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{ MAGDA

Il volo di mi cugina Bella stava atterrando in quel momento.
Dylan parcheggiò il pick up rischiando di graffiare una Yamaha nera, maledicendo me e la mia inutile fretta.
Impiegammo più del previsto a trovare il gate esatto. Avevo sempre avuto vari problemi con gli aereoporti.
Raggiungemmo l'uscita giusta nell’esatto momento in cui i passeggeri stavano uscendo, una massa di persona tutte simili e abbronzate, tra cui spuntavano passeggeri bianchi come il latte con tanto di sombrero in testa.
Riuscii a scorgere Isabella tra una famiglia di turisti asiatici. Urlai il suo nome, e lei mi raggiunse sorridente trasportando la sua valigia rosa glitterata più grande di lei.
-Lena!-
Mi corse incontro dimenticandosi del suo bagaglio, e mi abbracciò mozzandomi il fiato.
L’odore fruttato del suo shampoo mi riportò nostalgicamente ai momenti che avevamo passato insieme, quando eravamo piccole e credevamo di essere sorelle.
I suoi occhi mi scrutarono a lungo. Stava piangendo, e il suo mascara era colato intorno agli occhi.
Era sempre bellissima. Ci sentivamo sempre su Skype, ma vederla dal vivo era incredibile.
Non la vedevo da quando mi ero trasferita a Brooklyn.
-Ai Lena, Como esta linda! No puedo creer que te estoy abrazando! Me extranaste tanto!*-
- tambien! Es genial que estés aquí!*-
Anche i miei occhi iniziarono a lacrimare. Riabbracciarla dopo tutto quel tempo era così bello.
Bella era la mia migliore amica, l'unica che avessi mai avuto.
All'Avana vivevamo una di fronte all'altra. Al mattino, lei veniva a casa mia o viceversa e giocavamo tutto il giorno insieme ai numerosi bambini del quartiere, ma principalmente eravamo solo noi due. Mia zia, la sorella di mia mamma, viveva praticamente a casa nostra. Eravamo tutti una famiglia unica, ed era bellissimo.
Non avevo mai immaginato la mia vita senza mia cugina. Eravamo sempre io e lei. Il mio nome era sempre accompagnato dal suo. Magda e Bella.
Quando scoprii del nostro trasferimento, mi venne spontaneo pensare che lei e tutti gli altri venissero con noi.
Eravamo una famiglia, e non potevamo dividerci.
Fu l'esperienza più traumatica della mia vita.
I primi dolorosi mesi in America furono i più difficili. Io non sapevo neanche mezza parola, ero arrabbiata con i miei genitori e mi mancava da impazzire Isabella.
A pochi giorni dal trasferimento, fuggì di casa per tornare a Cuba, ignara che fossimo così lontano e pensando di poterci arrivare a piedi.
I poliziotti mi trovarono alla sera, in una ristorante cubano chiamato “Havana sun”.
Si, ero convinta di essere tornata nella mia città del cuore.
Quando Bella mi disse che voleva venirmi a trovare, non potevo esserne più felice.
-.Tenemos muchas cosas questo  decir, vamos!*- Dissi asciugandomi gli occhi e afferrando la sua valigia pesante.
-Trajiste todo el armario*?- esclamai diversità trascinando il suo bagaglio.
-No, Las otras  maletas llegan manana.*-
Risi, ricordandomi la sua smania per la moda.
Non era cambiata affatto. I suoi capelli malamente legati in una cosa alta le davano un’aria sbarazzina. Gli occhi color cioccolato coperti da un paio di occhiali da sole dorati stile Lady Gaga, i vestiti attillati e corti che lasciavano scoperti gran parte della pelle bronzea.
Isabella era bella, e non ero l'unica ad essermene accorta.

 Isabella era bella, e non ero l'unica ad essermene accorta

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Perdoname, madre (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora