Capitolo 5

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Le parti scritte in corsivo, sono riflessioni della protagonista.
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La festa è una vera noia, ci sono solo tante persone che ballano...o meglio si strusciano tra loro. Inoltre gli alcolici sono di scarsa qualità e le persone sono scorbutiche.

Tecla è andata in bagno già da cinque minuti e non vorrei che via facendo abbia accalappiato un bel ragazzo "affamato". Mi faccio servire un altro shottino e accavallo le gambe annoiata, davanti la mia visuale vedo solo tanti ragazzi con gli ormoni a mille, ragazzi che farebbero di tutto solo per un buon lavoro nelle loro mutande. Davanti il mio tavolino passa un ragazzo dai capelli ricci, scuri, un po' lunghi e con delle labbra calienti che ti farebbero venire solo alla prima lettera dell'alfabeto. Il ragazzo in questione è Liam.

Forse quel po' d'alcol che circola nelle mie vene sta facendo effetto, anche i miei ormoni iniziano a ballare la bachata e questo lato di Liam mi attrae. Sembra così trasgressivo, così fatto ma tanto sexy, quasi sbavo. Mi ricompongo quando Tecla mi si avvicina
"Un ragazzo, nel bagno, una ragazza e...che schifo." Dice disgustata. "Potevano prendersi una camera" continua.
"Tecla è successo anche a te che nella foga la camera vi è passata di mente." Le ricordo.
Lei fa un gesto strano con la mano e butta giù uno shottino.

Ci guardiamo un po' intorno, Tecla poi si alza e mi tira per il braccio. Scendiamo in pista e iniziamo a ballare tra di noi, lei si struscia su di me ed io sensualmente le avvolgo i fianchi. I ragazzi ci guardiano come un porno e noi continuamo a provocarli. Mi sento toccare i fianchi e mi giro, Liam mi sorride e mi invita a ballare. Accetto volentieri e ci scateniamo in pista, ha una camicia bianca un po' aperta, a mezze maniche che mette in bella mostra i muscoli, un pantalone nero e una giacca di pelle.
"Stavate esagerando" dice ridendo.
Io rido e poi avvolgo il suo collo con le mie braccia, lui mi cinge i fianchi e una canzone romantica parte. Poggio la mia testa sui suoi pettorali e lo guardo, siamo sempre stati amici ma non avrei mai pensato che l'alcool mi facesse fare certi film mentali su di lui.

"Tecla andiamo?" Dico cercando di staccarla dalla bottiglia di liquore.
Io e Liam abbiamo ballato per quasi due ore mentre Tecla buttava giù più di due litri di alcool. È un bene che non si sia sentita male!
"Tecla ti prendo con la forza davanti a tutti" la minaccia il fratello.
Lei posa la bottiglia sul tavolino, si alza e mi indica.
"Tu...hai" dice ridendo e mi guarda "tu prendimi in braccio" ordina poi al fratello.
Così facendo arriviamo alla macchina senza altre perdite di tempo. Le si allunga sui sediolini posteriori e nel giro di pochi minuti crolla nelle braccia di Morfeo.

Quando arriviamo a casa Smith scendiamo, Liam si carica in spalle la sorella e con molta delicatezza chiude lo sportello.
"Aspettami al solito posto, manca poco per l'alba." Mi fa l'occhiolino e si avvicina alla sua porta di casa.
Attraverso il vialetto e vado verso il dondolo e mi siedo, il vento mi smuove i capelli e mi aiuta a ritornare lucida, mi sta venendo un forte mal di testa e non vedo l'ora di mettermi a letto. Improvvisamente i faretti e le luci delle abitazioni vicine si spengono, un blackout. L'ansia mi inizia a salire e sento un forte rumore, un rumore che mi fa ritornare a quel giorno. Vedo il suo corpicino così lontano, pieno di sangue, pezzetti di vetro e terriccio bagnato addosso, io urlo disperata ma nessuno mi sente. Inizio a piangere, a singhiozzare e dal buio più totale vedo una piccola luce.

Liam con una candela in mano si avvicina, mi fa alzare dal prato e mi aiuta a sedermi sul dondolo. Si stende prima lui e poi mi aiuta ad allungarmi al suo fianco, metto un braccio intorno alla mia vita e mi attira a sé. Il calore del suo corpo mi riscalda e nello stesso momento mi rilassa.
"Calmati, il sole sta per sorgere. Ci verranno ad aiutare e ci salveremo." Dice Liam ricordandosi di quel giorno.
"Noi ci siamo salvati. Lui no." Dico alzandomi di scatto. "Mi sento fottutamente in colpa, ogni giorno vado davanti la sua tomba. La sua perdita mi ha distrutta dentro, il pezzo finale del mio puzzle non ci sarà più. Era troppo ingenuo per capire, io ero grande, io dovevo essere responsabile. È orribile nascondere la verità ai tuoi genitori e quando quelle visioni mi assalgono non sapersi giustificare. Liam sono stanca..."dico guardando il vuoto.
Lui mi asciuga semplicemente una lacrima solitaria e poi mi stringe a lui, mi guarda negli occhi come nessuno a mai fatto. Mi perfora l'anima.

Un raggio di sole illumina il suo volto ed io non posso far altro che guardarlo con amore. È sempre stato presente quando io era debole, nel più profondo buco che io mi sia mai scavata...lui c'era. Le sue labbra mi attraggono ma io cerco di evitare ogni contatto allontanandomi da lui, spengo la candela e gli auguro una buonanotte.
Entro in casa e corro in camera mia, mi faccio una doccia veloce e mi metto a letto. Tra un'ora devo alzarmi e correre alla fermata, meglio non dormire. Mi porto avanti con il libro, leggo fino a che non è ora di vestirsi.
Indosso un reggiseno di pizzo nero con perizoma abbinato, una gonna nera e una camicetta di jeans legata in vita con un nodo. Lego i capelli in uno chignon un po' disordinato e con una forcina applico una margherita, metto scendendo le scale un tacco e davanti la porta l'altro, prendo la borsa e chiudo la porta.

A passo svelto mi dirigo verso la fermata del pullman e giusto in tempo riesco a salire sul veicolo. Il tempo oggi sembra non promettere bene e infatti dopo pochi minuti una prima goccia solitaria bagna il vetro. Dopo poco altre milioni di goccioline vengono a fare compagnia a quella di poco prima. Ripenso a Liam e alle sensazioni provate... non posso evitarlo per sempre.
Mentre penso non mi accorgo di essere quasi arrivata e quando il pullman si ferma prendo subito la borsa e scendo. L'atelier dista cinque minuti da qui, devo sbrigarmi se non voglio bagnarmi da testa a piedi. Metto la borsa in testa, cerco almeno di coprire i capelli, e poi mi dirigo verso il negozio. Prima di aprire la porta, una doccia fredda mi arriva addosso e la signora, sopra il negozio, non si preoccupa neanche di chiedere scusa. La guardo malissimo e senza proferire parola entro nell'atelier, cerco Megan con lo sguardo e dopo un po' sento una mano sulla spalla.

Mi giro e la trovo sorridente come non mai.
"La signora Livia." Dice con una faccia di chi la sa lunga.
"Vieni con me cara" dice andando verso il suo armadietto seguita da me.
Prende alcuni panni da dentro e me li porge con molta delicatezza e, dopo avermi fatto l'occhiolino, va via.

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Ehi, vedo che la storia è seguita da alcune persone e vi ringrazio per il sostegno, per i voti e per i commenti che mi aiuteranno a migliorare. Siete tutti gentilissimi è sempre pronti a leggere i miei capitoli, io un modo vorrei sdebitarmi.
Premetto non posso leggere le vostre storie, davvero non ho tempo e, quel poco che mi avanza, lo sfrutto per portarmi avanti con delle mie storie su Wattpad.
Io per sdebitarmi potrei farvi un'intervista oppure una pubblicità, posso anche ascoltarvi e consigliarvi su qualche vostro dubbio (non esitate a contattarmi se è per questo). Ora vi lascio all'abbigliamento di....

Abbigliamento di Liam:
(Il ragazzo nella foto fa parte proprio del cast della storia)

Abbigliamento di Liam:(Il ragazzo nella foto fa parte proprio del cast della storia)

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Abbigliamento di Charlotte:

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