Eroi" Tuonò Chirone. Tutti i semidei presenti in mensa si ammutolirono improvvisamente e si voltarono verso il centauro, che si trovava al centro del padiglione.
"Vi do il benvenuto e che l'estate al campo mezzosangue possa iniziare!" Alzò il calice di vino e i ragazzi imitarono il gesto, purtroppo però il loro calice era riempito con del semplice succo.
Il padiglione fu scosso nuovamente da un boato e riprese il solito ritmo.
Narses, dal tavolo di Atena, si guardò intorno e notò la presenza di innumerevoli facce nuove. In quegli ultimi anni erano diventati frequenti gli scambi con il Campo Giove. Anche nella sua casa era arrivato un ragazzo nuovo, dalla formazione tipicamente romana.
Vi erano tre figli di Marte, quattro figlie di Venere, due figli di Ermes ed una figlia di Apollo.
Non aveva parlato ancora con nessuno di loro e, per quanto riguarda i figli di Marte, non ne aveva neanche l'interesse.
Finì la sua porzione di pizza, che sempre veniva offerta nel primo giorno, e seguì l'onda di semidei che si buttavano alla festa sulla spiaggia.
Fece il giro dal laghetto delle canoe assieme ai suoi compagni della casa di Atena, entusiasti del fatto che Adriana Valdez fosse riuscita a procurarsi degli alcoolici mascherati con foschia.
Già dal muro dell'arrampicata sentivano la musica e, dalle dune in poi, tutto il territorio era adibito ad ospitare una splendida festa sulla spiaggia.
Erano stati posizionate costruzioni in legno bianco con splendide tende che fluttuavano nel vento. File di eleganti divanetti e tavolincini che arrivavano fino alla battigia.
Dalla parte delle colline orientali era stata messa una casina adibita a bar, dove si poteva prendere da bere.
Ad ogni lato, casse che riproducevano musica che vagamente ricordava quella dell'antica Grecia, mischiata con un po' di jazz.
Ondate continue di ragazzi arrivavano dalle dune. I figli di Afrodite, bellissimi nei loro completi alla moda, catturavano l'attenzione di tutti. Ma non si potevano non notare i figli di Apollo, dall'incarnato color del miele, che ballavano a ritmo di musica, splendidi nei loro movimenti. Erano così belli che sembrava risplendessero di luce propria, con quei capelli lucidi e vaporosi che seguivano la direzione del vento.
Narses si sentì attratto da loro e, per qualche strana ragione, i suoi piedi lo potarono involontariamente nello spazio dei figli del dio del sole.
"Narse, hai puntato qualche bel bocconcino?" Domandò Jordan Cruz, venezuelano figlio di Ermes. La camicia bianca sbottonata risaltava il suo incarnato scuro e i riccioli castani mossi dalla brezza marina. Probabilmente era uno dei migliori amici di Narses, avevano vissuto numerose avventure insieme.
Il figlio di Ermes teneva un drink azzurro nella mano sinistra ed uno marroncino nella destra.
"Volevo offrirlo ad una fanciulla, ma poi ho visto te e mi sono ricordato che ti considero praticamente un fratello. E un bravo fratello non vorrebbe che il rispettivo fratello non si divertisse ad una festa..."Jordan schiacciò la bevuta contro il petto di Narses, che si ritrovò con la maglia macchiata.
"Cosa ti dice che io non mi stia divertendo? Sono appena arrivato..." Il ragazzo evitò lo sguardo dell'amico, diventando consapevole del fatto che non aveva affatto voglia di stare a quella festa. Una strana sensazione stava prendendo campo nel suo corpo, come un brutto presentimento; accentuato dal fatto di avere la sensazione che in quel momento non doveva essere lì a divertirsi.
"Hai una faccia, amico!" Disse Jordan, spostando lo sguardo su una ragazza dal vestito arancione che era appena passata. Il Venezuelano spalancò gli occhi e poi sorrise, dando una pacca sulla spalla a Narses "Scusa bel tenebroso, io devo rimorchiare" e così dicendo scomparve con la velocità che solo un figlio di Ermes poteva avere.Era seduto ad uno dei divanetti assieme ad alcuni ragazzi della sua casa, piacevolmente immersi in conversazioni con belle ochette figlie di Afrodite. Non sopportava quelle lì, troppo superficiali.
Generalmente a lui piace divertirsi e mai si è tirato indietro difronte alla possibilità di rimorchiare ragazze ad una festa. Ha sempre bevuto, con moderazione certo, ma i suoi drink se li è sempre fatti. Quella sera però non riusciva a lasciarsi andare, seguito da questa strana sensazione.
Alla sua sinistra, Michael Bean stava pomiciando con una ragazza dai capelli scuri e, alla sua destra, Georgina Smith era impegnata a vincere una gara di Shot.
Narses si alzò e si fermò un attimo ad osservare il mare, che si infrangeva spettacolarmente sulla sabbia. Il rumore della risacca era una delle cose più belle che ci potessero essere, così come l'odore del mare. Osservazioni che richiamano le origini del ragazzo, discendente di Poseidone.
La musica risuonava nelle casse e le risate dei ragazzi investivano la spiaggia.
Fece per girarsi, con l'intento di andare a cercare Jordan, ma una serie di liquidi lo bagnarono da capo a piedi.
Sconvolto, guardò davanti a se, e vide una ragazza che reggeva due bicchieri in mano.
Lei era scioccata quanto lui e la sua espressione era a metà per l'arrabbiatura, dato che ora doveva farsi una nuova fila, e le scuse per aver rovinato i vestiti del ragazzo.
"Mi dispiace" disse lei poco convinta, combattendo l'istinto per non mandarlo a quel paese.
"Adesso dovrai pagarmi il conto della lavanderia" Dalla faccia che fece la ragazza, Narses suppose che non colse la punta di ironia nella sua voce.
Si asciugò le mani, zeppe di alcool, e constatò che era meno bagnato di quanto pensasse. La maglietta era uno schifo, ma i pantaloni e le scarpe si erano salvati .
"Tecnicamente la colpa è di ambo le parti"
Poggiò i bicchieri su un tavolo lì vicino e prese un tovagliolo per asciugarsi le mani.
Ne offrì uno al ragazzo e lui la ringraziò.
"Non ti ho mai visto in giro, sei arrivato oggi?" Domandò mentre rovistava nella borsetta.
Lui squadrò a fondo la ragazza che aveva davanti, soffermandosi soltanto allora sui dettagli. I lunghi capelli lisci castani che ricadevano sulle scoperte spalle abbronzate. Tratti del viso marcati, con magnetici occhi verdi e delineate labbra carnose. Alta e con fisico atletico, tipico delle giocatrici di basket e pallavolo. L'espressione maliziosa e quasi saccente del viso confermò le sue ipotesi, doveva trattarsi di una discendente di Apollo.
"Si, ma in realtà credo che quella nuova qui sia tu" disse avvicinandosi a lei, la musica era troppo alta e riusciva a mala pena a sentire le sue parole.
La ragazza tirò fuori uno strano aggeggio viola, assomigliava a una specie di braccialetto gommoso.
"In realtà hai ragione, fino allo scorso anno vivevo al Campo Giove. Ho poi deciso di trasferirmi a New York, anche sotto consiglio dei miei insegnanti. Credono che conoscere anche il lato greco del nostro genitore o parente divino sia estremante positivo per noi" Fece per parlare, ma fu interrotto dallo strano bracciale. Si illuminò di una lucina verde interna ed iniziò a vibrare improvvisamente.
"Adesso, se vuoi scusarmi, ritorno dalle mie amiche" Lo congedò con il saluto romano, ma lui la fermò,chiedendo spiegazioni su quel coso "È un dispositivo di localizzazione, l'ho comprato ad un prezzo stracciato da Adriana Valdez"
Ma certo, chi altro poteva creare un aggeggio del genere?
***
Alyssa ballava con Chloe ormai da quando avevano iniziato a mettere la musica latina, ossia da circa due ore. I piedi le facevano male a causa delle scarpe col tacco, ma non le importava. Aveva abbastanza adrenalina nel corpo per continuare a danzare fino alla mattina. Tutto questo per colpa dell'Alcol, che circolava dentro di lei. Quella sera voleva divertirsi e, l'unico modo per non pensare alle visioni avute negli ultimi giorni, era quello.
Ballavano assieme a dei figli di Ermes, profondamente attratti dai vestitini delle ragazze. Erano però abbastanza sobrie per non farli avvicinare più del dovuto.
Tutto ciò che stava facendo andava contro i suoi principi morali, ma per quella sera Alyssa aveva deciso di tenerli a fanculo.
"Ragazzi, non fatemi bere più" Chloe respinse un altro drink e afferrò le mani dell'amica, per farle fare una piroetta.
Mentre volteggiava, notò l'apparizione di Adriana Valdez. Era splendida nella sua tutina nera, con una profonda scollatura a V e la parte di sotto piuttosto corta, ma comunque non volgare. I capelli scuri erano raccolti in uno chignon lente, con due boccoli lasciati sciolti a incorniciarle il viso.
"Mi dispiace interrompervi, ma devo comunicarvi che alcuni della casa di Ares hanno visto delle arpie avvicinarsi dalle colline occidentali. Siete pregati di sedervi e di nascondere gli alcolici. Sono coperti da foschia, ma non voglio avere problemi" così dicendo andò incontro ad un altro gruppo.
Abbassarono la musica improvvisamente e nuovamente ripartì la melodia jazz iniziale.
Alyssa aveva la vista un po' offuscata e le girava la testa, così fu Chloe che l'accompagnò a sedersi su un divanetto.
Il destino volle, che tra le decine di sedute presenti, trovarono proprio quella dove si erano accomodati Marco Grace e Leonardo Lucci.
Quando Chloe incontrò lo sguardo del ragazzo Italiano, sorrise imbarazzata.
"Mi aspettavo di trovarvi a vomitare sulle dune" Esordì Marco guardando con scherno la sorella. Intanto Leonardo si affrettava a riporre le bottigliette sotto il tavolo.
"Ed io di vederti infrascato con una troietta" Replicò Alyssa in difesa dell'amica, la quale rimase a bocca aperta quando realizzò che fu proprio la nipotina di Atena a parlare. Gli altri ragazzi seduti lì con loro scoppiarono a ridere.
Marco diventò tutto rosso, sia per l'imbarazzo che per la rabbia di essere stato umiliato così da Alyssa.
"È bello vederti sana!" Disse Leonardo raggiante, rivolgendosi Chloe.
"Già, anche io sono contenta che tu sia sano" rispose incerta la ragazza, sperando che quella fosse la risposta adeguata.
"Lusingato, Chloe nipote di Zeus" Mimò un inchino, suscitando una risatina da parte della poco stabile Alyssa.
"Alla fine hai scoperto la mia identità, quando io non conosco ancora completamente la tua" Rispose Chloe, rivolgendo una sguardo disprezzante verso il fratello che la guardava con fare superiore. Aveva soltanto un anno in più di lei ed era convinto che per questo dovesse avere egemonia assoluta.
"Ti serva solo sapere che sono figlio della mistica Ecate"quando pronunciò il nome della dea fece apparire un vapore violaceo nell'aria, con fare teatrale.
Anche se Chloe non conosceva Leonardo, aveva la sensazione che tra di loro dovesse nascere un grande rapporto di fiducia. Aveva l'aspetto di una persona non scontata, ma estremamente interessante. Per qualche strana ragione, la ragazza sapeva che il figlio di Ecate non era come gli altri, ma aveva qualcosa in più.
Stava solo a lei scoprirlo.
Tra le chiacchiere varie non si resero neanche conto che l'ispezione delle arpie era già finita, lasciando nuovamente i semidei da soli. La musica tornò ad essere movimentata e, piano piano, i ragazzi aveva incominciato nuovamente a bere.
Alyssa si stiracchiò, realizzando che si era addormentata per un breve periodo di tempo. Aveva lasciato un po' di saliva sulla manica del vestito bianco di Chloe e pregò che non se ne fosse accorta, la ragazza era diventata fin troppo brava a controllare le correnti dell'aria e non voleva rischiare di subire la sua ira.
Ebbe a fatica tempo di aprire gli occhi, che fu colta nuovamente alla sprovvista. Udì uno scoppio fortissimo proveniente dalla direzione ovest, forse verso la foresta meridionale. Le facevano male i timpani e portò le mani alle orecchie, per ripararsi da quel rumore insopportabile.
Gli altri sembrava che non se ne fossero neanche accorti, la festa procedeva normalmente. Non riusciva a sentire le parole delle persone vicino a lei, a stento era capace di vederle.Il suono penetrante cessò e i suoi occhi deciso di ridarle una visione adeguata, tuttavia rimase profondamente scossa per quanto accaduto. E non riuscì a capire il senso di quella fugace visione.
Tuttavia, era convinta che quella non fosse soltanto una visione...Spazio autrice: Salve a tutti!
Sto cercando di aggiornare la storia più frequentemente possibile e vi avverto che ho tantissime idee. Vorrei sapere cosa ne pensate dei personaggi e se vi piace come è impostata, quindi non siate timidi e commentate!!
Bacioni❤️
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Whisper
FanfictionAdesso chiudete gli occhi e immaginate un mondo dove ogni cosa che avete imparato a scuola sugli dei dell'olimpo sia vera, cercando di ricreare con l'immaginazione la grandiosità di quelle storie. Immaginatevi l'aspetto di un eroe, quello tipico che...