Da Aristotele alle frequenze della musica contemporanea (2017)

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Tema scolastico dell'inizio del 2017, rimodernato in stile a fine 2017.


La musica, secondo , non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per diversi utilizzi, poiché questa può servire per l'educazione, per procurare la catarsi, per ricreazione, sollievo e il riposo dallo sforzo. Però, a mio parere, questo concetto rimane veritiero anche a più di due millenni di distanza. Aristotele, come per tutte le sue altre teorie, aveva colto già molto di quello che la musica è: nonostante non possedesse le conoscenze della scienza moderna, è riuscito a intuire concetti svelati migliaia di anni dopo.

Se la musica non fosse stata per noi importante, non l'avremmo tramandata nel corso degli anni. Essa nasce con i primi rituali degli sciamani nel paleolitico e, passando per Papa Gregorio Magno e Guido D'Arezzo, arriva ai giorni nostri in diverse sfaccettature.

Senza divagare sugli stili, mi occuperò di mostrare cosa rende la musica così gradevole al nostro orecchio.

Tuffandoci nella piscina della musica, arriviamo sul fondo, dove due concetti principali, che spesso non consideriamo, si mostrano ai nostri occhi: il ritmo e le frequenze. Potrebbero sembrare termini specifici della fisica, mentre sono semplicemente naturali. Il ritmo, oltre che nella musica, è scandito dal nostro cuore, dai nostri polmoni, e per estensione esiste il "ritmo" della vita. La melodia non risulta orecchiabile senza un ritmo ben definito, come la nostra vita risulta difficile se non organizziamo i nostri momenti con pause e programmi definiti. Le frequenze, invece sono tutti quei suoni che riusciamo a captare con il nostro orecchio: è facile imitare la voce di una persona, poiché queste "onde sonore" sono simili fra loro. Parlando dell'effetto su di noi del ritmo, possiamo notare che ritmi veloci calzano per situazioni movimentate, ovvero di moto, mentre quelli lenti favoriscono il rilassamento o ci portano a un generico stato di quiete. Parlando delle frequenze, invece, notiamo che queste emulano suoni striduli e gravi che in base alle esperienze vissute nella nostra vita, rievocano in noi una specifica situazione; questo spiega il fatto per cui abbiamo gusti musicali differenti e perché un brano susciti in ognuno emozioni diverse.

La musica, quindi, può creare, tramite un ritmo irregolare e frequenze lente, ma allo stesso tempo gravi miste ad acute, una colonna sonora dell'orrore dandoci un senso di inquietudine, poiché non riusciamo a percepire l'armonia, ovvero l'ordine. Mentre un ritmo ben scandito e una moltitudine di strumenti, suscita in noi gioia e spensieratezza data da un'armonia di tanti elementi. Provocare specifiche emozioni è compito della musica descrittiva, che è utilizzata al giorno d'oggi nelle colonne sonore dei film e serie TV per trasmettere uno specifico stato d'animo allo spettatore.

Immaginereste mai una scena del crimine con, in sottofondo, una musica d'attesa da call center?

Ovviamente la musica suscita emozioni diverse in ciascun individuo: la musica commerciale, d'altro canto, tenta di accomunare i gusti della "massa" per rendere l'artista o il prodotto popolare, al fine di ricavare profitti tramite la propria arte.

Canzoni allegre, regolari, con strofe e ritornelli, risultano quindi più armoniose al nostro cervello. Per non parlare dei semplici motivetti, talvolta fischiettati, che rimangono impressi nella nostra mente per molto tempo, se non per sempre. Queste canzoni unificano la popolazione anche tramite le pubblicità televisive, che ci spingono, tramite un motivetto, ad acquistare un certo prodotto che rimarrà impresso nelle nostre menti.

I cantanti e i produttori discografici, così, traggono un guadagno maggiore dai loro sforzi, che libera l'animo e l'allegria di un gruppo di individui che condivideranno la musica commerciale con i loro amici sentendosi parte di un gruppo. Chi non ha mai ondeggiato la testa a ritmo di musica, o provato voglia irrefrenabile di ballare o cantare a squarciagola? Vi immaginereste mai al giorno d'oggi un momento di felicità collettiva come una fiera o una festa, ma senza musica?

Al di là dell'unità di gruppo nella "massa", e l'economia musicale che trova sempre più spazio online, dovremmo, vista la mia esperienza personale, appassionarci di più allo studio della musica e, isolando la notazione musicale teorica, conoscere e comprendere cosa caratterizza la musica degli anni '10 del ventunesimo secolo.

Le frequenze di cui parlavo, possono raggiungere parti della nostra mente profondissime, talvolta ignote persino alla scienza moderna, e suscitarci emozioni che ci aiutano, senza quasi accorgersene, a superare momenti difficili della vita rallegrandoci, sollevandoci da situazioni complicate e riposandoci dallo stress, ma, soprattutto, facendoci riflettere nel profondo di noi stessi.

Ognuno ha la propria possibilità per sfruttare al meglio la musica; basta "solo" saperla cogliere.

Ascoltate la musica, amatela.

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