Capitolo XI [The End]

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Pioveva a dirotto, le temperature andavano sotto zero,era  una giornata di merda. Guardavo le gocce di pioggia scrosciare sul pannello vetrato della finestra, si rincorrevano, si nascondevano, si univano tra di loro e davano vita ad altre gocce esattamente come loro, perfette, senza nulla fuori posto.
Era così che mi sentivo, fuori posto, quella giornata, iniziata nel migliore dei modi si trasformò ben presto nella giornata più brutta della mia vita.
Ero seduto su una sedia, a gambe incrociate, il mio gomito poggiava sulla mia gamba e il palmo della mano sorreggeva il mio mento. Guardavo fuori, una macchina si fermò avanti all'uscio di casa mia. Una macchina nera, abbastanza lunga, dai vetri oscurati, con un bagagliaio abbastanza grande da trasportare Una bara, perché questo oggetto? Perché era quello che conteneva.
Per la prima volta in vita mia ero vestito in smoking.
"GIOVANNI!!" Sentii gridare dal piano inferiore, riconobbi la voce femminile, era Sofia "MUOVITI! DOBBIAMO ANDARE AL FUNERALE!" Scesi le scale con calma, fissando ogni parete, cercando di trattenere le lacrime.
Mano destra sul corrimano, piede destro sullo scalino sottostante, mano sinistra sul corrimano e piede destro sullo scalino sottostante.
Un meccanismo semplice, vero? Ma ci avete mai pensato seriamente? No, non vantatevi sono consapevole che non lo avete mai fatto.
Eppure è una cosa che facciamo abitualmente, non cammineremo senza gambe.
Sofia comparve  in fondo alla rampa di scale "Muoviti,Giovanni, muovi il culo che ti ritrovi e andiamo a questo cazzo di funerale".
Uscimmo di casa, c'era umidità nell'aria e i capelli di Sofia si arricciarono leggermente "Pf, fanculo, l'umidità" farfugliò guardando in alto come per maledire una forza superiore.
Un'ammasso di nuvole rendeva il cielo più scuro del l'oscurità stessa e la pioggia sembra non terminare mai.
Scorgevo il prete in lontananza, teneva in mano un libro tascabile, la bibbia immagino. Non si sentiva un singhiozzo, erano tutti in silenzio, avrei fatto fatica a trattenere ancora per molto le lacrime, in quel mentre mi tornò in mente una canzone più che azzeccata I grandi non piangono mai di Mr.Rain.
Mia sorella mi teneva per mano anche se il suo volto era raffigurato un ghigno sadico.
Il prete parlava, ma non potendone più mi alzai "BASTA DIRE CAZZATE" urlai "È COLPA MIA." Tutti si girarono, così non potei fare a meno di iniziare a raccontare.
"Dovevamo vederci al parco, ma come al solito qualcosa doveva andare storto. Che sia stato destino? Personalmente no. Non ci credo. 'Morto d'infarto' vero? Solo perché non ci sono tracce di sangue sul cadavere,vi siete accorti della corda accanto al cadavere? No, oh, non mi sorprende, nessuno presta attenzione ai dettagli, tranne quel rincoglionito di Giovanni Leveghi. Non è così?" Dissi tutto d'un fiato. Non mi interessava ciò che pensavano, aprii la bara è lo guardai. Era sbiancato, non respirava, il polso non batteva, questa volta non c'erano errori, era tutto vero, Andrea era morto. Strani pensieri mi vennero in mente dopo l'accaduto, vi basta sapere che ora sono qui, dietro a delle sbarre, in un casa per malati mentali, a raccontarvi questa storia.




This story hasn't got a good ending.
ADESSO CHE HO AGGIORNATO SofyPotterAllen
NON
ROMPERE
I
COGLIONI.

Ti voglio bene.
Questa storia finisce qui, i ringraziamenti li ho già fatti,quindi. Addio

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