Ammirate codesta bellezza! Lo amo💞 realizzato dalla bravissima Jadescute
{ GUSTAV
Era l'una passata, quando mi decisi a interrompere il mio lavoro al computer e uscire per la pausa pranzo.
Alida mi aveva scritto quella mattina. Aveva un servizio fotografico di una nota marca di costumi da bagno nei pressi del palazzo di mio padre (si, aveva comprato tutto lo stabile, a lui non piaceva affittare cose) e quando succedeva, ci incontravamo per pranzare insieme e poi tornare a lavoro.
Velocemente uscii dall’ufficio, sapendo di essere in estremo ritardo. Il tempo era passato senza che nemmeno me ne accorgessi, ma quella mail dei giapponesi mi aveva tenuto incollato al computer.
Il ristorante vegano dove ci incontravamo sempre io e Alida era super affollato, come tutti i giorni.
Entrai, scorgendo la mora seduta in un tavolo vicino alle enormi vetrate. Fra le mani reggeva il menù, anche se ordinava sempre la stessa cosa.
I suoi capelli castani erano raccolti in una crocchia malfatta e non aveva nemmeno un filo di trucco, ma era bellissima, in un modo così naturale da renderla quasi finta.
Mi sedetti, e Alida alzò i suoi grandi occhi chiari su di me, visibilmente contrariata per il mio ritardo.
-Scusami, mi hanno trattenuto in ufficio.-
-Ok, capisco. Avresti potuto avvisarmi. Io comunque ho già mangiato, fra cinque minuti devo tornare.-
Mi passò il menù, non sapendo realmente cosa scegliere fra quei piatti dai nomi strani, ma alla fine optai per l'insalata di quinoa e avocado, la sua preferita.
-Lo so, mi sono bloccato sul computer ed era già l'una. Come è andato il photoset?-
Alzò le spalle, sorseggiando la sua acqua di aloe. -Piuttosto stressante. Katrina non è venuta, e una modella in meno causa il caos più totale. Io e Claudia abbiamo dovuto fare il doppio delle foto. E non Siamo nemmeno a metà!-
Sentii il cerca persone vibrare nella tasca dei pantaloni neri, ma lo ignorai. Se c'era una regola nella mia vita lavorativa, era non parlare di lavoro fuori dal lavoro, anche se spesso risultava più difficile del previsto.
Arrivò la mia insalata, e fui deluso di scoprire che fosse più piccola di quella che mi aspettavo. Avrei dovuto prendermi dei sandwich alle macchinette.
-Te l'ho detto vero che mia madre ci aspetta a pranzo domani?- disse con nonchalance, smanettando con il suo iPhone.
Per poco non mi strozzai con la quinoa.
-Ah si?-
-Si. Venerdì scorso te ne sei dimenticato, e noi ti abbiamo aspettato, e ti abbiamo chiamato, e ti ho cercato anche su quel fottuto cercapersone. –
-Lo so, mi dispiace. Domani ci sarò sicuramente.-
Lei annuì, evitando il mio sguardo.
Si alzò, afferrando la sua Louis Vuitton e sistemandosi le pieghe della gonna rosso vino.
-Io vado. Che fai stasera?-
-È il compleanno di Adam. Usciamo. Perché non vieni anche tu?- chiesi solamente per sembrare educato.
Lei alzò gli occhi al cielo, e scosse la testa. Sapevo che Adam non le stava molto simpatico, e la cosa era reciproca.
-Rispondi a quel telefono, Goët.- Mi diede un bacio sulla guancia e uscì, lasciandomi da solo con quell’insalata disgustosa.
Solo l'idea di rivedere i genitori di Alida mi faceva deprimere. Non che fossero così male, sicuramente meglio un pranzo con loro che con i miei, ma come mia madre, anche quella di Ali non aspettava altro di fare la testimone al nostro matrimonio.
Finii difficilmente la mia insalata, quando ricevetti un messaggio da Adam.
“Voglio una cazzo di torta vietata ai minori, bro. C’è un sexy shop nel Queens che fa robe per addii al celibati e altre cagate. Inventati qualcosa, amico. Ho chiamato un po’ di gente. Hai presente quelle feste che fanno alle confraternite? Cazzo, eri alla Columbia, certo che lo sai. Stasera si scopa broooo! Oh…tu no, me ne ero scordato!”"Che diavolo c’entra la torta sconcia con te? Mica ti stai per sposare!
Adam ,sei uno sfigato del cazzo. Saremo solo io e te, vero? E quel tuo cugino dell’iowa Al massimo Josh, se riesce a liberarsi dal capo Avril. Più che alla festa di una confraternita si avvicinerà ad un incontro degli alcolisti anonimi.”“È la mia festa e se voglio la torta con la figa sopra, io l’avrò. E vaffanculo.”
Risi fra me e me, sapendo di averlo fatto arrabbiare. Pagai ed uscii, non realmente pronto per altre quattro ore di lavoro.
{ MAGDA
Mi guardai allo specchio ancora una volta. Inclinai la testa di lato. Passai le mani lungo il tubino nero di Bella, molto semplice e decisamente troppo corto.
-Credo davvero che avrei il coraggio di uscire così?-
Bella annuì, senza smettere di mangiare le sue chips, facendo cadere le briciole sul mio letto.
-Te está bene. Sexy.-
Me lo tolsi con difficoltà. Era stretto e così corto che se mi chinavo si vedeva anche la via della seta.
I vestiti di Bella erano tutti esageratamente provocanti. Anche quando non usciva, quando andava al supermercato o in farmacia, si vestiva come se stesse partecipando ad un evento importante. Le piaceva osare, e di certo gli uomini lo notavano.
Io, invece, non avevo nemmeno un vestito. Non mi erano mi piaciuti, soprattutto quelli stretti e attillati come quelli di Isabella.
-Non so nemmeno perché l'ho provato. Vado con il mio outfit iniziale.-
Presi i miei pantaloncini chiari e feci per indossarli, ma lei me li strappó di mano.
-Que mierda es esto!- disse guardandoli schifata.
-È il mio completo per stasera.-
-Io non esco se te vesti così!-
Mi sedetti sul letto, capendo che la cosa sarebbe durata molto.
Solitamente non ci impiegavo più i venti minuti a prepararmi, ma in venti minuti non ero riuscita a scegliere un solo capo perché Bella lo scartava.
Si alzò, frugando freneticamente nel mio piccolo armadio, sbuffando sonoramente quando si rese conto che non c'era nulla di realmente interessante.
-Ok,la cosa es grave. Muy grave. Oh, espera.-
Prese da l'unica valigia ancora piena (Non c'era più posto nella mia camera. La maggior parte dei vestiti erano nel mio armadio, sotto al materasso e nella mia libreria, dove aveva liberamente scaraventato i mie libri preziosi a terra per infilare le sue scarpe griffate) e cercò a lungo fra gli indumenti, finché estrasse un paio di pantaloni bianchi.
Erano davvero molto belli, grazie al dettaglio degli intrecci sul davanti che andavano dalla vita sino alla caviglia.
Li provai, ma quando arrivai alle cosce, mi ricordai che Bella era molto più piccola di me.
-Non mi vanno.-
-Quedate la boca.- Mi zittí, aiutandomi a tirarli su. -Trattieni l'aria!-
-Cosa?- tirammo a vicenda, lei da dietro ed io davanti.
-Trattieni l’aria dalle cose!-
-Come diavolo faccio a trattenere l'aria dalle cosce Bella!-
Iniziai a sudare, e le guance di Bella diventarono rosse per lo sforzo.
-Non sai niente de pantaloni tu. Stringi questo culo gigante!-
Seguii il suo consiglio, e alla fine riuscimmo a farlo passare. Mi asciugai il sudore dopo la grande impresa, e Bella si buttò a terra, respirando affannosamente.
Era talmente stretto da farmi male, ma mi piaceva , nonostante sembrasse più che altro una seconda pelle.
Facevo fatica a muovermi, e sapevo che una volta tornata a casa i segni degli sforzi di sarebbero marchiati sulla mia pelle , ma non volevo pensarci.
-Te lo avevo detto che te stavano!-Annuii soddisfatta e finii di vestirmi. Io e Tyler avremo fatto conoscere la vita notturna New Yorkese a Bella,che non stava più nella pelle.
Non ero solita ad uscire di sera, visto che oltre a Tyler e altro qualche conoscente non avevo altre persone con cui ubriacarmi fino a dimenticare di esistere, ma quella sera avevo il giorno libero e avevo promesso a mia cugina, decisamente più festaiola di me, che ci saremmo uscite per bere e rimorchiare.
Io solo per bere, visto che a rimorchiare ero negata.
Infondo, cosa sarà mai un uomo in confronto ad un Margarita?
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Perdoname, madre (SOSPESA)
عاطفيةTrasferirsi a Brooklyn fu l'idea migliore che la famiglia di Magda Soto potesse mai prendere. O, almeno, questo era quello che credeva prima di rendersi conto a cosa realmente stava andando incontro. Appassionata di musica latina e jazz, divoratric...