Parte senza titolo 14

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La sala da pranzo era carina e ben fornita. Anche se piccola disponeva di tutto. Avevano una piccola cucina con frigo che si riempiva da solo e un tavolo grande, dove tutti potevano sedere comodamente. Le pareti erano colme di quadri, che ritraevano il sole nelle sue varie posizioni durante la giornata. I colori della stanza erano varie tonalità del giallo e del rosso.

Quella sera cucinarono Narses e Lee, esibendosi nella preparazione di un'ottima pasta al pomodoro, sotto occhio vigile di Leonardo e Lavinia.

Quando la servirono vi si buttarono tutti addosso, specialmente Adrina Valdez. La morte non le aveva placato l'appetito.

Leonardo e Alyssa presentarono un piano generale di navigazione, che si fondava tanto sulla speranza di non essere attaccati. Per un bel po' di giorni sarebbero rimasti in mare e poi, una volta arrivati alle colonne d'Ercole, avrebbero fatto scalo a Gibilterra(salvo imprevisti).

Nessuno fece domande alla nipote di Efesto, lei aveva già raccontato tutto. In quel momento Adriana li scrutava tutti, con i suoi occhi intelligenti, pronta a dimostrare la sua iperattività.

"Ragazzi io avrei una cosa da dire" Prese parola Chloe Grace, sovrastando le voci dei presenti. Narses notò che sembrava piuttosto tesa, come se dovessi esporsi al massimo per quella conversazione.

"Quasi tutti voi sanno che io a luglio dello scorso anno ho avuto un incidente. Ma a nessuno è stato mai detto in che cosa consisteva..." Effettivamente Narses non ne aveva la più pallida idea, eppure la ragazza era una delle persone a lui più vicina.

"Crollai nel salotto della casa grande e mi sono risvegliata dopo un mese. A nessuno è stato detto per evitare di allarmare, ma vi assicuro che è la verità" Si levò un mormorio e Alyssa parve la più scioccata di tutte. Lei era la sua migliore amica e rimase sconcertata, convinta che una cosa così le sarebbe stata detta.

"In quel periodo di tempo sono stata nel Labirinto e ho visto tante cose. L'acropoli di Atene bruciare, il mondo insanguinato da guerre e la distruzione dell'Olimpo. Queste però sono cose che sapevano già, niente di nuovo. La dea Nemesi mi ha parlato, dicendomi che noi dobbiamo ristabilire l'equilibrio, altrimenti tutte quelle visioni si verificheranno." Si interruppe un attimo e intervenne Lavinia, la quale era alquanto scossa "Quindi la dea della profezia sarebbe Nemesi... ci sta che sia lei il mandante della lettera".

"È lei, me lo ha detto. Comunque sia, mi ha fatto capire che il nemico non andrà combattuto con la forza, dovremo usare la mente." Così concluse Choe, disseminando il panico nella stanza. Leonardo e Adriana avevano smesso di parlare, cosa piuttosto allarmante, perché loro non stavano mai zitti. La sorella di Narses aveva fatto esplodere il rubinetto e Lavinia non brillava più di luce propria, come le era solito fare. Lee Di Angelo aveva un'espressione quasi indecifrabile, ma Narses vide un bagliore attraversagli i profondi occhi scuri e vide che era provato, forse anche più degli altri.

"Loro sono molto simili a noi, per questo sarà difficile placarli" Narses pensò a voce alta, elaborando le informazioni da bravo discendente di Atena.

Gli faceva male la testa, come se il cervello gli stesse dicendo che non poteva andare contro il suo stesso essere.

"Io proporrei di buttarli tutti in una fucina incandescente, i babbani non hanno la pelle così dura" L'intervento di Adriana Valdez alleggerì la situazione e la ringraziò silenziosamente, senza di lei quella conversazione sarebbe diventata troppo demoralizzante. In quel momento avevano bisogno di tenere alto l'umore e la speranza e lasciarsi andare, anche solo per una risata, era fondamentale.

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