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Mentre pranzavamo, mio fratello come tutte le sere, parlava della sua scuola dei sogni. La greenhouse.
Lo ammetto, una bella scuola ma sicuramente ci saranno persone che se la tirano nel peggiore dei modi, e non mi piacciono affatto questi soggetti.

«Mamma guarda queste divise» dice mio fratello mostrando la foto dal cellulare a nostra madre.

Io continuo a mangiare mentre con la coda dell'occhio avvisto quelle divise e per scherzare accenno:
«Ti starebbe bene quel gonnellino scozzese Chris» facendomi scappare una piccola risata.

«Haha. Molto divertente Gi, non potrai mai arrivare ad una scuola come questa, non farebbe proprio al caso tuo» dice mio fratello facendomi linguaccia.

Chris stava facendo dei corsi per entrare a far parte di quella scuola. Non è facile ma lui sta andando abbastanza bene e sono felice che possa realizzare il suo sogno.

«Preferisco non risponderti, perché infatti non mi interessa affatto di questa scuola per bambini viziati, ovviamente non parlo nel tuo caso ma di molti studenti di quell'accademia» esclamo per poi continuare a mangiare la mia zuppa.

Io non frequentavo più la scuola, preferivo andare a lavorare.
Lavoravo in un bar nel weekend e il resto della settimana uscivo con amici, scrivevo libri, leggevo e suonavo la mia chitarra e delle volte cantavo anche alcuni testi scritti sempre da me.

Finito di pranzare tolgo la tavola e aiuto la mamma a lavare i piatti, io e lei siamo molto legate, riesco a confidarmi su tutto e parliamo molto dei nostri problemi, proprio come se fossimo due perfette amiche.

Dopo una certa ora mi dirigo al piano di sopra nella mia cameretta e mi poggio sul letto per poi crollare in un sonno profondo.

greenhouse academy// GigiHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora