Potter era in ritardo, ovviamente come al solito. Non so ancora perchè avessi accettato il suo invito ad Hogsmead, dopo quasi sette anni di resistenza, ma l'ho fatto. Probabilmente mi sono fumata il cervello. Si, sicuramente è proprio quello il motivo.
Adesso sono qui, davanti all'uscita del castello, aspettando che quel cretino si faccia vivo. E si, quando si farà vivo, lo uccideró con le mie mani per l'immenso ritardo che sta facendo.
Chi me l'ha fatto fare? Perchè ad un cretino come lui dovrebbe piacere una, modestamente parlando, secchiona come me?! E si, per me secchiona non è un insulto anzi, quando me lo dicono, mi elogio come un pavone.
«Evans!»eccolo, sento la sua voce e i suoi passi dalle scale. Solo a me sembra di sentire un elefante incinto che balla la macarena?
«Eccomi, scusa il ritardo, è che...»ma io lo interrompo mettendogli un dito sulle labbra e facendo "shh".
«Risparmia il fiato, è meglio che te lo tieni per quando urlerai dal dolore.»gli spiego sprezzante, girandomi per aprire il portone e uscendo fuori, con l'aria fresca degna di una buona primavera mi investe in pieno.
«E dai Evans sei veramente arrabbiata con me per un quarto d'ora di ritardo?»mi domanda lui mentre camminiamo diretti all'entrata di Hogsmead.
«Diciassette minuti, per essere precisi e si, sono arrabbiata con te per questo motivo.»gli dico entrando nella via principale del paesino. Subito il profumo di burrobirra e altre squisitezze varie attirano la mia attenzione e io non posso fare a meno che dirigermi verso il mio bar preferito, I tre manici di scopa. Potter, dal canto suo, mi segue senza dire nemmeno una parola fino a quando ci sediamo.
«Dai Evans, mi dispiace ok? Possiamo parlare civilmente? È la nostra prima uscita!»dice lui dopo aver ordinato un bicchiere di latte. Io invece ho preso una burrobirra con biscotti, tanto per dimagrire, certo.
«E non credo ce ne saranno altre.»gli dico acida mentre vedo il piattino con i miei biscotti davanti ai miei occhi e posarsi delicatamente sul tavolo. Non mi sono nemmeno accorta del cameriere che mi guarda come se non ci fosse un domani.
«Eih, smettila di guardarla, è occupata. Quindi smamma.»lo rimprovera Potter facendogli il gesto con le mani di andarsene. Io chiedo scusa e poi lo guardo prendersi un mio biscotto.
«Credi che sia questo il modo per fare pace? Eh no mio caro! Primo: sei arrivivato in ritardo; secondo: hai risposto male al cameriere; e terzo: mi hai fregato un biscotto! Come ti perm...»ma mi bloccó, questa volta a modo suo.
Si era sporto verso di me e, dopo avermi preso le guance tra le sue mani calde, mi aveva baciata. Senza il mio permesso.
Io peró, anche se spaesata, ricambiai il bacio subito. Si, era ormai chiaro che mi piacesse Potter dalla fine di marzo, dopo il suo compleanno era cambiato qualcosa tra di noi, e il fatto che io ancora non l'avessi preso a schiaffi, lo dimostrava.
«Bene, adesso la smetti di parlare?»mi chiese e io gli sorrisi dandogli un altro bacio mentre entrambi ridevamo sulle labbra dell'altro.
Finimmo di mangiare, mi alzai e dopo aver discusso con Potter sul fatto che volesse pagare tutto lui, uscii mentre lui pagava.
Dopo un po' mi girai verso la via, aspettandolo fuori.
All'improvviso vidi un flash troppo conosciuto espandersi su di me e subito dopo capii chi mi aveva fatto una foto.
«Potter!»lo sgridai.
«Guarda, sei uscita benissimo!»disse passandomi il pennarello. Lo presi e ci scrissi la data sopra:
•14 aprile, 1978•
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•Memory pictur•Lily Evans
FanfictionTutti sappiamo che Lily Evans, ragazza intelligente e bella, popolare e gentile(solo con chi lei vuole) ha sempre avuto dei "problemini" nel farsi fare le foto. Lei e le sue amiche, ogni anno, si scattavano foto a vicenda per vedere come crescevano...