Capitolo 17

165 14 0
                                    

Finalmente il taxi si fermò, lasciandoci davanti al palazzo dove abita mia nonna. Apro il cancello e mi dirigo verso il portone principale. Tutto è rimasto lo stesso. Suono il citofono e il portone si apre. 'Si vede che aspettavano l' arrivo di qualcuno'.

Salgo lentamente la ventina di scalini che mi separano dalla porta dell'appartamento, seguita solo da Delia. Suono il decisivo campanello, e sento dei passi che si avvicinano alla porta. La serratura scatta velocemente e mi ritrovo davanti due occhioni azzurri. Thomas, mio fratello. Non è più un bambino di dieci anni come lo avevo lasciato, ora è un ometto. Mi abbraccia velocemente e mi stringe a se con tutte le forze che ha nelle sue braccia. Stava per annunciare a tutti che ero tornata ma gli tappai velocemnte la bocca. -Fa' silenzio. Voglio fargli una sorpresa.-bisbiglio al suo orecchio. E' diventato più alto di e così mi dovetti mettere in punta di piedi.

Prendo un grande respiro e entro in casa, seguita da Delia. Faccio irruzione in casa gridando e sorridendo allo stesso tempo. Erano tutti liì: mio padre, mia madre, le mie due nonne, i miei zii e i miei cugini. Sembrava quasi una grande riunione, che si fossero messi d'accordo per aspettarmi tutti insieme. Mi guardavano sbigottiti, per poi fiondarsi tutti si di me per abbracciarmi e per iniziare a farmi i complimenti per quanto fossi cresciuta. Tutti tranne i miei genitori. Rimasero in disparte, mentre discutevano preoccupati. Avevano gli sguardi cupi, tristi.

-Perchè?- chiedo straziata nel vedere che non mi abbracciavano e non si avvicinavano nemmeno.-Perchè?Ho fatto qualcosa di male?-

-Tesoro siediti...-mi dissero in coro con voce dolce, cercando di tranquillizzarmi.

-Io e tuo padre abbiamo da dirti una cosa...- Tutto il baccano che mi circondava era svanito. Sentì la porta sbattere e visi Denise irrompere nella stanza.

-Che ci fai tu qui?- chiedo felicissima nel vederla.

- I tuoi genitori mi hanno chiesto di venire, non lo so nemmeno io per cosa, ma mi hanno detto che è importante.-dice con lo sguardo pensieroso.

-Bene dato che ci siete tutte e due, io e tua madre Nichi e Denise vi dobbiamo confessare una cosa. Ti ricordi tesoro-disse mio padre guardandomi-che ti abbiamo detto che quando sei nata hai avuto dei problei con la respirazione... beh e che in stanza con te c'era anche Denise con sua madre, anche lei nata con lo stesso tuo problema? Insomma, tu e lei...- termina la frase sospirando.

-Io e lei, papà?-

-Tu e lei siete sorelle gemelle, anche se non avete somiglianze.-

-Cosa?!- urliamo spiazzate all'unisono io e Denise.

-Tua madre appena aveva saputo che aspettava due gemelle era così felice, ma al momento del parto le cose si sono complicate per voi due e pensavamo che non ce l' avreste fatta. Invece eccovi qua, belle come il sole...-

-Non cambiare discorso!-sbraito abbastanza infuriata.

Delia stava assistendo a tutta la scenata e potevo sentire il suo imbarazzo da un miglio.

-E come mai ci siamo separate?!- domanda ora Denise, cercando di mantenere la calma.

- Io e vostra madre non avevamo abbastanza soldi per curarvi entrambe così abbiamo preso la decisione, dura decisone, di adottare una di voi due ad una amiglia che non poteva avere figli. Volevamo solo il meglio per voi e abbiamo fatto di tutto pur di farvelo avere. -dice esasperato mentre tiene stretto in una mano dei fogli(probabilmente quelli dell'anagrafe) e nell'altra la mano di mia madre.

-Come avete potuto?!-sputo con non curanza-perchè avete aspettato così tanto tempo per dircelo?! Vi odio!- grido con tutta la voce che ho in corpo uscendo da quella casa. Corro, corro più veloce che posso, mentre le lacrime mi appanavano via via gli occhi. Non avevo una meta, oppure sì?

Mi ritrovai davanti al cancello del cimitero. Avevo bisogn di riflettere, e questo è il posto dove ci riesco meglio.

Cammino tra le lapidi bianche finchè non arrivo alla mia destinazione. Mio nonno. Mio nonno è morto da più di cinque anni e la sua scomparsa non sono mai riuscita a digerirla. Era il mio migliore amico, l'uomo che amavo come se fosse mio padre, quella persona che mi ha fatto vivere come una regina, che mi leggeva le storie alla sera prima di addormentarmi dato che il mio papà non c'era quasi mai. E ora tutto quello che mi rimane sono solo dolorosi ricordi che ricoprono quelli belli e un nome su una pietra bianca.

Mi siedo sull'erba candida e appoggio la schiena sulla lapide, seguendo sempre il solito rituale di ogni volta.

Tengo stretta la sua foto tra le mie mani tremolanti mentre cerco di ricapitolare con calma tutto l' accadaduto.

Denise è mia sorella, gemella oltretutto. Cavolo. Sì sono felice ma sono nche deusa dal fatto che in 16 anni nessuno mi abbia detto niente. Però ora tutto mi quadra: la stessa voglia sul fianco destro, la stessa cicatrice sotto il seno sinistro, e i nostri problemi respiratori quasi simili. Come ho fatto a non farmi delle domande prima? Ma la cosa che mi indigna di più è il comportamento menefreghista dei miei genitori per tutto questo tempo. Non so che pensare davvero di loro...

Rimango lì a pensare da sola, illuminata dai raggi del tramonto mentre singhiozzavo silenziosa.

Ecco anche il sedicesimo capitolo.

Scusate se non ho aggiornato prima ma non ho avuto tempo. Vi piace? Commentate per chiedere se qualcosa non vi è chiara :)

Votate votate votate :)

Frozen (One Direction's fiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora