Falling Angel {SOSPESA}

10. Devil In The Details

I failed to see the flaws
In the details I adored
And played God
Devil's In The Details - The Hoosiers

La prima parte del viaggio di ritorno fu tremenda, anche se meno peggio dell'andata - indicatore che stesse passando troppo tempo fra gli umani fu che per poco non gli sfuggì un «grazie a Dio» scendendo dal regionale - a migliorarla fu che la fanciulla desistette dal toccarlo ma accelerò il trascorrere dell'ora in cui erano costretti in quella gabbia di metallo ponendo le domande giuste, tanto giuste da metterlo in guardia.

«Ora che abbiamo il pezzo, che si fa? Dove lo mettiamo?» aveva chiesto, lanciando un'occhiata alla scatola che lui stringeva; da quando l'aveva chiusa in un sacchetto di seta per tutelarla da occhi indiscreti, la guardava più spesso, ma continuava a non soffermarcisi mai troppo. «Devo richiedere una cassetta di sicurezza?»

«Non è necessario, lo riporrò insieme al primo.» Non aveva inteso l'offerta, ma aveva sentito il cambio di persona ed era impensabile si separasse dalla reliquia.

«Che hai messo dove?» domandò Laura senza neanche provare a nascondere la seccatura del rifiuto, fu per quello che le rispose a tono prima ancora di rendersi conto di star spifferando un segreto celeste: «In chiesa.»

«Non avevi detto di non poterci andare?»

Gli era scappata qualche contraddizione in passato, ma Laura non ci aveva fatto caso o avrebbe già sollevato obiezioni, quest'ultima era stata troppo grossa per sfuggire.

«L'ho detto» confermò «quello che non ho detto è che non è che non possa entrare in chiesa, era la versione semplificata di "entrare in un santuario avviserà una sentinella del Paradiso di un aumento di energia pari a quella di un arcangelo che doveva essere morto quindi avviserebbe chi di dovere e me lo ritroverei alle costole in una settimana".»

«Frase contorta che non spiega come tu sia entrato in chiesa.»

L'insistenza della ragazza lo costrinse alla verità: «Malo nodo malus quaerendus cuneus.» L'arcangelo sollevò le spalle con indifferenza, le riabbassò subito quando metabolizzò l'atteggiamento così umano. «Roma è graziata, avvertirvi un cambiamento di beatitudine è arduo, a meno di non avere pattuglie sul posto. Considerando anche che la chiesa mi era consacrata e si trattava di un santuario minore non troppo vicino né lontano dal centro, non c'era da preoccuparsi.»

Aveva selezionato con cura il luogo in cui custodire le reliquie: una parrocchia a suo nome - quindi con aura simile - non troppo distante dal centro - così da non uscire dalla protezione di San Pietro - ma neanche troppo vicino - per non farsi avvertire dalla sentinella. La sosta era stata così breve da non dargli neanche il tempo di assimilare troppa santità, lo aveva infastidito di più l'agguato dei demoni.

Vent'anni prima non avrebbe osato neanche camminare su terreno consacrato - sarebbe equivalso a suicidio - ma pure in quel momento lo faceva perché privo di altre opzioni: aveva rischiato al Gargano e in Val di Susa, ma sperava di essere stato rapido e simile a sufficienza da rendere il suo operato invisibile.

Era la necessità di essere svelto che gli impediva di chiudersi in chiesa e recuperare le forze: nonostante gli angeli fossero stati richiamati, gli ci sarebbero voluti almeno tre giorni - e non si sarebbe ripreso al massimo - e poi la grazia risanata sarebbe stata un faro tracciabile con troppa facilità per troppo tempo. Perfino toccare reliquie al di fuori dei pezzi della spada - e solo perché in Paradiso la credevano distrutta - avrebbe potuto tradirlo, per quello prima di entrare nella Sacra aveva afferrato la mano del nefilim al suo fianco, il che rendeva ovvio ciò che avrebbe dovuto ammettere dall'inizio: Laura era in parte angelo. Sapeva che non avrebbe dovuto, ma gli era venuto naturale: aveva bisogno di un sostegno e la fanciulla era l'unica energia celeste che non lo avrebbe messo nei guai. Almeno non con l'usurpatore, restava imprescindibile che lei fosse un essere immondo pronta a istigarlo al peccato.