È tutto un gioco:
-apri gli occhi
-Ti alzi dal letto
-Mangi
-Te ne vai
-Torni a casa
-Dormi.
Si ripeterà,fino a quando,un giorno, non riuscirai più ad aprire gli occhi,non riuscirai più ad alzarti dal quel fottuto letto, non andrai in cucina a mangiare,non aprirai più quella porta, né per uscire né per rientrare,potrai solo dormire all'infinito. E fu questo il mio primo pensiero quando aprii gli occhi quella mattina di giugno dove tutto iniziò. Rimasi seduto sul letto, pensando a quando, una settimana fa, venni licenziato.Poco dopo ricevetti un nuovo lavoro, un lavoro fantastico, la gente di quel posto era simpaticissima , tutti tranne il direttore. Da quel che ho capito si chiama Andrea, dicono che sia un duro,ma io non credo che sia così, penso che sia solo una copertura. Mi alzai,non avevo fame quella mattina, quindi mi vestii come al mio solito, un paio di jeans e una camiciola color turchese. Aprii la porta di casa, ed ecco che il telefono squillò, riposi.
-Pronto,Giorgia
-Ehy,Giova, ascolta, oggi il signor Grassi supervisionerà il lavoro svolto fino ad ora, quindi fatti trovare pronto
-Ehm, certo,Giorgia, arrivo subito
-A dopo Giova
-A dopo
Dissi chiudendo la telefonata. Giorgia era mia collega ed anche la mia migliore amica,l'unica a sapere del mio problema. Quale problema? Semplicemente, il fatto di essere gay, sì, lo consideravo un problema, non ero accettato dalla società, e tantomeno dai miei genitori. Uscii dall'edificio e mi diressi verso il mio posto di lavoro. Estrassi la chiave dalla tasca e la inserii nel apposito buco, per poi girare. La macchina andò in moto subito e,di conseguenza, io ingranai la marcia e partii. Arrivai a un semaforo, era rosso e, come da regolamento, mi fermai. Al lato della strada c'era un bambino, alto quasi quanto la mia coscia che fissava intensamente il finestrino, mi girai e gli rivolsi uno sguardo,era chino a terra, con lo sguardo rivolto verso me, non sapevo se scendere e avvicinarmi oppure continuare per la mia strada. I miei pensieri vennero interrotti dal rumore di un clacson che mi intimava di andare avanti. Partii senza guardarmi indietro. Arrivai all'ufficio poco dopo, ero nettamente spaventato, me lo si poteva leggere in volto. Mi sedetti e riordinai la mia postazione. Sentii un respiro profondo alle mie spalle e poi cinque parole fredde:
Leveghi, nel mio ufficio,ora.
Senza voltarmi mi alzai, sapevo che il mio destino era segnato per sempreHI! THIS IS MÅNESKIN YA,ARE YOU READY? I'M WALKING DOWN MY ROAD, no okay la smetto...
Comunque la Giorgia menzionata è giorgiacattelan04 e la copertina è stata gentilmente offerta da: only_storiess (minchia è fantastica, grazie).
ADESSO, PRIMA DI ANDARE, GUARDATE LA PUCCIOSITÀ DI UNO DEI MIEI MOLTEPLICI MARITI
Minchia li amo, entrambi
HHHH DAMIANO E MANUEL, NO CIOÈ IO, ADDIO
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The Game//Camperkiller
Short StoryNon sapevo dove fossi finito,ne tantomeno perché ci fossi finito. Era tutto dannatamente buio,non una luce,non una certezza. Tenevo gli occhi chiusi,per timore che il peggio mi venisse incontro,invece no, sentii una mano sfiorare il mio viso,con del...