Capitolo 17: il C.D.C.

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-Muoviti Blaze, non ho tutto il giorno.- Beta mi diede l'ennesimo spintone e quasi inciampai nel lungo tappeto che ricopriva il pavimento dell'intero corridoio.
Camminavo a tentoni, guardandomi intorno ma non vedendo altro che la pareti oscure di quel palazzo.

-Dove siamo?- chiesi non distogliendo lo sguardo da davanti a me, cercando di scorgere la fine del corridoio.

-Non ti deve interessare.-

-Invece sì.- mi fermai e sentii Beta sussultare di fianco a me. -Ho accettato di venire con te a condizione che tu mi dicessi dove mi stessi portando, turchesina.-
Lei mi guardó negli occhi e rise sotto i baffi, non distogliendo neanche per un minuto lo sguardo.

-No, cara.- mi fece la linguaccia e mi fece salire il nervoso. -Hai accettato di venire con me a condizione che non facessi del male ai tuoi amichetti e tuo padre, quindi muoviti se non vuoi che torni indietro.- si avvicinó e arrivó a due centimetri dal mio viso. -E stavolta torno da sola da loro.- continuó a ridere e mordendomi il labbro ripresi a camminare.
Mi sembrava di rivivere gli stessi momenti di qualche mese prima.
Zoolan, il Quinto Settore, il rapimento e le varie vicissitudini che mi sono capitate.
Cazzo Ashley, avevi voglia di rivivere in modo 'normale'? Lo stavi facendo nel modo sbagliato.
Sembrava come se avessi il malocchio addosso, non avevo la minima idea di come potessi attrarre tutte quelle situazioni come una calamita.
Arrivammo davanti ad un grande portone con a lato un piccolo dispositivo su cui Beta pigió una combinazione e subito dopo le due ante della porta si apriirono in un movimento scorrevole.
Mi ritrovai davanti un grosso tavolo, scuro come le pareti, se non che intorno ad esso ci fosse una striscia illuminata da luci rosse.
Riuscivo a vedere a malapena chi ci fosse seduto, ma uno in particolare attiró la mia attenzione: era seduto al centro, aveva degli strani capelli bruni come la barba, anch'essa strana, e dietro di lui vi era il Benefattore X e un altro uomo.
Cosa ci faceva lui qui? Che avesse dato il braccialetto temporale a mio padre solo per divertimento per poi trascinarmi qui?
Quest'ultimo si giró di lato e fece un cenno di capo e dall'oscurità comparì un'altra figura incappucciata, ma più snella e lanciata. Era sicuramente una donna.

-Ashley Blaze.- la voce del barbuto mi fece distogliere lo sguardo dai due incappucciati.-Abbiamo sentito parlare molto di te.-

-Bhe la stessa cosa non posso dirla io di voi. Anzi, non so proprio chi siate.- la voce mi uscii più ferma e severa di quanto volessi.

-Mi chiamo William Toodsforth e sono il Presidente dell'El Dorado.- sul suo viso non comparve la minima espressione e a dire il vero mi sentivo parecchio osservata.
Presidente, seguaci, ci mancava un Imperatore e allora sì che stavo rivivendo il mio periodo al Quinto Settore!

-Sii più gentile verso il Presidente!- sbraitó Beta, ma fu zittita quando Toodsforth alzó una mano e la fulminó con gli occhi.

-Basta, Beta.- mio dio, quell'uomo non aveva alcun tipo di emozioni. -Porta la nostra ospite al Centro di Detenzione e Correzione.-
Al cosa?

-Perchè la portate al C.D.C?!- non fui io, ne Beta, ne i seguaci del Presidente Toodsforth, bensì la donna incappucciata alle sue spalle.
Aveva una voce che avevo già sentito, calma e piacevole, a differenza di qualsiasi presente.
Il Presidente si voltó e la fulminó con gli occhi, come poco prima aveva fatto con Beta.
Fu l'ultima cosa che vidi, poi sentii qualcuno che mi mettesse un panno intorno al viso e l'odore forte dell'etere.

~Victor's Pov

Appena rientrai in casa lanciai il borsone in terra e tirai un pugno talmente forte al muro che se fosse stato di cartongesso si sarebbe distrutto.
Avevano Ashley, ora.
E l'avevo persa, per la seconda volta in pochi mesi.
Mi ero ripromesso di proteggerla e di impedire a qualsiasi persona di non fargli del male, ma non ne ero stato in grado.
Aveva seguito quella turchesina di suo spontanea volontà, solo per non permettere che ci venisse fatto del male! Che Stupida!
Mi morsi il labbro per non lacrimare e mi accorsi che dalle mie nocche usciva del sangue; mi diressi verso la cucina, misi un panno con del ghiaccio e mi sedetti pesantemente sulla sedia del tavolo da pranzo.
Passó una mezz'ora bella e buona, continuai a fissare il vuoto cercando cosa fare, cosa potessi fare per salvare Ashley.
Fui distratto soltanto quando qualcuno suonó il campanello.
Andai alla porta e quando vidi Melanie sul ciglio, prima la fissai per qualche secondo poi tentai di richiudere la porta.

-Ti prego, Aspetta!- mise una mano sul legno e mi impedii di sbatterla. Aveva voglia di chiudere quella porta e spaccarle una mano per il modo in cui avesse trattato Ashley.

-Che vuoi?- i miei occhi ricaddero sul suo aspetto. Aveva i vestiti sgualciti e i capelli spettinati, il viso era quello di una persona che non dormiva da notti.

-C-c'è Ashley in casa?-

-Che vuoi da lei? Fino a due giorni fa avresti voluto buttarla fuori dalla squadra.-

-L-lo so è che...v-volevo scusarmi.-

-Non puoi.-

-Fammi entrare.-

-Ashley non c'è.-

-E dove è?- si stava incazzando. Dio, lei si incazzava?!
Feci un respiro profondo e mi scansai di lato, lasciando lo spazio libera.

-Entra. Ti devo dire un paio di cose...-
Dovevo dirle tutto. In fondo lei era la sua migliore amica.
Così la feci sedere su una sedia e le spiegai ogni cosa.

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora