~Capitolo 2~

1.8K 78 8
                                    

Pov's Marinette

Non sono ancora tornata a casa. Sto camminando per le lunghe vie di Parigi, non badando a nessuno, ignorando tutti. Non posso ancora credere che lui pensi che sia stata io. Se soltanto non avessi deciso di prendere quel secchio per Kim... la colpa non sarebbe mia.
Si, Adrien ha ragione. La colpa è mia: è colpa mia se cerco di aiutare le persone, è colpa mia se ho dato per scontato il carattere di Chloè e quello che poteva causarmi, è colpa mia se la festa di Adrien è stata rovinata, è colpa mia.. è colpa mia se sono una stupida.

Cammino per circa un ora e mezza finché non inizia a piovere. Decido di tornare a casa, ma senza fretta. Magari la pioggia mi aiuterà a rilassare.
Arrivo alla pasticceria dopo 30 minuti bagnata fradicia dalla testa ai piedi, così decido di farmi una doccia calda.

Sono le 21:15 e dovrei mangiare ma non ho fame e mi sento debole. Credo di essermi presa la febbre. Chiamo mia madre.
Sabine: che succede tesoro?
Io: non mi sento molto bene, credo di avere la febbre. Posso non andare a scuola domani?
Sabine: va bene Mari però vedi di rimetterti presto che non puoi fare altre assenze.
Io: va bene mamma.
Se ne va e mi metto sotto le coperte.
"Basta, non farti più vedere"
Beh, almeno domani non mi vedrai.

Pov's Adrien
~giorno seguente~

Mi sveglio di malavoglia. Non ho voglia di vederla per nessuna ragione al mondo. Sono così infuriato che non so nemmeno che fare, ma so che devo andare a scuola quindi mi preparo e esco. Entro nella limousine e dopo 5 minuti sono fuori scuola.
Cammino fino all'entrata fino a quando la voce di Nino mi ferma.
Nino: ehi amico. Come va? Che hai fatto alla fine ieri?
Adrien: niente. Sono venute delle signore a pulire tutto.
Nino: e con Mari?
Ecco lo sapevo che sarebbe andato a finire su quest'argomento.
Adrien: non ne voglio parlare.
Nino: ti sei arrabbiato con lei?
Adrien: si e non ho nemmeno voglia di vederla.
Detto questo ci dirigiamo in classe e ci sediamo. Appena suona la campanella, entra la prof che inizia subito l'appello.
Arrivati al nome di Marinette non sento nessun presente, così mi giro verso il suo banco e vado Alya sola.
Alya: professoressa, Marinette non è venuta. Ha detto che non si sentiva bene.
Aspetta, cosa?!?
Nino:beh, almeno il tuo desiderio su è avverato.
Ha ragione ma continuo a sentire nel petto un dolore che non mi riesco a spiegare. È come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, ma non capisco cosa.

Pov's Marinette

Mi sveglio. Non ho voglia di alzarmi perciò cerco di infilarmi ancora di più sotto le coperte. Non riesco a smettere di pensare a lui e alla sua frase detta con tanta cattiveria.
Chiamo Tikki.
Tikki: Marinette, è successo qualcosa?
Io: no non ti preoccupare. Stavo solo pensando che forse dovrei fare come dice lui no?
Tikki: lui chi?
Io: Adrien. Forse dovrei sparire così lui sarà felice.
Tikki: Marinette ma che stai dicendo? Sicuro è la febbre che ti fa parlare! Devi riposare!
Io: no Tikki! Non capisci. Lo renderò più felice così!
Tikki: Mari tu devi essere felice! Non lui!
Io: la sua felicità per me conta molto di più. Ed ora Tikki, trasformami!
Mi trasformo. Ovviamente devo prendere qualcosa per andare via, cosi prendo una borsa dove metto una coperta e una bottiglia d'acqua.
Prendo dei soldi e porto tutto sul balcone. Con lo yo-yo mi aggrappo alla ringhiera e scendo giù in pasticceria.
Entro e noto subito i miei genitori lavorare come pazzi. Si vede che tengono al loro lavoro.
Sabine: Ladybug! È successo qualcosa?
Io: no no ma- signora. Volevo solo comprare dei dolci.
Tom: Ladybug tutto bene?
In effetti mi gira moltissimo la testa, ma non posso farli preoccupare.
Io: si si non si preoccupi.> gli faccio un sorriso per rassicurarlo.
Sabine: allora, cosa vuoi prendere?
Io: 2 croissant al cioccolato, grazie> mi viene in mente Tikki. Non posso lasciarla senza mangiare < posso prendere anche una dozzina di biscotti al cioccolato?
Sabine: certo. Un attimo solo che incarto il tutto.
Non passa molto che mi trovo con la busta con i dolci in mano.
Io: grazie signori Dupain-cheng di tutto quanto.
Tom: grazie a te!
E così esco dalla pasticceria. Ritorno sul balcone e metto la busta con i dolci dentro la borsa. La prendo e lancio il mio yo-yo aggrappandomi ad uno dei caminetti del tetto di una casa. Devo trovare al più presto un luogo sicuro, dove posso ripararmi dal freddo.

Non è stata colpa mia...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora