Quanto di più imprevedibile
[Adrien]
Di una cosa Adrien era assolutamente ed indiscutibilmente certo: la situazione in cui si trovava non poteva dirsi abituale. E fin lì, poteva star sicuro.
Era ovvio che, da quando il caro vecchio Plagg aveva fatto irruzione nella sua vita, ne fossero successe - oh, se ne erano successe. S'era infatti ritrovato congelato, affogato, akumizzato, appeso a testa in giù e più volte malmenato. Eppure non ricordava di essere mai finito in qualcosa di simile a... quello.
Per primo, tentò di sfiorare il collo, finendo con l'inciampare nella stoffa liscia di un foulard estivo. Era sicuro che non appartenesse alla marca Agreste, poiché, sebbene si intendesse ben poco di moda, sapeva ancora distinguere la seta pregiata che il padre utilizzava per i propri lavori da quelle meno care.
Una simile constatazione, nella sua semplicità, lo scombussolò. Così, curioso di saperne di più, continuò a perquisirsi.
La sciarpa copriva una porzione di pelle abbastanza consistente, dall'attaccatura delle spalle sino al naso, quindi dedusse che fosse abbastanza grande. Anziché rimanere stretta, così come lo portavano molte ragazze, lasciava intravedere solo in minima parte le sembianze di chi la portava.
Salendo verso l'alto, o almeno verso ciò che rimaneva del viso, non fu poi tanto sorpreso di scoprire un nuovo tessuto, leggermente più ruvido, circondargli la fronte e gli occhi. Non lo soffocava, dando così la possibilità di captare i pochi spostamenti di luce provenienti dall'esterno, ma restava sovrapposto alla sciarpa sottostante per impedire un'ulteriore visibilità.
Tirò un sospiro di sollievo. Ringraziando il cielo, ci vedeva ancora. Più o meno.
Sul capo si stupì invece di riconoscere la visiera rigida di un sombrero e, quando cercò di raggiungere i capelli, altra stoffa glielo impedì.
Dove si trovava? E, soprattutto, perché sembrava aver tutta l'aria d'essere un pupazzo di neve molto mal riuscito?
Facendo forza sugli avambracci, tentò di assumere nuovamente la posizione eretta, rialzandosi da quella stesa in cui pareva stare, ma un dolore improvviso all'addome lo fece ricadere indietro. Il gemito che gli sfuggì dalle labbra arrestò definitivamente il lieve chiacchiericcio diffuso nella stanza.
Mentre la nuca ricadeva mollemente fra i cuscini, la mente prese di nuovo a funzionare. I ricordi riaffiorarono, non contribuendo però ad aiutarlo ed, anzi, tutto il contrario.
Dov'è Ladybug?
«Finalmente! Stavo iniziando a pensare che l' avessi battuta un po' troppo forte, la testa».
Il ragazzo voltò il capo nella direzione della voce, cercando di individuare la posizione di chi aveva parlato. Inspirò ed espirò, e una e due volte, per alleviare un poco la morsa nella quale era rinchiusa la sua gabbia toracica.
«Alla buon'ora, Bell'Addormentato. La sveglia è già suonata da un pezzo».
Gli parve di sentire qualcosa toccargli la guancia destra e, prontamente, girò la testa.
«Da questa parte. Certo che la signorina ha fatto proprio un buon lavoro con quei nodi: sei cieco come una talpa».
«Plagg?», domandò Adrien, felice di sentire che l'amico stesse bene, nonostante ci fossero stati problemi nel ritrasformarsi dopo la battaglia.
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Quanto di più sbagliato [Miraculous Ladybug]
Fanfiction«Sta tranquilla, Ladybug. Va tutto bene. I miei occhi sono sempre rimasti chiusi, non ho visto nulla». Desiderava più di qualunque altra cosa sapere chi in realtà si celasse dietro la maschera a pois neri che tanto lo aveva conquistato, credeva foss...