Dark wings, dark words, me mother used to say,
but when the birds fly silent, seems to me that's even darker.
A Storm of Swords — George R.R. MartinL'angelo non atterrò, rovinò con malagrazia ai suoi piedi, ma trasformò quel gesto scoordinato in una prostrazione. Questo glielo riconosceva, così come ammirava che un semplice angelo fosse arrivato in soli sette giorni; la stanchezza era comprensibile e rispettabile, il motivo per cui si trovava in quella condizione non altrettanto.
«De-demoni, signore...» boccheggiò l'angelo.
Da quando, sette giorni prima, aveva avvertito la sentinella romana lasciare le postazione, Sitaele l'aveva aspettata sul bordo del Paradiso. Non necessitava di nutrirsi o riposare, ma quando scoprì l'informazione del vigilante si sentì come se lo avessero privato di preziose energie. Demoni che gironzolavano indisturbati in Terra non erano una novità: prima si limitavano a schiantare aerei e inabissare navi, adesso scatenavano guerre, carestie e pestilenze, beffandosi del non intervento angelico.
Sitaele non scendeva sul Pianeta Azzurro da anni, ma riceveva dettagliati rapporti delle principali malefatte infernali – quelle di Cavalieri o arcidemoni, dato che era arduo distinguere umani tentati e demoni minori senza pattuglie sul posto.
In quanto esponente dell'élite serafica, avrebbe dovuto essere sul campo, non a pattugliare corridoi vuoti di un palazzo irraggiungibile aspettando che gli uomini morissero, ma non avrebbe obiettato il suo principe. Era un semplice soldato, non uno stratega, avrebbe atteso l'estinzione dell'umanità e poi estirpato la minaccia demoniaca, come da ordini.
«De-devo parlare con il principe, signore...»
Fuori discussione. Non sapeva come il sovrano trascorresse il tempo nel Primum Movens, ma non lo avrebbe disturbato per ininfluenti messaggi di uno sciocco che a breve avrebbe fatto altre sette giornate di volo.
Sitaele comunicò, assicurandosi fosse chiaro, che un altro falso allarme non sarebbe stato tollerato: non importava il numero di demoni in circolazione – né se fossero così audaci da uccidere un serafino – le vecchie procedure non sarebbero state riattivate finché gli umani rischiavano il coinvolgimento.
«Signore, La prego, non sarei venuto se non fosse stato importante... Sono consapevole delle bande demoniache nella Capitale, ma Le assicuro che non erano mai arrivate così vicino, stavano inseguendo qualcuno... l'Arcangelo Guerriero.»
Sitaele storse il naso sentendo le parole "signore" e "prego" – non erano a lui che andavano rivolte – ma il resto del discorso gli fece dimenticare il richiamo che stava per fare. In particolare, lo colpì l'ultimo nome; il fratello era stato saggio abbastanza da non pronunciare un nome, ma era facile intuire a chi si riferisse.
Ogni angelo era un guerriero, ma gli arcangeli erano generali e c'era solo un membro del gruppo rinnegato di cui la morte non era stata accertata. La versione ufficiale li dava tutti per uccisi, ma i fidatissimi del principe sapevano la verità.
I fidatissimi del principe.
Era parte del gruppo, come lo era stato con il principe precedente e quello prima ancora: con la sconfitta dell'ultimo generale celeste, Sitaele aveva seguito senza obbiettare il nuovo comandante – perfino quando tutte le truppe erano state richiamate – ma se davvero Michele era ancora in circolazione...
Quel fatidico 10 agosto era stato Sitaele l'incaricato alla conta dei cadaveri e ne mancavano due, ma quello di Gabriele si era aggiunto alla pila un paio d'anni dopo. Il Messaggero era stato sorpreso a Roma ed era stato ancora Sitaele a finirlo con un affondo al cuore, non sapeva perché l'arcangelo avesse rischiato raggiungendo una città pullulante di sentinelle – era ovvio che, avvertitolo, la Schiera lo avrebbe braccato – ma sapeva che non voleva soffrisse più del necessario. Gli ordini erano di riportarlo vivo, ma il solo corpo inerte andava bene se avesse opposto resistenza. E Sitaele si era assicurato che lo facesse.
Il Messaggero non era un avversario da sottovalutare, ma neanche il più forte della sua Sfera, Sitaele non avrebbe dovuto avere problemi a sconfiggerlo, quindi si era assicurato di avere un pubblico, qualcuno che testimoniasse con lui la necessità del gesto estremo; gli ultimi due serafini d'élite – i sopravvissuti all'attacco demoniaco che pochi mesi prima aveva privato di un membro il loro quartetto – lo avevano confermato nel rapporto al principe.
Durante l'annuncio in piazza San Pietro, il sovrano si era mostrato soddisfatto del risultato, ma Sitaele sapeva che avrebbe preferito l'arcangelo imprigionato per estrargli informazioni sul precedente condottiero, il momentaneo cambiamento nella grazia – divenuta così simile a quella degli ultimi giorni del primo principe – era stato la conferma definitiva.
Mancava solo un obbiettivo, ma più di un decennio di ricerche non aveva portato risultati e ne era stato annunciato il decesso. Sitaele si era attenuto a quella versione fino a che, qualche giorno prima, aveva avvertito una strana energia sul Gargano.
La vedetta aveva designato l'intera regione come luogo d'interesse... ma non era lì quando era successo, Sitaele era in prima linea e sapeva cosa cercare e dove, ma aveva pensato che fossero solo le paranoie del suo principe a suggestionarlo e aveva smesso di curarsene.
Poco prima che arrivasse la sentinella romana, aveva avvertito uno sbalzo simile in Val di Susa, era stato inferiore rispetto al precedente, ma lui era sul bordo, guardando verso quel paese, e aveva subito localizzato l'origine.
Due su sette.
Poteva continuare ad aspettare per ulteriori conferme, ma se per allora fosse stato troppo tardi? Se qualcun altro – magari Lelahele o Cahetele – avesse collegato tutto? Non aveva osato neanche considerare quell'eventualità, ma se c'era anche solo una possibilità che l'Arconte fosse ancora vivo e deciso a rimettere insieme la sua arma più forte per riprendersi il Trono... Doveva raggiungere il suo fianco al più presto.
Guardò la sentinella ansante ai suoi piedi. Da quanto tempo era sulla Terra? Gli angeli non respiravano: lo facevano per mimetizzarsi tra gli umani, lì dovevano smetterla... a meno che non avessero passato tanto tempo tra i mortali da dimenticarsene. Sitaele considerò di non rispedire giù il fratello e mandare un sostituto. Ma tenerlo a riposo contemplava la possibilità che parlasse. Gli angeli non si vantavano, ma quello aveva attaccata l'umanità, e avrebbe potuto cedere, raccontando cosa aveva visto. Non poteva permettere che accadesse, non quando c'era così tanto in bilico.
Pensieroso, Sitaele accarezzò il pomolo dorato della spada che gli pendeva al fianco sinistro: riconosceva al fratello spirito di osservazione e perspicacia, avrebbe potuto aspirare a qualche alta carica nell'esercito se non fosse stato un semplice angelo o se avesse avuto un superiore a garantire per lui; il suo era un destino infelice, ma Sitaele si sentiva misericordioso e gli avrebbe posto fine.
~Next: Pretty Blond Liar~
Biondo, carino e bugiardo
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Falling Angel {SOSPESA}
Paranormal{STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO} Quel fatidico 10 agosto non caddero solo le stelle, ma anche gli angeli. Da allora sono passate quasi due decadi e la vita degli umani non ha subito molte variazioni, eccetto per la rinnovata consapevolezza che...