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Quanto di più difficile

[Marinette]





Era accaduto tutto troppo in fretta: un attimo prima stava riflettendo sulla domanda che Chat le aveva posto, l'attimo dopo la stanza aveva iniziato a ruotare su se stessa. Davanti a lei pareva ora esserci, non più un solo cumulo di coperte, ma ben tre.

Il ragazzo aspettava una risposta, lo sapeva bene, eppure Marinette sembrava essere fin troppo dimentica degli avvenimenti subito precedenti al presente per potersi concentrare sul discorso che avrebbe voluto articolare.

Stava per comunicare al compagno il proprio malessere, poiché non voleva credesse che il silenzio in cui regnava la camera fosse causato da una mal disposizione nei suoi confronti. Poi la situazione peggiorò. 

Sporse il busto in avanti, così da appoggiarsi più saldamente al letto.

Un dolore acuto la colpì improvvisamente all'altezza della nuca, come fosse stata punta da due insetti nello stesso istante, sia dal lato destro che dal sinistro. D'istinto, portò le mani sulle orecchie, ritraendole subito dopo, spaventata e confusa: erano i suoi orecchini – il suo Miraculous – a bruciare.

Socchiuse gli occhi, mentre il calore del ferro pareva intensificarsi ancor più. Una strana fitta le colpì il torace, le gambe, le braccia.

«Tikki!», chiamò, terrorizzata da ciò che le stava accadendo e dalle conseguenze che un simile evento avrebbe potuto avere sulla kwami.

Il Miraculous non funzionava più? L'aveva forse rotto? I lobi bruciavano, così come il collo; una debolezza innaturale le avvolgeva le membra. Possibile, si chiese, che non le fosse concesso di riposare nemmeno per un istante?

Percepì appena la flebile vocina della coccinella che le rispondeva: «Mar- Ladybug!».

«Tikki, Plagg, cosa sta succedendo? Cosa ha Ladybug?».

Il fuoco si espanse e un sibilo di dolore si fece largo dalla bocca tremante della giovane, il labbro inferiore intrappolato con violenza fra i denti. Sentiva le forze venirle meno.

«Deve aiutarla, Chat Noir!».

«Cosa? Come? Che devo fare?».

«Parlale, è lì accanto a te», intervenne Plagg. «Tikki non può avvicinarsi a lei in questo stato».

«Ma Plagg-».

Chat, tuttavia, sembrava aver messo da parte la discussione tra i due kwami.

Marinette si accorse concretamente di lui solo quando arrivò a scuoterla per le spalle. Allora sussultò, spalancò gli occhi chiusi senza consapevolezza. Tentò di allontanarsi per cercare un modo di sopprimere il dolore, la respirazione più frettolosa del normale e le ciglia bagnate.

Lui non glielo permise. «My lady, per favore», supplicò. «Dammi la possibilità di aiutarti».

Le parole le uscirono dalle labbra prima che potesse rendersene conto, eppure, paradossalmente, con una fatica immane. «Il Miraculous», sputò finalmente lei tra i denti. «Sta bruciando».

Vide quella che doveva essere la mano del ragazzo avvicinarsi all'orecchio destro e seppe che anche lui aveva percepito il calore improvviso quando si ritrasse di scatto. Lo sentì deglutire, poi interpellare nuovamente il kwami della Fortuna.

«Io non credo di saperlo», pigolò quell'ultimo. «Mi dispiace tanto».

«Okay, va bene lo stesso Tikki», rispose Chat, il tono che lasciava trapelare una parte del nervosismo. «Passerà, My Lady. Ti giuro che passerà. Devi essere forte come solo tu sai esserlo un altro po', okay? Anche se per te non sarà il massimo — lo interruppe un riso agitato — prova a concentrarti sulla mia voce».

Quanto di più sbagliato [Miraculous Ladybug]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora