•31 ottobre, 1981•Lily Evans

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Ci fu un lamento, quello fu il motivo per cui mi svegliai. Alzai subito la testa di scatto, subendo uno di quei giramenti che si hanno quando ci si alza dal letto troppo velocemente e pensai subito che fosse Harry che stesse piangendo. Girai lo sguardo dall'altra parte del letto per guardare la sveglia e leggere l'ora, ma notai subito qualcosa che non andava: James non era a letto. Sbuffai, credendo che se si fosse alzato James per andare da Harry, non c'era il bisogno che mi alzassi anche io. Quindi ripoggiai la testa sul cuscino, pensando di rimettermi a dormire, dato che da quando avevo un figlio non avevo dormito molto.
Capii che anche quella mattina mi sarei svegliata presto quando sentii un secondo lamento, più forte del primo. Alzai gli occhi al cielo e mi rimisi a sedere, cercando le mie ciabatte sul lato del mio letto. Mi alzai traballante e mi guardai distrattamente allo specchio della mia camera, notando subito i miei capelli che non avevano più il diritto di essere chiamati così.
Nonostante questo, andai avanti, cominciando a camminare per il corridoio principale della casa, cercando di sentire dove fossero Harry e James.
Al terzo lamento venuto dalla bocca di Harry, capii subito che i due si trovassero nel bagno del piano terra. Scesi le scale e, dopo aver fatto una velocissimacarezza al nostro gatto, mi diressi verso la mia meta. Trovai la porta socchiusa e all'interno la luce era accesa. Sentii la voce di James dire:
«Ti prego Harry, dormi. Non voglio che la mamma si svegli...»sussurró mentre, grattandomi la testa, aprivo la porta.
«Buongiorno.»lo salutai io guardandolo seduto sulla vasca da bagno con Harry in grembo.
«Scusa, è che non riesce proprio ad addormentarsi, ci ho provato ma non smette di piangere.»disse lui dando un'occhiata a me e al bambino di un anno e tre mesi che aveva sulle gambe.
«Dammelo.»gli ordinai avvicinandomi ai due. Mio marito me lo passó dolcemente e io me lo misi con il mento appoggiato su una spalla. Sapevo che Harry adorava starsene lì e mangiarmi i capelli, di tanto in tanto. Dopo qualche minuto, infatti, si calmó del tutto e smise di piangere, rendendo il suo respiro più pesante e, quindi, addormentandosi.
«Devi spiegarmi come fai.»mi disse James con un sorriso, che fece sorridere anche me.
Insieme riportammo Harry nella sua cameretta e lo appoggiammo nella sua culla, coprendolo del tutto, per poi dirigerci ancora una volta nella nostra camera matrimoniale.
Ci sedemmo nel lettone e dopo di che ci sdraiammo. James, inaspettatamente, mi attiró a sè. Era da tanto tempo che non ci scambiavamo gesti affettivi di questo genere, dato che la guerra era imminente e nelle nostre vite non c'era più spazio per la dolcezza.
«Ti amo, lo sai?»mi chiese, mentre io avevo la testa sul suo petto, ascoltando il soave rumore del ritmo dei suoi battiti regolari sotto il mio orecchio.
«Si, ti amo anche io.»gli dissi alzando la testa e volgendo lo sguardo su di lui. James abbassó il mento verso di me e mi prese la guancia in una mano, avvicinando le sue labbra alle mie. Come mi erano mancati, questi momenti. Era sempre stato bellissimo, baciarci. Ero sicura che, una volta attaccata alle sue labbra, non avrei mai voluto smettere di quel nostro assaggiare.
Poi, d'un tratto, suonó il campanello e interruppe il nostro momento. Subito l'ansia crebbe in noi, era ormai così che vivevamo. Con un'ansia continua, visto il periodo.
«Vado io.»disse lui alzandosi dal letto, mentre io mi dirigevo in camera di Harry, nel caso fosse successo l'immaginabile.
«Tranquilla, sono Sirius e Remus.»sentii urlare dal piano di sotto. Sirius e Remus, qui, dopo quanto tempo? Per colpa della protezione che stavamo subendo non potevamo più vederli come una volta ma ora che loro erano qui, era meglio andare.
Presi Harry in braccio e feci gli scalini velocemente per poi abbracciare entrambi i nostri migliori amici.
«Stavamo pensando che, magari, potremmo organizzare qualcosa stasera! È halloween, dopotutto.»disse Sirius, come se non fossero settimane che non vedesse il proprio migliore amico.
«Ottima idea, ci sto fratello!»disse James passandomi un braccio sulle spalle.
«Bene, se volete prendiamo Harry e andiamo a prendere i preparativi.»disse Remus alludendo a mio figlio. Quei due amavano Harry, non vedevano sicuramente l'ora di passare un po' di tempo con lui.
«Si è appena addormentato, meglio non svegliarlo.»gli dissi. Dopo altre chiacchiere i due andarono e io e James tornammo nella camera da letto, portando anche Harry.
Presi un pezzo di carta per scrivere ad Alice quell'idea. Ma poi ricordai. Frank e Alice non potevano venire. Loro erano...
Un flash mi interruppe. Un flash di una fotocamera. Mi voltai verso James e guardai la foto che mi aveva appena scattato.
«Niente male, davvero»gli dissi prendendo il pennarello e scrivendoci sopra la data:
"31 ottobre, 1981"

Sappiamo tutti come è andata poi, quella giornata. Ma, Lily, subito dopo aver scattato la foto, e averla inserita nel loro album di famiglia, scrisse
"Ad Harry."
Quello, fu l'album che Hagrid regaló ad Harry.

•Memory pictur•Lily EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora