami High School?» dice con la voce un pò roca.

«Si inizio domani»

«Se vuoi domani ti accompagno io.»

'Digli di si! Digli di si! Dai Carooooool'

«Ti ringrazio ma preferisco andare con mia madre così che quando dovrà venirmi a prendere saprà già la strada.» dico con aria fredda. Non so perché l'ho fatto ma è stato istintivo.

'Perché? Perché hai rinunciato? Stupida'

Preferisco che le cose non corrano troppo. E poi è solo un vicino di casa. Cosa potrà mai succedere?

'Tutto'

Fa silenzio.

«Va bene allora a domani» dice con aria delusa, ed esce di casa con i suoi.

Ma che cosa crede? Che con il primo che capita mi faccio accompagnare a scuola e poi magari anche stuprare? No grazie.

'Ma cosa stai dicendoo? E poi perché questi pregiudizi ma dai. Mica è un maniaco. E poi è figooo'

Zitta sta volta ho ragione io.

'Uff va bene.'

Ecco.

Salgo su in camera mi svesto e mi metto il pigiama, raggruppo i miei capelli in un cipollotto lento e vado in bagno a struccarmi.

«Sei stata bene?»

Sobbalzo per un momento. Quasi mi pende un colpo. Era mia madre che mi stava osservando da un po e non me ne ero accorta.

«Stavo per morire d'infarto»

«Non cambiare discorso tesoro»

«Si mi sono divertita» mento. Dato che io e lui non abbiamo parlato per tutta la sera, tranne che per rispondere alle banali domande dei genitori di entrambi.

«Bene, allora io vado a dormire. Ricorda, domani alle 6.15 AM in piedi.»

Giusto. A forza di pensare alla serata me ne ero completamente dimenticata.

Metto la sveglia, e vado a dormire. Mi rigiro nel letto per l'ansia. Mi vibra il telefono. Ma sono talmente stanca che non ho voglia di fare niente.

Dopo un'ora circa mi addormento.


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Ecco a voi il terzo capitolo. Spero vi piaccia anche questo. Scusate per gli errori temporanei.

Love, Corinne❤️

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