Prologo

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Si sentivano urla ovunque, smorzate solo dai lampi che illuminavano il cielo altrimenti nero, come l'animo delle persone in quel momenoto. Era addirittura bello, surreale, visto dal mio posto sicuro. Uno spettacolo che a pochi capita di vedere e che probabilmente in quel momento ero l'unico a guardare.

Se spostavo lo sguardo più in basso, il paesaggio si faceva decisamente più triste e meno spettacolare: decine e decine di corpi, ammassati all'esterno delle case distrutte, bambini che piangevano per la perdita dei propri genitori, donne che cullavano i propri figli senza vita e uomini che vagavano tra le macerie, rendendosi conto di non avere più niente.

Riuscivo a sentire i loro pensieri.

Non era la prima volta che accadevano cose del genere. Negli ultimi tempi sembrava quasi che il mondo si stesse autodistruggendo. O più semplicemente che qualcuno lo sesse facendo.

Non che fosse poi così rilevante, avrei trovato un altro posto dove divertirmi, come d'altronde ho sempre fatto. La terra mi sarebbe indubbiamente mancata, con tutti i suoi piccoli abitanti ingenui e monotoni. Ma avrei potuto trovare di meglio. Forse.

Tra tutte quelle persone, una donna attirò la mia attenzione. Era sulla trentina, vestina in modo elegante. Correva come una forsennata, come se fosse inseguita da qualcuno, in netto contrasto con il resto della folla. Teneva qualcosa stretto al petto. Ci misi qualche secondo a capire che era una bambina per la coperta enorme che le ricopriva tutto il corpo, avvolgendolo almeno tre volte e parte della testolina.

Avrà avuto qualche mese, ed era stranamente calma. Non emetteva neanche un gemito, teneva gli occhi aperti e quando guardò nella mia direzione sussultai sorpreso. Decisamente non era umana, non del tutto almeno.

La donna arrivò ai pressi dell'oceano, sorprendentemente calmo, come la bambina. In lacrime si tolse un ciondolo dal collo e lo nascose sotto i vestiti della bambina. "Ti proteggerà" le sussurrò, baciandole la piccola testolina. Poi la posò sulla riva.

Non fece nemmeno in tempo a rialzarsi che qualcosa la perforò nel petto. Un pugnale. La guardai scombussolato: non c'era nessuno. La donna si accasciò lentamente, premendo con le mani tremanti sulla ferita. Guardò per l'ultima volta dove aveva lasciato la bambina e sorrise, vedendo che non c'era più. E' salva e al sicuro pensò. Poi chiuse gli occhi per sempre.

Avevo come l'impressione che ora la terra fosse nuovamente fuori pericolo.

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