Capitolo 5

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PORTAMI VIA CON TE
chapter five !

" GOOD MORNING "

" GOOD MORNING "

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Sarah's pov.

Continuammo a parlare.
E a parlare.
E a parlare ancora.
Non penso di essermi mai aperta così tanto con nessun altro, soprattutto dopo la morte della mamma.

Aprii gli occhi e la visuale davanti a me era magnifica.
C'era l'alba.
Da quella collinetta il cielo si era fatto di mille colori, tra il rosa, il rosso, l'arancione e l'azzurro chiaro.
Tutta questa luce mi accecò.

Mi resi conto di essermi addormentata tra le braccia di Cole e, mentre mi stavo muovendo lentamente per cercare di non svegliarlo, notai che era già sveglio.

Mi prese la mano e quel tocco si irradiò in tutto il mio corpo, come una scossa.
«Buongiorno...» il suo sorriso, anzi il suo viso con quel cielo di sfondo era il miglior risveglio che io avessi mai avuto.
Come poteva essere così bello?

Si mise gli occhiali, che gli diedero quell'aria da nerd e da intellettuale.
Mi teneva ancora abbracciata ed era una sensazione bellissima.

Restammo per alcuni minuti così, fino a quando non guardai il telefono: erano le 6,20 del mattino.
Dovevo andare a casa prima che mio fratello scoprisse tutto.

«Ti accompagno!»
In una decina minuti arrivammo a casa mia.
Quasi non volevo lasciarlo, ma sapevo che dovevo andare.
Non era successo niente di eccitante alla fine ieri sera, eppure perché per me aveva significato così tanto?

«Mentre dormivi ti ho salvato nella rubrica il mio numero. Voglio tutti i dettagli del nostro viaggio, sappilo!»
«Va bene Cole, intanto oggi è sabato, quindi dopo una bella dormita preparerò tutto il programma. Tu scrivimi che cosa ti piacerebbe visitare!»

«Non importa, scegli tu, basta che ci sia una ragazza bionda e alta a farmi da guida in questo viaggio!»
Arrossii violentemente, mentre lui invece sembrava assolutamente a suo agio.

Mi diede un bacio sulla fronte e mi disse: «Ci vediamo Sarah!»
Immobile, cercai di realizzare che cosa fosse appena successo.
Dopo un paio di minuti mi ripresi ed entrai silenziosamente in casa.
Sgattaiolai in camera mia e, dopo essermi tolta tutti i vestiti, restando solo in mutande e reggiseno, mi addormentai.

«Sarah?»
«Mh, che c'è?» controvoglia mi girai per vedere l'orario sulla sveglia.
Erano le due del pomeriggio.

«Buongiorno dormigliona, vedo che hai riposato abbastanza» esclamò Jonas, troppo allegro per aver dormito poco come me.
«Cosa vuoi?»
«Volevo solo chiederti che cosa ti andava di fare oggi!»
«Niente, lasciami dormire!»

«Come niente? È sabato, siamo giovani e dobbiamo fare assolutamente qualcosa!»
«Uffa, va bene, che cosa proponi?»
«Ieri sera al locale abbiamo incontrato un paio di ragazzi molto simpatici... Ah, uno tra l'altro viene nella tua scuola... Boh, ora non mi ricordo il suo nome, comunque ci hanno chiesto di andare ad una festa organizzata da un certo Paul. Dicono che sia uno che fa delle feste assurde!»

Annuii e andai in cucina a mangiare qualcosa.
Al piano sotto c'erano Jason e Lucas.
E io ero in mutande e reggiseno.
Quando mi videro spalancarono la bocca.
«Cazzo» uscì dalla bocca di Jason.
Lucas guardava e basta.

Io maledissi mentalmente mio fratello per non avermi avvisata e presi la sua prima maglia che trovai sparsa per casa.
Mi copriva anche i fianchi, talmente mi stava grossa.

Mentre mangiavo dei biscotti, guardai il telefono, che era intasato di messaggi di Mike e Emily.
Scrissi ad entrambi che stavo bene e raccontai anche a loro la stessa balla che avevo detto a Jonas.

Pochi minuti dopo entrò Jason in cucina: «Ehi, dove sono le birre?»
«Nel ripiano più basso del frigo, forse ce ne sono ancora due o tre...»

Nel frattempo suonò il campanello.
«Ma ciao bello, dai su entra!» esclamò mio fratello, mentre un'altra voce indistinta gli rispondeva.
Bene, altra gente.

Presi una delle poche birre rimaste e mi voltai verso la porta.
Dylan.
Quando mi vide spalancò gli occhi.
Ovviamente non pensava di trovarmi qui.

Chissà a che cosa avesse pensato in quel momento, magari che io e Jonas fossimo una coppia.
Avevo addirittura addosso la sua maglia.

«Sarah?» era sorpreso.
«La conosci?» gli domandò subito mio fratello.
«Ehm... si, più meno...»
Io stavo lì, sulla porta, con un sorrisetto sulle labbra.

Jonas aveva capito e decise di stare al gioco.
Venne verso di me e mi prese tra le braccia.
La faccia di Dylan era un misto tra l'imbarazzo e la delusione.

«Okay, cara sorellina, ora vai pure, questo è un pomeriggio tra uomini!» disse poco dopo ridendo.
Me ne andai sorridendo, senza dire niente, ma all'ultimo non resistetti e mi voltai per vedere la faccia di Dylan.
Il ragazzo mi stava guardando mentre mio fratello lo prendeva in giro.

Arrivata in camera mia mi misi a leggere e fu in quel momento che mi venne in mente Cole.
Dovevo organizzare un programma per la settimana prossima.
Eppure ero così stanca che mi addormentai non appena la mia testa si appoggiò al cuscino.

Nella mia mente però erano ancora impressi due occhi verdi, non so se fossero di Dylan o di Cole, ma subito dopo lo capii, perché attorno alle iridi comparirono delle sfumature rosse, rosa, arancioni e gialle.

✓ | PORTAMI VIA CON TE ( cole sprouse ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora