L'alba è il momento preferito di Alyssa, l'unico in cui può assaporare la nascita di qualcosa, qualcosa di spettacolare. Quella limpida mattina si alternavano varie tonalità del rosa, che coloravano il cielo di New York come se fosse un quadro impressionista.
La ragazza bevve un altro sorso della sua tisana e si strinse nella coperta che portava sulle spalle, riflettendo sulla meraviglia di quel fenomeno, un regalo di esplosioni di colori.
Sedeva sul davanzale in legno della sua finestra, abbastanza grande per poter permettere ad una persona di stendersi. Da quella vetrata enorme riusciva a vedere la rinascita di Manhattan, che piano piano si stava rimettendo in moto. Riusciva a percepire persino l'odore di caffè degli azionisti dell' Upper West Side e il fiato pesante di coloro che andavano a correre a Central Park.
Alyssa rammentò ciò che sempre citava la nonna "New York non è solo una città, è uno stile di vita" e sorrise, pensando che è la cosa più vera che avesse mai sentito dire. Soltanto un Newyorkese può capire che cosa significhi New York, ma nemmeno un Newyorkese potrà mai dire di conoscere a fondo questa città.
Iniziare la giornata con questo rompicapo alimentò il cervello della ragazza, che andò a frugare con l'immaginazione nelle case dei vicini, inventando storie su di loro e chiedendosi quanta New York conoscessero.
Chissà se fra tutti quei mortali c'è qualcuno che riesce a capire che questa città è troppo per la mente umana, che si domanda se veramente vi è stato l'aiutino di qualcosa di superiore...
Si rese conto che il sole stava ormai sorgendo e che il cielo perdeva quelle sfumature rosee sempre più velocemente. Si rimise attentamente in piedi, cercando di non soccombere al sonno.
Attraversò con passo felpato il parquet della sua stanza perfettamente ordinata, quasi in modo maniacale e una volta giunta di fronte al suo comodissimo, caldissimo e sofficissimo letto matrimoniale vi si buttò sopra, con l'intento di cambiare posizione solo dopo diverse ore.
Purtroppo i suoi propositi furono smontati dall'ingresso della madre che, nonostante fossero soltanto le sei del mattino, non esitò mostrare tutta la sua vitalità.
"Aly vedi di svegliarti e di fare le valige, perchè alle dieci partiamo per il campo, o forse te lo sei dimenticata?" Annabeth Chase ridacchiò alla vista della figlia che balzava in piedi, barcollando a causa della pressione ancora bassa. Annabeth diede un'ultima occhiata a quella piccola figura dai lunghi riccioli scuri, pensando a quando lei stessa doveva fare le corse per andare al campo...Alyssa quasi inciampò uscendo dalla doccia e neanche si curò di togliersi accappatoio e asciugamano. Attraversò il corridoio dell'appartamento a due piani nel quale viveva , per precipitarsi a corsa nella sua stanza. Si fece sbattere la porta dietro e, attenta a non cadere sul tappeto che stava tra il letto e la scrivania, spalancò le ante del gigantesco armadio bianco.
All'interno i capi d'abbigliamento erano posti in modo estremamente ordinato e preciso, ovviamente catalogati per funzione e colore. Queste distinzioni l'aiutarono a scegliere più velocemente cosa portare e nel giro di due ore riuscì a chiudere finalmente le valige, ovviamente con un po' di fatica.
Era fiera del suo lavoro, in poco tempo era riuscita a eseguire un lavoro che solitamente le prendeva un pomeriggio ed in più lo aveva fatto bene, mettendo le cose al loro posto e piegate a modino.
Decise che una bella colazione premio ci stava e si affrettò ad asciugarsi i capelli per potersi sedere a tavola per gustare il dolce della sua nonna, che aveva deciso di salutare così i suoi nipoti.
Le scale in vetro quella mattina erano particolarmente scivolose e concentrasi con quell'odorino di cioccolato che saliva per la casa era particolarmente difficile. Nella limpida e ariosa sala da pranzo trovò solo sua madre e suo padre, rispettivamente coinvolti in una discussione riguardate i loro genitori divini, come al solito.
Si chiese dove fosse andato a finire suo fratello, ma mangiare il dolce senza di lui che rompeva le scatole sulle porzioni era decisamente meglio. I suoi continuavano a non accorgersi di lei e la tazza di caffè di Percy Jackson stava oscillando pericolosamente tra le sue mani.
"Sai benissimo che mia madre aveva ragione, Percy!" Esclamò Annabeth inacidita
"Piantala Annabeth, tu non daresti ragione a mio padre nemmeno per un milione di dracme" Ribatté Percy sbattendo la tazza sul tavolo.
Alyssa tossì volutamente e finalmente i genitori si accorsero di lei, guardandosi comunque in cagnesco. Entrambi le diedero il buongiorno e poi ognuno tornò a farsi gli affari suoi. Certe volte si comportavano con bambini, ma l'arrabbiatura non durava mai a lungo. La ragazza era ormai abituata alle loro liti, specialmente quelle mattutine in sala da pranzo. D'altronde non si poteva pretendere che andassero d'accordo su tutto.
Alyssa prese una fetta della torta di sua nonna, rigorosamente blu. Assaporò il cioccolato che colava dalle fette e si gustò quella prelibatezza degli dei fino alla fine, dimenticandosi di tutto ciò che vi era intorno.
Solo lei e il cioccolato grondante.
***"Aly ma che hai? Perché sei sempre in mezzo" Suo fratello la superò con una spallata che la fece barcollare. La pragazza infatti era immersa nella contemplazione della vegetazione di Central Park, che si proprio davanti al portone del suo palazzo. La vista di tutto quello le sarebbe mancata, un anno senza i grattaceli, i taxi, il traffico, la metropolitana e la vista continua del parco cittadino più bello del mondo.
Diede un ultimo sguardo a tutto quello e poi caricò la sua ultima valigia nel bagagliaio, per poi prendere posto vicino a suo fratello.
"Pronta sorellina?" Narse prese la sorella e la tirò verso di lui sul sedile dell'automobile, dandole affettuosi baci sulla nuca.
***
Narses Jackson è esattamente quello che ci si immagina quando pronunciamo la parola semidio. Alto e muscuoloso, un corpo così perfetto da sembrare quello di una statua. Morbidi riccioli biondi gli ricadono dolcemente sul viso dal colore ambrato, nel quale si distinguono i grandi occhi grigi. Gli zigomi alti e ben definiti, il naso dritto e deciso e la bocca piccola, con le labbra carnose.
Il suo sorriso lascia veramente senza fiato, con quei denti bianchi che riflettono la luce del sole.
L'opposto della sorella; Statura media e magra, con lunghi riccioli scuri, che incorniciano il viso. Occhi scuri e incarnato ambrato, l'unica cosa in comune al fratello.
Fratelli leggendari, da bellezza divina, con niente da invidiare ai loro antenati delle antiche storie.
***Alyssa devi controllare meglio, tu puoi saperlo...
La ragazza si trovava in una sala colma di specchi, tipo quelle del Luna Park. Come sempre non riusciva a muoversi e ovunque si girasse vedeva il suo riflesso, ovunque, proiettato in ogni centimetro della camera. Quella voce di donna, dolce e soave, che risuonava come se si infrangesse sul vetro. Più la giovane semidea provava a divincolarsi per scappare e più la presa del pavimento si faceva forte. La figura della stessa ragazza la stava facendo soffocare, schiacciata sotto il suo stesso riflesso.
Alyssa la risposta è davanti a te
Fece per parlare, ma la voce non usciva. Voleva correre via, rompere tutto quegli inquietanti specchi e sapere il significato di quelle parole insensate.
Improvvisamente terribili immagini furono proiettate per tutta la stanza, persino sul soffitto e sul pavimento. Rumori forti , quasi insopportabili.
Esse trasmettevano scene di guerra, di una guerra terribile; città distrutte, campi interi di morti e foreste bruciate. Il loro suono si faceva sempre più pesante, le penetrava nel timpano.
Alyssa si accasciò a terra disperata, tappandosi le orecchie. Voleva anche chiudere gli occhi ma non ci riusciva, doveva per forza trovarsi davanti quelle immagini crude.
Vuoi davvero questo?
La ragazza si svegliò improvvisamente e si rese conto di essere in macchina assieme a suo fratello, e che stava attraversando la strada che porta al campo mezzosangue. Aveva sempre il fiatone ed era completamente sudata, ma fortunatamente nessuno si era accorto che aveva avuto il suo solito incubo...
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Whisper
FanfictionAdesso chiudete gli occhi e immaginate un mondo dove ogni cosa che avete imparato a scuola sugli dei dell'olimpo sia vera, cercando di ricreare con l'immaginazione la grandiosità di quelle storie. Immaginatevi l'aspetto di un eroe, quello tipico che...