Capitolo 5

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Mi sento così tanto frastornata da non sapere bene cosa rispondere, lui ha completamente ragione, lo ammetto, ma io sono molto orgogliosa, perciò cala un imbarazzante silenzio tra noi due.

Il solo pensiero di poter perdere questa creatura, mi lascia l'amaro in gola, non mi permette di respirare tranquillamente. L'unica cosa che desidero in questo momento è la sua felicità e il suo bene.

Bussano alla porta e senza attendere che uno di noi due risponda, la porta si apre. Il viso di Chantelle rigato dalle lacrime fa capolino, seguito poi da quello di Cris ed Eric che sembrano anch'essi preoccupati per me.

"Ehi, come stai?" Chiede Chantelle con un filo di voce. Mi dispiace averla fatta preoccupare, non ne era mia intenzione.

"Sto meglio, grazie. Tu come stai? Non hai una bella cera" provo a raddrizzarmi sul lettino, ma il corpo è come se fosse pesante e non riesco a muoverlo.

"Ti aiuto io" si alza prontamente Harry. Mi viene vicino e posa la sua grande mano dietro alla mia testa, mentre l'altra scivola delicata sul mio fianco. Con le mani mi aggrappo alle sue forti spalle, mentre lui mi sposta delicatamente. Il suo respiro colpisce il mio viso e sollevo lo sguardo per incontrare il suo, ma ciò che ritrovo sono solo le sue palpebre verso il basso, verso la mia pancia, trattengo il fiato e lui solleva lo sguardo facendo poi un passo indietro.

"Gra... grazie" dico imbarazzata.

"Di niente" risponde.

"Sto bene, tranne per il fatto che ci hai fatto prendere un bello spavento" ammette Chantelle forzando un sorriso.

"Mi dispiace tanto se vi ho fatto preoccupare, non ne era mia intenzione".

"No, l'importante è che tu stia bene" dice subito Cris avendo in bella mostra la sua grande pancia. Un senso d'angoscia mi assale, Eric sta vicinissimo a Cris per sostenerla durante la gravidanza, io vorrei avere lo stesso rapporto con Harry, ma abbiamo due caratteri completamente diversi, lui è il giorno e io sono la notte, andare d'accordo è quasi impossibile.

Sul serio vorrei che tra me e lui le cose andassero più che bene, ma se non è funzionata sette anni fa, non funzionerà nemmeno adesso.

"Cos'era quel che hai avuto?" Mi chiede.

Per il momento non ho voglia di dire a nessuno del bambino, non finché io e Harry non avremo parlato con molta più calma. "Credo sia stato un calo di zuccheri, nulla di preoccupante".

Sento lo sguardo di Harry addosso, ma per mia fortuna non dice nulla.
Mi volto verso di lui. "Ma tu non devi andare a lavoro?"

"Sono il capo, quindi tecnicamente posso decidere se e quando lavorare o meno".

Annuisco non sapendo cos'altro dire.

"Lui è il capo e può stare qui, noi siamo suoi dipendenti e siamo costretti ad andare a lavorare" dice Eric.

"Amore, dimentichi che sei tu quello che deve andare a lavorare, io sto in maternità, meglio non mettere la vita del piccolo a rischio" mi strizza l'occhio Cris.

"Ma sei sempre seduta! Ti porto persino io il caffè per non farti alzare" sbotta arrabbiato il fidanzato.

"Non è assolutamente vero, brutto stronzo, te lo porto anche io ogni tanto il caffè."

"Sì, giusto, il giorno del mio compleanno che guarda caso è una volta all'anno, mia cara" alza gli occhi al cielo.

"Amore, vedi che sono io quella incinta, non tu!"

A questa frase mi si gela il sangue. So benissimo che lei è incinta, ma sentirglielo pronunciare ancora una volta, mi fa star male. Mi volto verso Harry e incrocio il suo sguardo. Capisco dai suoi occhi ciò che mi vuole dire, perché lo sto pensando anche io. 

"Lo so, cara, lo so benissimo."

Cris si avvicina a me e mi saluta dandomi un bacio. "Ti prego, non farci spaventare più, siamo stati malissimo" si avvicina all'orecchio "Soprattutto Harry".

Mi sento in colpa ancora di più, che stupida che sono; io e lui insieme staremmo benissimo penso, eppure un'altra parte di me dice che non sarà così. E sinceramente, non voglio che mio figlio un giorno, venga condizionato dalla situazione e possa sentirsi un peso o non voluto. Forse è un brutto momento, perché io ed Harry non abbiamo le idee chiare su di noi, ma ciò non vuol dire che farò sentire mio figlio uno sbaglio.

"Bene ragazzi, noi due andiamo" dice Eric. "Tu signorina, rimettiti presto e non farci preoccupare più" mi strizza l'occhio. 

Gli sorrido. "Sta' tranquillo, non era niente di che."

Anche Chantelle mi dà un bacio e si reca verso l'uscita. "Mi raccomando, fate i bravi tesorini miei", sorride.

Escono tutti e non appena rimaniamo io ed Harry da soli, si inizia a creare un silenzio imbarazzante e abbastanza pesante. 

Dopo minuti interminabili, si alza e si siede accanto a me, mi prende la mano dove è situata la flebo e guardandomi negli occhi intensamente dice: "Non abortire, questo bambino dev'essere nostro e deve stare qui con noi."

Baci eterniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora