capitolo 9

16 4 36
                                    

Caro diario,
Purtroppo la relazione tra mio fratello e Karen non durò a lungo...

Jessica quel giorno aveva uno strano presentimento. Cercò di convincersi che fosse solo un po' di agitazione per la verifica di matematica che avrebbe dovuto affrontare quella mattina.
Si vestì in fretta poiché era tardi e andò a scuola.

Entrò e andò al suo armadietto. Ad un certo punto sentì dei passi frettolosi andare nella sua direzione, quei passi svelti e leggeri potevano appartenere solo a...
"Karen! Che succede?!" Esclamò Jessica non appena vide la sua amica con le lacrime agli occhi.
"Ti aspetto in bagno" disse Karen senza aggiungere altro dirigendosi in bagno.
Jessica abbastanza confusa e preoccupata prese velocemente i libri che le servivano e andò in bagno.
Trovò l'amica ranicchiata in un angolo con le ginocchia al petto e la fronte appoggiata su di esse.
"Dimmi cosa c'è che non va" disse Jessica richiamando l'attenzione di Karen.
Karen sollevò il capo e senza dire niente corse ad abbracciare Jessica.
"Ho paura" dichiarò Karen dopo qualche secondo di silenzio.
"E di cosa?" Chiese incuriosita Jessica
"Ho paura della reazione di Nicholas" disse Karen staccandosi dall'abbraccio e abbassando lo sguardo.
"Parla chiaro!" Esclamò Jessica spazientita.
"Parto per Vancouver..." Disse sospirando "e non torno più" Karen terminando la frase si coprì il viso con le mani e scoppiò a piangere.

-Allora non era solo un presentimento- pensò Jessica. Non sapeva come consolare la sua amica: da una parte era arrabbiata con lei perché era sicura che le stesse nascondendo questa cosa da molto tempo, dall'altra era triste e sconvolta e immaginava che suo fratello avrebbe sofferto di più perché non avrebbe più rivisto la ragazza che era riuscita a rubargli il cuore.
"Da quanto tempo lo sai?" Chiese Jessica.
"Circa un mese" disse Karen asciugandosi gli occhi.
"UN MESE E NON HAI DETTO NIENTE?! TI RENDI CONTO DEL FATTO CHE SPEZZERAI IL CUORE A MIO FRATELLO?!" Cominciò ad urlare Jessica.
"Lo so e mi dispiace!" Disse Karen mortificata.
"Non mi interessa del fatto che ti dispiaccia! Hai avuto il coraggio di metterti con Nick anche quando sapevi che non sarebbe durata!" Disse Jessica smettendo di urlare ma mantenendo un tono aggressivo.
"Sono innamorata di Nicholas e non mi importava in quel momento della partenza, volevo solo essere felice. Infatti ho trascorso le tre settimane più belle della mia vita con lui!"
"La tua felicità danneggerà Nicholas e non mi piace vedere mio fratello soffrire!" Jessica si passò una mano tra i capelli "ti meriti uno schiaffo, non comprensione" dopo aver detto ciò Jessica uscì dal bagno.

Karen era disperata: credeva di aver perso la sua migliore amica e sapeva che avrebbe perso presto anche l'unica persona che la faceva stare bene e la trattava come una principessa.
Decise di tornare a casa senza pensarci due volte.

Appena si chiude alle spalle la porta della sua camera cominciò di nuovo a piangere.
Pianse per tanto tempo, poi smise.
-Sono ridicola- pensò - devo trovare un modo per dirlo a Nicholas senza farlo soffrire troppo.... Mica facile!-

Arrivò la sera, Karen si preparò e uscì di nascosto.
Andò a casa di Nicholas e si arrampicò sull'albero che era davanti al balcone della stanza di Nick sul retro della casa.
Appena fu sul balcone bussò alla porta-finestra, sicura che il suo ragazzo fosse nella stanza.
"Oh Gesù Cristo! Che cazzo ci fai qui, Karen?" Disse Nicholas diventando pallido per lo spavento.
"Sono qui perché devo parlarti" disse Karen.
"Ok entra pure" disse Nicholas curioso.
"Parto per Vancouver, non per una semplice vacanza. Mia madre ha deciso che ci saremmo trasferite circa un mese fa. Non so se rompere con te o rimanere fidanzati, ma non so se riuscirò a tornare una volta ogni tanto." Disse Karen velocemente.
"Perché non me l'hai detto prima?" Disse Nick sentendo il mondo crollargli addosso.
"Perché sono innamorata di te e volevo che almeno l'ultimo periodo della mia permanenza qui fosse felice."
"Capisco, ma almeno potevi dirmelo prima! Avremmo passato più tempo insieme..." Sospirò "aspetta un momento, perché me lo dici ora?!" Chiese Nick come se avesse avuto un illuminazione.
"Perché parto fra tre giorni..." Disse Karen distogliendo lo sguardo.
"Ok questo è troppo! Fuori di qui!" Disse Nicholas severamente.
Karen uscì dalla casa, mentre tornava a casa sua iniziò a piangere silenziosamente.

Il giorno dopo si fece forza e andò a scuola. Pensava che sarebbe rimasta da sola per tutto il giorno, se lo meritava.
Qualcuno la fermò, Karen allora si voltò.
"Scusami Karen! Mi dispiace di averti urlato contro, è solo che non è bello sapere che la tua unica amica ti lascerà da sola." Disse Jessica dispiaciuta.
"Non fa niente, me lo sono meritata." Rispose Karen.
Poi arrivò Nicholas che trascinò Karen in un corridoio dove passava poca gente.
"Quando partirai ci lasceremo perché non voglio che ti senta in obbligo nei miei confronti, se un giorno dovessi trovare un altro ragazzo sarai libera di stare con lui. Per ora voglio passare insieme gli ultimi due giorni che ci rimangono." Disse Nicholas.
"Grazie per avermi perdonata." Disse Karen sollevata.
"Io non ho mai detto che ti ho perdonata, nonostante questo sono innamorato di te e voglio un ricordo felice del tempo che abbiamo trascorso insieme." Disse Nicholas prendendo la mano di Karen e baciandole dolcemente il dorso.

Dopo i due giorni trascorsi insieme non fu facile separarsi. Fu più difficile del previsto, eppure nessuno pianse.
Forse non volevano piangere perché non avevano ancora realizzato che era tutto vero: Karen stava per partire e non sarebbe tornata più, oppure non piangevano perché non avevano la forza per farlo.

Alcune volte non si piange semplicemente perché il dolore è così intenso che ti lacera dentro ma non danneggia la corazza che si è creata per non mostrare la sofferenza alle altre persone, perché è più facile colpire i punti deboli che battersi con quelli forti.

Piansi tanto quando tornai a casa mia, mio fratello invece sembrava senza vita, come se tutte le emozioni fossero state risucchiate dal suo corpo.

Ora comunicherò una buona notizia per alleviare il peso che sento sul petto: ho comprato due criceti! So che avevo detto che non ne avrei comprati più ma erano così carini! Si chiamano Abdul e Rocky, hanno dei comportamenti strani... Devo capire cosa combinano.

Arrivederci, Jessica

Caro diario... Sto arrivando MichaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora