Quel mattino la sveglia suonó prima del solito e a mio malgrado dovetti alzarmi dal letto.
Misi la mia solita maglia bianca e sopra di essa la giacca del medesimo colore coi rifinimenti e le cuciture rosse, sul petto spiccava il logo del Quinto Settore che riprendeva il colore blu della gonna.
Misi un paio di parigine bianche e le solite scarpe della divisa ed uscii. Come qualsiasi cosa lì dentro, nemmeno la divisa mi piaceva, ma dopo un anno ci avevo fatto l'abitudine.
Non vidi mio padre e non mi aspettavo di vederlo, così mi diressi con tutta tranquillità verso la Raimon.
Quando arrivai, l'enorme edificio che mi si presentó davanti mi fece effetto e rivivevo i ricordi di quando ero piccola: frequentare la Raimon, il mio più grande sogno, seguire le orme di mia madre e di mio padre. Ma a quanto pare, il mio destino prese una piega diversa...-Principessa?- qualcuno mi mise una mano sulla spalla e sussultai.
Mi voltai e fui letteralmente ipnotizzata da un paio di occhi color ambra, che risaltavano sul suo colorito pallido e i capelli di un blu brillante.-Si.- mi risvegliai dal mio stato di trance, ma continuai a fissare quei suoi meravigliosi occhi. -Tu devi essere Victor...mio padre mi ha parlato di te.- gli feci un flebile sorrisino, arrossendo un po.
-Spero abbia parlato bene, Principessa.- anche lui sorrise un poco, poi peró si ricompose subito. Sentivo qualcosa, una strana sensazione che mi faceva sorridere, come se potessi fidarmi ciecamente di quel ragazzo. Era strano, visto che lo conoscevo da appena due minuti.
-Non mi chiamare in quel modo- dissi con calma e col sorriso -Per te sono Ashley. Non c'è bisogno di rispettare gli ordini al di fuori del Quinto Settore.- sembró quasi stupito, poi annuii. Le mie guance si colorarono di un rosso vivo e mi sentivo imbarazzata a stare così vicino a lui e nella mia testa cominciavo a pormi domande sul perchè di quelle sensazioni, senza ovviamente ottenere una risposta.
Arrivammo al campo della scuola e Victor fece ció che gli fu ordinato da mio padre, distruggere il club di calcio della Raimon, anche se sul campo c'era la seconda squadra e non quella titolare.
Io mi rintanai nei giardini lì vicino, in mezzo agli alberi e osservavo la scena appoggiata ad uno di essi con le braccia conserte.
Lo guardai giocare e analizzai ogni singolo movimento che faceva in campo.
È bello anche mentre gioca.
Ma perchè mi ritrovavo a fare questi pensieri? Insomma, Victor lo avevo appena conosciuto, era solo una prima impressione.
Peró, diamine, era veramente un bel ragazzo.
Quando ritornai alla realtà, vidi la prima squadra e Victor, seguito dai Cavalieri Oscuri, che si stavano dirigendo verso il campo interno; prontamente li seguii anche io. Notai poi due figure, una donna e un uomo che seguivano la Raimon, lei aveva sicuramente non più di un anno o due in meno di mio padre, mentre lui era già in età avanzata.
Dopo accurate occhiate, capii subito: si trattava di Celia Hills e Percyval Travis. Non pensavo che dopo tanti anni fossero ancora legati al club e alla squadra, quanto avrei voluto che anche mio padre fosse rimasto in contatto con la Raimon...-Avete un allenatore, ragazzo?- chiese sgarbatamente il mister Travis a Victor.
-Certamente.- intervenne Saber, dalla galleria. Poi mi lanció un'occhiata e decisi di scendere in campo anche io, andandomi a sedere sulla panchina e scatenando i sussurri sia da parte dei giocatori e dei tifosi.
'Ma è sua figlia!'
'Non pensavo si presentasse qui!'
E altri vari commenti che sinceramente mi scivolarono addosso.
Guardai dall'altro lato del campo la panchina della squadra di casa, assieme all'allenatore e la signorina Hills vi erano anche quattro ragazze, probabilmente le menager.
Una in particolare mi stava guardando, come per esaminarmi: aveva dei capelli lunghi e bruni come i suoi occhi, sulla nuca spiccava una fascia color arancione. Una stessa fascia, seppur molto più rovinata, la portava al polso. La riconobbi subito e fui pervasa da un senso di tristezza, che mi riportó alla mia infanzia.
Era Melanie Evans, la figlia di Nelly Raimon e Mark Evans. Non ho mai avuto molti rapporti con lei, ma fino ad un anno fa quando assistevamo agli allenamenti dei nostri padri avevamo avuto la possibilità di conoscerci un poco.
Distolsi lo sguardo, pregando che lei non mi avesse riconosciuta, assistendo alla partita ricca di colpi di scena.Quando la squadra del Quinto Settore sembrava avere la meglio, ecco che il capitano della Raimon si lanció nell'area di rigore e dietro di lui apparve inizialmente un'aurea bluastra che poi si trasformó in uno spirito guerriero.
Subito, anche Victor sembró stupito, ma poi si ricompose con il suo ghigno beffardo stampato sul viso.
Mamma mia se è bello pure il suo sorriso.
Aah, basta con questi pensieri Ashley! Pensa al tuo incarico!
L'entusiasmo duró per poco, il poveretto stramazzó a terra e il suo spirito guerriero scomparve.
A quel punto, stoppai la partita, anche perchè nessuno praticamente era più in grado di giocare. Forse un ragazzo, un certo Sherwind, era ancora disposto a dare il tutto per tutto, ma ignorai quel ragazzino.
Feci un cenno a Victor e lasciai che fosse Saber a parlare.-Noi ci ritiriamo.- fu tutto quello che Saber disse.
Che uomo di tante parole.-Non appena ti chiama la mammina corri da lei, ma che razza di comportamento è mai questo, entra in capo e finite la partita!- una delle menager della Raimon, a giudicare dai richiami delle altre mi pare si chiamasse Jade, cominció a sbraitare contro Victor.
Prima che lui parlasse, mi basta uno semplice sguardo in cagnesco per zittirla.
Quando mi voltai per poi proseguire in galleria, non feci a meno di notare che Melanie Evans continuasse a fissarmi...
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Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~
FanfictionAshley Blaze è una ragazza estroversa, solare, con il sorriso stampato sulla bocca per tutto il giorno. Come avete capito è la figlia del più famoso attaccante del Giappone, Axel Blaze, e quando proprio quest'ultimo si unirà al Quinto Settore trasci...