Capitolo 3 - Lacrime di stelle

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Il fiume di gente ci trascina quasi con violenza giù per le lunghe scalinate che portano nel seminterrato, all'Aula Magna. Il buio ci avvolge sempre più ad ogni scalino che scendiamo, mentre l'aria diventa umida e fresca, come quella di una grotta. C'è un unica cosa ad illuminarci il cammino, la soffusa luce bianca che viene dalla sala sottostante, che rende l'atmosfera misteriosa e magica...
Peccato sia forte quanto quella dello schermo di un cellulare con la luminosità al minimo. Scendendo sento i cori di "aia" e "auch" di persone che si ritrovano gomiti nello stomaco e piedi pestati. Non mi sorprende visto che non si vede un accidente. O almeno, io non vedo a un palmo dal mio naso, la mia amica però sembra vederci benissimo...beata lei, per me ogni gradino è un salto della fede!

Mentre sono distratta una ragazza che pare schizzofrenica dall'eccitazione mi fa quasi cadere saltellando da dietro per vedere oltre le mie spalle. Quando riprendo l'equilibrio mi giro e la guardo malissimo; siamo tutti nervosi, però non c'è bisogno di farmi spaccare la faccia su un gradino per l'impazienza. Per qualche motivo riesco a vedere i suoi occhi castano chiaro che mi fissano intimoriti da dietro​ una tenda di capelli biondi, come quelli di un cerbiatto triste per essere stato sgridato. Mi sembra che in qualche modo la ragazza brilli leggermente, creando un alone dorato intorno a sé. Fa un piccolo scatto e si defila nella folla arrivando più avanti di qualche metro rispetto alla mia compagna e me. Devo essermela sognata quella luce, era una ragazza mica un sole.
Finalmente queste dannate scale buie finiscono ed esitiamo tutti un secondo davanti alle grandi porte di legno dell'Aula Magna. Lenti ma curiosi ci riversiamo nell'ampia sala, rimanendo a bocca aperta davanti al fantastico spettacolo.

L'Aula Magna è un grandioso lavoro di architettura direttamente scavato nella roccia, incredibilmente profonda per essere il seminterrato di una scuola. Probabilmente hanno trovato prima la grotta e poi hanno deciso di costruirci sopra la scuola, perché è impossibile che degli umani l'abbiano scavata. Guardando attentamente le pareti noto che formano cinque angoli, poi girando su me stessa capisco che la sala è un enorme pentagono dalle pareti di liscia pietra grigia con venature di scintillante mica. Agli angoli della stanza quattro spalti triangolari di legno, occupati da un'enorme massa di studenti, si arrampicano su per la parete formando delle specie di artigli che si assottigliano sulla punta. Il quinto angolo, che si trova proprio davanti alla porta, è occupato da un palco con delle poltroncine di velluto nero dalle quali gli stravaganti professori ci osservano come fossimo animali allo zoo.

Osservo curiosa le persone che ci circondano: intorno a noi neomagici con i nostri jeans, felpe e facce anonimi ci sono i colorati e particolari magici. Scorrendo gli spalti con lo sguardo vedo capelli e occhi di tutti i colori possibili e immaginabili, tatuaggi di fiori o di simboli strani, vestiti originali, scintille e riflessi luminosi dappertutto. Guardare la massa di studenti magici è come guardare in un caleidoscopio. I professori poi sono un campionario del tipo di persone che si possono trovare nella folla, come se ognuno di loro rappresentasse uno stile o una specie...di razza, non saprei. Purtroppo non riesco a vederli bene da qui, con tutte queste persone davanti, ma mi piacerebbe molto osservarli per provare a indovinare che materia insegnano. Riesco solo a vedere un uomo dai capelli lunghi e blu, nei quali brillano tante stelle, prima di trovarmi nuovamente inghiottita dagli altri neomagici.

Non so chi ci abbia detto di farlo, ma ci stiamo disponendo in una lunga fila tutt'intorno alla sala. Visto che stiamo sulla riga che separa il centro della stanza dagli spalti e dalla sezione insegnanti, mi accorgo che lo spazio lasciato libero forma un cerchio perfetto.

La mia amica ed​ io riusciamo miracolosamente ad accaparrarci due posti vicini a destra del palco insegnanti. Essendo la sala enorme, tutti noi neomagici formiamo una linea unica e siamo tutti in prima fila. Dalla nostra posizione possiamo inoltre osservare benissimo il centro della sala. Il mio spirito di artista mi fa ammirare il pavimento di lastre nere dove si forma un elegante disegno in piastrelle di marmo bianco. Un'enorme stella trasforma l'aula in un gigantesco pentagramma, il quale al suo interno ospita un'altra stella, questa volta disegnata in nero su bianco. All'interno della stella nera c'è un'ultima stella che è invece il piedistallo​ di una specie di sfera luminosa, l'unica luce accesa della sala, tenuta sollevata da uno stelo di ferro.

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