Chapter 15

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Biiip. Biiip. Biiip.

La sveglia emette un suono stridulo e penetrante, e rimpiango subito di avere usato quella invece del cinguettio celestiale o della musichetta dolce del mio telefono. «Dimmi che quel coso ha suonato all'ora sbagliata» borbotta Clay. Ei aspetta.. ma cosa ci fa Clay sulla poltrona? «Perché sei sulla poltrona?» «Io glielo avevo detto che poteva dormire nella tua vecchia camera ma ha insistito per dormire sulla poltrona vicino a te» risponde la nonna al posto suo dalla cucina. «Proprio così» dice Clay mentre ridacchia. «E comunque no, è mattina» rispondo mentre mi strofino gli occhi. Ho già mal di testa. Come se non mi aspettasse già una giornata campale. La cefalea è il risultato di un'altra "notte" quasi in bianco. Sono rimasta sul divano, sveglia, a fissare il soffitto del salotto a pensare a tutto ciò che devo fare oggi, delle incombenze da sbrigare per il funerale di Papà, alle cose da dire, mi chiedo come faccio a non crollare definitivamente. «Dai alzati tesoro che la colazione è quasi pronta, oggi ci attende una giornata emotivamente faticosa» urla la nonna dalla cucina. Emotivamente faticosa? Che intende? Forse l'organizzazione del funerale di mio padre. Beh non ha tutti i torti. «Okay.. ci pensi tu a chiamare il tizio che organizza i funerali? Io non ce la faccio.» dico mentre mi dirigo in bagno. «Oh tesoro ho già fatto tutto io... il funerale è oggi pomeriggio verso e 4 e mezzo.» urla con un segno di malinconia nella voce. «Cosa? Davvero?» non posso credere che abbia fatto tutto da sola. La nonna è emotivamente debole, quindi come avrà fatto ad organizzare il funerale del figlio? Io non ce l'avrei fatta, essendo già debole di mio.. figuriamoci organizzare il funerale di mio padre. Papà.. Papà.. Mi manchi. Ci attende il funerale di mio padre, e devo dimostrarmi forte, sostenere la nonna e me stessa. Come diavolo posso riuscirci? Non ne ho la più pallida idea. Mi volto verso Clay prima di entrare in bagno, lo guardo con gli occhi gonfi, per via di tutte le lacrime che avevo versato in silenzio in aereo, per non preoccuparlo ulteriormente. Mi fa un sorriso triste e io mi sento ancora più triste.

***

Sebbene ormai lo conosco bene, non riesco ad abituarmi all'odore dell'ospedale. Sembra che aleggi nell'aria un tanfo di morte, coperto da detergente e candeggina; Ero andata a trovare mia madre un paio di ore dopo essermi svegliata ed essermi fatta una doccia. Detesto il fatto che non si può fare nulla, salvo metterla in condizioni di stare comoda e aspettare. La sua prognosi dicono che stia peggiorando. Non mi piace questa situazione sfuggente del tutto al mio controllo.

***

Quando l'auto nera con a bordo me, la nonna e Clay si ferma davanti al crematorio che la nonna ha scelto per la cerimonia, l'irrevocabilità di questo momento mi toglie il fiato. Afferro la mano della nonna e la stingo con tanta forza da quasi farle male. «Non credo di farcela» dico sottovoce scuotendo il capo e ricominciando a piangere piano piano. Clay deve essersi accorto che non sono dell'umore giusto, così mi avvolge intorno alle sue braccia così da farmi sentire al sicuro. è straordinario come possa farmi calmare in così poco tempo. Amo questo lato di lui. «Ce la faremo insieme» mi sussurra. La nonna annuisce e apre lo sportello così da uscire per prima poi si volta verso me e Clay e ci fa cenno di scendere. Faccio un respiro profondo, facendomi forza e ripetendo mentalmente il mantra che avevo recitato col pensiero nel corso dell'ultima ora. Non piangere. Non piangere. Non piangere. Scendo dall'auto, raggiungendo la nonna che sta fissando quel brutto edificio di mattoni. Avanziamo tutti e tre verso l'ingresso a volta per dire addio all'uomo migliore che avessi mai avuto il piacere di conoscere. Deglutisco ripetendo il mio mantra "non piangere" , e cercando di restare forte per tutti. Una volta dentro sgrano gli occhi per la sorpresa. C'è tantissima gente, molti amici e parenti di papà venuti a dargli l'ultimo saluto, e le panche sono già tutte piene. Mi sento piena di gratitudine. è un onore il fatto che tante persone sentissero la sua mancanza, si era fatto valere per la persona dolce e buona che era. Mi sento le gambe molli, ma non so come ho fatto ad arrivare avanti e sedermi. Mia nonna a sinistra e Clay a destra. Non appena ci sediamo, udiamo la voce di Jamie un vecchio amico di papà che canta Photograph di Ed Sheeran. Mio padre la considerava una delle canzoni più belle. Quando il volume inizia a diminuire, guardo il tizio che inizia a fare il discorso e cerco di prepararmi per quello che verrà. Nel bel mezzo della cerimonia cerco di concentrarmi, ma gli occhi continuano a fissare una crepa sul muro. Devo assolutamente concentrarmi altrimenti mi dimenticherò tutto il discorso che ho preparato per il mio papà.

Papà.

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