Capitolo 2

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Tess.

Sento una leggera pressione sul mio viso, stiracchio le braccia urtandone qualcosa. Sollevo una palpebra per vedere il danno che ho fatto e mi ritrovo due occhi oceano che mi scrutano attenti. Mi si ferma il respiro. Lui è qui, nel mio letto. In un attimo sono fuori dal letto e dalla sua presa. "Che ci fai qui?" sputo velenosa.

"Volevo vederti", si giustifica.

"Ah si? Perché? Devi dire anche questo a mia madre? Oh, aspetta, di sicuro le avrai anche detto di come sono stata a letto, vero?" la mia testa esplode di domande, non riesco a mantenere la calma, è più forte di me, mi ha delusa. Ed io che pensavo che le cose tra noi due si stessero sistemando. Che stupida che sono.

"No, non le ho detto niente e vorrei tu mi lasciassi spiegare", si mette seduto.

"Hai avuto sette anni da poter sfruttare, ora è troppo tardi, non credi?" sento il cuore sprofondarmi nel petto.

"Lo so Tess, ma permettimi di..."

"Di, cosa? Oltretutto ti intrufoli nel mio letto quando non sto bene. Non ho assolutamente voglia di sentire le tue spiegazioni del cazzo. Voglio che tu te ne vada. Fai come hai fatto sette anni fa, tanto sei bravo solo in questo", noto la sua sicurezza vacillare e il mio cuore rallentare sempre di più i battiti. Mi fa male tutto ciò, è come se mi conficcassero sempre più lame nel petto ed io fossi così imponente da non riuscire a fermare ciò che accade. Ho tante di quelle domande che frullano la mia testa fino allo sfinimento, ma non riesco ad andare avanti così. Devo fermarmi. Devo fermarlo.

"Hai ragione, è meglio che me ne vada", si alza dal letto con sguardo chino verso il pavimento, "Avrei voluto dirti tutto, spiegarti, ma non ne vuoi sapere più nulla di me", solleva lo sguardo. "Non ti biasimo, ti capisco."

Resto zitta, lo guardo infilarsi le scarpe pronto ad andarsene dalla mia vita ancora una volta. So che dovrei fermarlo, il mio cuore non fa altro che urlare ciò, ma non ce la faccio più, ha ferito i miei sentimenti ancora una volta e la cosa peggiore è che gliel'ho permesso.

Prima che possa uscire dalla porta si volta. "Spero tu possa perdonarmi un giorno e possa capire quanto io tenga realmente a te, Tess. E non ho detto nulla di quella notte a tua madre, non ti farei mai del male in questo modo. Se avessi davvero voluto ferirti lo avrei fatto tempo fa, ma non è questo ciò che voglio. Voglio te in qualsiasi sfumatura. In qualsiasi modo e tempo. Perché non lo capisci?" i suoi occhi diventano lucidi e le sue mani stringono talmente tanto forte la maniglia della porta da far diventare le nocche bianche.

Mi si mozza il respiro, le sue parole sono una pugnalata al petto, dritta al centro del cuore, pronta a distruggermi in un attimo. Vorrei poter farlo restare, ma non posso. Mi sono imposta che in qualsiasi momento, qualsiasi persona mi avesse fatto del male, non l'avrei più rivista, ed ora devo fare così. Non può restare. "Mi dispiace, Harry", mi si riempiono gli occhi di lacrime e appena lui se ne va sbattendo la porta alle sue spalle, un dolore lanciante allo stomaco mi fa cadere a terra e piangere forte il suo addio.

La nausea prende ancora una volta il sopravvento, non riesco a muovermi, le mie gambe sono come incollate a terra, perciò strisciando, prendo il cestino da sotto la mia scrivania e rigetto tutto, vorrei poter rigettare anche tutto il dolore che mi lacera il petto, continuo a vomitare pregando che questo senso di vuoto possa scomparire, ma non fa che aumentare sempre più. Mi tremano le mani e mi gira troppo la testa, mi sento troppo affaticata e vorrei chiamare aiuto, apro la bocca, ma non ne esce alcun suono. Sento un forte bruciore alla gola misto all'acido, ho necessità di bere, ma probabilmente non farebbe altro che aumentare il mio rigetto. Avrei almeno bisogno di lavarmi i denti. Con fatica provo ad alzarmi da questo pavimento congelato, appena però riesco a mettermi dritta, un forte capogiro mi fa ricadere a terra con un tonfo.

La porta viene spalancata, ma non riesco a vedere chi sia qui con me in questo momento, la mia vista si è improvvisamente offuscata. Sento solo delle voci che mano a mano sento sempre più lontane. "Chiama in ambulanza, ora!" credo sia la voce di Harry, ma non ne sono sicura. "Tess, apri gli occhi, per favore, non chiuderli", la mia faccia viene bagnata, ma le palpebre sono pesanti, non riesco a muoverle. Sento solo che tentano di farmele aprire in tutti i modi. Non proferisco parola perché non riesco, vedo solo il vuoto e sento ciò che accade attorno a me. "Tess, per favore, dammi un segnale, se mi senti fammelo capire."

Vorrei tanto Harry, ma come faccio?

Sento il sudore mischiarsi alle goccioline d'acqua che percorrono ancora il mio viso. È una sensazione strana, che non ho mai avuto modo di provare, vorrei solo che finisse perché è orribile. Non so cosa accada al mio corpo.

Sforzandomi, provo a muovere le dita per dar loro segnali. Le sento formicolare mentre cerco di muoverle, ma finalmente dopo tanto sforzo e sudore, riesco a farlo. "Okay, ci sei, benissimo, ora resisti l'ambulanza sta arrivando", sento qualcosa di umido appoggiarsi a me e poi un senso di calore si dissolve per tutto il viso, solo ora capisco che è un bacio che Harry mi ha lasciato sulla fronte.




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