La fatidica uscita (pt 2)

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Bea arrivò,si tolse gli auricolari e li posò all'interno della felpa.
Si guardò in giro guardinga per vedere se Anita fosse arrivata ma non c'era,così si sedette in una panchina vicino ad un albero maestoso in cui traboccavano mille fiorellini bianchi,erano molto eleganti e raffinati.
Lei arrivò puntualissima,erano le 16:30 precise,passarono circa 15 minuti e Bea iniziò a diventare paranoica.
L'ansia stava cominciando a divorarla e mille pensieri strani iniziarono a introdursi nella sua testa.
E se non fosse arrivata?Se lo avesse dimenticato perché non aveva dato molta rilevanza a questo incontro?Forse avrebbe dovuto mandarle un messaggio o chiamarla prima di uscire ma poi pensò che se fosse stata interessata l'avrebbe potuto fare benissimo anche lei.
Si lambiccó il cervello fino all'esaurimento e tante altre interminabili ipotesi ambigue forarono la sua mente.
Doveva rasserenarsi per non ammattire del tutto,così accese una sigaretta e i suoi pensieri inaspettatamente si trasferirono altrove.
Decise che avrebbe aspettato ancora altri 10 minuti,magari le era accaduto qualcosa di grave e si sarebbe discolpata con una spiegazione ragionevole.
Passarono 5 minuti e Bea riuscì ad intravedere Anita da lontano che correva speditamente,si alzò per farsi vedere facendo alcuni passi avanti,e da come avanzava capii che era successo qualcosa di importante.
Anita la avvistó e notò la preoccupazione nel suo volto,sorrise nonostante fosse senza energie perché voleva dire che in qualche modo ci tenesse a lei,era convinta che se ne fosse andata dopo quasi mezz'ora di ritardo invece era rimasta in attesa.
La rallegró questo pensiero e una volta arrivata cercò di prendere fiato e riuscì a parlare ma la sua voce la tradiva,era spezzettata,trafelata e spesso e volentieri prendeva delle piccole soste per respirare e continuare a spiegare
<<Mi dispiace tantissimo Bea,ho avuto un grosso.... imprevisto.Dovevo stare in casa con mia nonna,è gravemente malata.... e non può rimanere sola perché potrebbe commettere la qualsiasi cosa.Soffre di Alzheimer e io e mia madre badiamo a lei,avevo dimenticato che mia madre oggi avrebbe lavorato fino a tardi così....stavo dicendo così...>>
Bea la fermò,Anita era esausta e aveva bisogno di riguadagnare vitalità.La prese per un braccio e la fece sedere sulla panchina.
<<Intanto siediti che ci vuole poco che ti viene un collasso.Inspira ed espira profondamente ma in modo lento,calmati e cerca di prendere tutta l'aria necessaria per riprenderti>>
Anita fece quello che le consigliò Bea senza obiettare.
Nel frattempo Bea iniziò a squadrarla,anche lei era vestita molto casual ma contemporaneamente le apparí parecchio provocante.
Indossava dei jeans stretti scuri che evidenziavano le sue gambe slanciate e dalla forma perfetta,una maglia color porpora che sottolineava il suo prosperoso seno,un giubbottino di pelle nero e degli stivaletti sempre dello stesso colore del giubbino.
Portava i capelli legati in una lunga treccia a spina di pesce attaccata al capo,pensò che con i capelli sciolti come li aveva a scuola fosse più affascinante ma anche così non abbandonava la sua incoparabile bellezza.
Le labbra erano tinte da un leggero tocco di rossetto color pesca e inoltre mostrava il consueto eyeliner sopra le palpebre.
Le sembrava una visione quella ragazza,e più la guardava più si convinceva che non fosse bella solo esteriormente.
Anita si riprese e diede un abbraccio a Bea in tono di scuse,si sentiva terribilmente in colpa.
Bea rimase per un breve istante sconcertata ma poi si lasciò andare a quel caloroso abbraccio.
Anita si staccò e fissò Bea con quegli occhioni dolci e angelici.
Bea si sentì sopra le nuvole come colpita da un incantesimo ma un incantesimo assai gradevole.
Riuscì a ritornare al pianeta terra e disse
<<Anita stai tranquilla,ti ho perdonata automaticamente appena ti ho vista arrivare,ipotizzavo che ti fosse capitato qualcosa>>
Anita sfoggió un sorriso sproporzionato e quasi maliziosamente disse
<<Ma in qualche modo voglio farmi perdonare lo stesso,c'è qualcosa che vorresti?>>
Bea rimase pietrificata per un attimo ma sfacciata come era disse
<<Mmm...io direi che ti dovresti sedere con me nel banco.Sai sfortunatamente sto assieme a Barbara che proprio non ci sopportiamo a vicenda,quindi le andrebbe non bene ma benissimo.Preferisce stare sola e io preferisco starle alla larga,non hai via di scampo comunque perché è la mia "vendetta">>
Disse Bea scherzando e le scappò un sogghigno di soddisfazione.
Anita era al settimo cielo,non si aspettava una proposta del genere ma ne fu contenta.
<<Come vuoi tu mia regina,vuol dire che dovrò sacrificarmi e lasciarmi andare alla mia sorte>>
Subito dopo Anita detonó in una risata assordante e Bea la seguí.
Tra di loro aleggiava un'attrazione fisica fuori dal normale ed entrambe non riuscivano a nasconderlo.
Si salutarono perché si era fatta quasi ora di cena,e prima si separarsi si guardarono così intensamente che qualsiasi passante avrebbe pensato che tra di loro ci fosse qualcosa oltre una semplice amicizia.

L'amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora