Prologo.

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7 giorni dopo.

Mi sciacquo il viso e fisso il mio riflesso nello specchio, quasi stento a riconoscermi: occhi rossi e gonfi con delle occhiaie quasi nere che rendono scavato il mio viso, le labbra sono screpolate e, probabilmente, se adesso ci passassi sopra un dito, le sentirei molto ruvide.

Da tre giorni a questa parte, inoltre, ho forti crampi allo stomaco, secondo Chantelle è perché non tocco quasi cibo, ogni volta che siamo nella stessa stanza trova sempre qualcosa su cui appellarsi e a me dà fastidio perché sa che ci sto male, eppure continua a rompere con le sue filosofie del cazzo.

Apro il mobiletto al lato destro dello specchio e prendo una bustina per il mal di testa che dovrò prendere assolutamente.

Con passo lento, pesante e annoiato raggiungo la cucina che è completamente deserta. Meglio così. Prendo dalla credenza un bicchiere e lo riempio di acqua versando poi il contenuto della bustina. Con un cucchiaino inizio a girarlo è appena noto la bustina sciogliersi lo bevo.

Non appena poso tutto nel lavello, un forte conato di vomito mi fa correre a passo spedito in bagno. Rigetto la bustina che ho appena preso e anche altro. La testa inizia a pulsarmi e a girare più veloce di una trottola. Mi siedo sulle mattonelle fredde dopo aver pulito le labbra. Adesso, la gola brucia e sa di acido.

"Ma che è successo? Oh Dio, Tess, tutto bene?" si precipita Chantelle in bagno.

"St- sto bene", dico, mentre un brivido percorre il mio corpo.

Chantelle vede il vomito nel water storcendo il naso posandomi poi una mano sulla fronte. "Oh mio Dio, Tess, tu scotti, hai la febbre. Ti avevo avvisata che a non mangiare ti saresti sentita male, tu non ascolti mai", sbuffa. "Forza, alzati, ti porto in camera così puoi riposare."

Faccio come mi dice e provo ad alzarmi, ma un forte capogiro mi fa perdere l'equilibrio e cadere con il sedere per terra. Chantelle fortunatamente mi sostiene e mi prende sottobraccio portandomi in camera mia. Mi fa sedere sul letto e subito mi stendo di schiena chiudendo gli occhi. "Vado a prepararti una tisana, tu stai qui e non muoverti."

"No", dico con voce appena udibile. Apro gli occhi per vedere se mi ha sentita, infatti è così e mi guarda persino con un sopracciglio alzato. "Prima voglio dormire, la tisana dopo, per favore", i miei occhi si riempiono di lacrime di nuovo. Odio questa fragilità, non sono così.

"Oh...okay, allora riposati", fortunatamente non fa domande ed esce dalla mia camera.

Il problema è che prima di chiudere gli occhi penso a quanto mi manchi Harry, ma l'orgoglio vince su tutto. E, ovviamente, dopo quello che mi ha nascosto, non posso perdonarlo. Sento però che dovrei andare infondo alla faccenda, perché qualcosa mi dice che c'è molto altro che ancora mi deve dire. E poi, voglio capirne qualcosa.

Baci eterniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora