Prologo

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Eravamo in quattro in quella stanza, la stessa che lui chiamava "la stanza dei giochi dei bambini".

Inizialmente non capivo, pensavo fosse veramente un gioco, fin quando non ci ho giocato anch'io.
Io, la mia migliore amica, lui e un quarto di cui non ho riconosciuto il volto data l'oscurità di quel luogo.

Quel giorno stavamo giocando tranquillamente con le bambole, io e la mia amica quando di punto in bianco entrarono barcollanti. Pensavamo volessero farci ridere e, fu quello che causarono i loro modi di fare in quel preciso momento.

Quelle risate però in un giro di mezz'ora si trasformarono in grida e pianti.

Fu l'unica notte in cui entrai in quella stanza, la stessa che mi portò via mia madre, la mia infanzia e la mia vita.

Dopo quella notte sono cresciuta chiedendomi se in futuro sarei riuscita a dimenticare e ad andar avanti. Mi domandavo se mia madre si sarebbe guardata chi si era lasciata dietro le spalle e se sarei riuscita ad amare qualcuno senza aver paura.

Ora mi ritrovo a convivere con mille domande per la testa in un labirinto buio, ho il timore di rimanerci intrappolata senza ricevere alcun aiuto e so per certo che non lo sopporterei. Sarebbe troppo.

Non reggerei tutto questo buio freddo.

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