Capitolo 6 - Buio

28 7 0
                                    

Guardo la porta della mia stanza senza vederla davvero, stringo gli occhi e i pugni, sentendo l'improvviso impulso di voler far esplodere tutto ciò che ho intorno. Lindabelle. Come compagna di stanza. Riapro gli occhi lentamente, non è successo niente, il silenzio del corridoio mi avvolge, facendomi calmare. Mi lascio cadere accanto alla ragazza dalle trecce bionde sospirando.
"Io sono Vivian, piacere di conoscerti compagna di corridoio." Tende una mano senza guardarmi, ironica. Capisco che è così cordiale con me perché non si è accorta di quello che ho appena fatto, sono molto brava a nascondere alle persone i miei ingiustificabili scatti d'ira. Stringo la sua mano prendendo  improvvisamente in simpatia la proprietaria: "piacere".

Non posso credere che dovrò seriamente condividere la stanza con la prescelta. Ok, magari non è neanche antipatica, però è l'irritante promemoria di come non sono assolutamente speciale, sono solo un personaggio di fondo, una comparsa. Osservo torva le venature del parquet scuro che si snoda sotto in miei piedi, contemplando le spirali che si formano dove dovrebbero esserci dei noduli. Mentre il mio sguardo si perde nel labirinto di linee del pavimento sento ogni emozione scorrere via mentre mi estranio dalla realtà. Ho l'impressione di fluttuare a qualche centimetro da terra, le braccia e le gambe pesanti e nulla di materiale a cui sono appoggiata...

Improvvisamente un rombo mi fa girare verso la finestra che si affaccia sul corridoio e noto una strana stella che brilla nonostante la luce del giorno. Cerco di metterla a fuoco e mi rendo conto che si sta velocemente avvicinando alla scuola. Un meteorite?! Molte ragazze cominciano a urlare e vedo masse di studentesse uscire dalle stanze e correre verso l'uscita, ma ormai è troppo tardi per fuggire. Rimango tranquillamente seduta nel corridoio, cercando di evitare che mi schiaccino. La luce e il calore invadono il dormitorio dalle finestre facendo esplodere i vetri, mentre la roccia rovente si schianta sull'edificio abbattendolo e uccidendoci tutte, così in un attimo. Ecco che così la mia storia finisce prima ancora di essere iniziata...

La porta si apre di botto facendomi cadere lunga distesa a pancia in su, il busto all'interno della stanza. Che pizza odio quando la realtà interrompe le mie fantasie, per quanto macabre. Il mio campo visivo ora è completamente occupato da un soffitto giallo.
Io odio il giallo, è il mio primo pensiero mentre una figura si sporge ad osservarmi, distraendomi dal mio vago disgusto. I capelli dorati di Lindabelle sembrano ancora di più raggi di luce, con il sole che li illumina così direttamente. I suoi occhi da cerbiatta mi scrutano come fossi un animaletto curioso. Mi alzo di scatto e mi tiro goffamente in piedi, rassicurata dalla presenza forte e sicura di Vivian al mio fianco, che sta guardando la nostra terza compagna di stanza con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato.

"Ehilà brillantino, hai intenzione di farci entrare e sistemare nella nostra stanza?"
"La VOSTRA stanza?" Chiede lei spalancando gli occhi stupita, come se avessimo detto qualcosa di assurdo.
"Si dolcezza, ci sono due nomi su questa porta oltre al tuo quindi se non ti dispiace vorrei entrare e far adattare la stanza anche a me, così mi posso sistemare. Grazie."
Aggrotto le sopracciglia, alzando gli occhi per rivolgermi alla mia testa.
Che vuol dire che vuole far adattare la stanza? Tit tecnicamente tu ora dovresti parlare e spiegarmi...
Lindabelle intanto si fa da parte imbronciata, facendoci entrare in un regno di terrore fatto di sfumature di giallo, arancione e oro. Ripensandoci odio tutti i colori caldi. Passo inorridita lo sguardo sulla foresta di schegge di specchi che scendono dal soffitto appese con fili dorati, rendendo l'intera stanza uno strumento di tortura per gli occhi, con oggetti che ti abbagliano ovunque guardi. Un imponente letto a baldacchino ricoperto di stoffe evanescenti come luce troneggia al centro della parete di fronte alla porta, direttamente attaccato alla finestra. Degli altri due letti e delle nostre valige nessuna traccia.

Vivian si dirige decisa verso la parete di destra e la tocca chiudendo gli occhi concentrata. Un sottilissimo reticolo luminoso di magia  cresce dalla parete avvolgendole la mano e le sue trecce saltano su ondeggiando come se un vento improvviso le avesse sollevate. Le piastrelle del pavimento sotto i suoi piedi si crepano e sbriciolano mostrando sotto di loro del semplice terriccio da cui cominciano subito a crescere svariate piante. Il letto di Lindabelle si rimpicciolisce lasciando spazio ad un armata di piante che velocemente crescono prendendo magicamente la forma di mobili. Sgrano gli occhi ammirata davanti all'incredibile vista di questo nuovo spicchio di stanza, più o meno un terzo dell'intero spazio. Il letto è una culla di muschio solo qualche centimetro più alta del terreno, ora ricoperto da un bel prato verde con alcune pietre piatte per consentire di camminare senza rovinarlo. Dell'edera è cresciuta arrampicandosi sulle pareti fino a raggiungere il soffitto, per poi calarsi giù per i filamenti dorati fino a coprire tutti i dannati specchi che si trovavano dal suo lato, che ora risulta separato dal resto della camera da leggere tende di piante, lasciato così in una piacevole penombra.

Il debito in magiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora