Bugie

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Bea era taciturna e imperturbabile mentre aspettava fuori dall'ufficio del preside,la bidella le aveva detto che doveva attendere qualche minuto perché c'era in corso una riunione importante.
Passó quasi un'ora ma Bea stranamente rimase calma.
Aveva altro in testa,si sentiva martellare il cervello per le troppe riflessioni ma non ne poteva fare a meno.
Si disse che sicuramente Anita avrebbe richiesto delle spiegazioni razionali,ma non poteva dirle tutta la veritá.
Doveva inventarsi qualcosa al più presto.
Mentre sprofondava nei suoi profondi "abissi" la bidella le disse che poteva entrare.
Bea impassibile attraversò la porta dell'ufficio e la chiuse,il preside le disse di accomodarsi sulla poltroncina color rosso rame.
<<Signorina Mastroianni che piacere rivederla,cosa la porta qui?>>
Il preside Bonucci provava per Bea molta simpatia e stima,era una studentessa modello e soprattutto una ragazza in gamba con la testa sulle spalle.
Bea ricambiava le stesse opinioni,era un uomo che sapeva svolgere alla perfezione il suo lavoro e amava aiutare i ragazzi nei momenti difficili,era molto affezionato ai suoi alunni.
Bea molte volte gli chiese dei consigli su molteplici situazioni e lui era sempre riuscito a cooperare.Tra di loro c'era quasi un rapporto tra padre e figlia,si volevano bene questo era garantito.
<<Ho picchiato una mia compagna di classe,è stata colpa mia.Ho reagito in modo sbagliato ma ormai non si può tornare indietro,quindi sono qui per prendermi le mie responsabilità>>
Bonucci la guardó accigliato
<<Se l'hai menata sono sicuro che c'è una spiegazione ammissibile,racconta per filo e per segno cosa è successo senza tralasciare niente.Ti conosco e so che per arrivare ad alzare le mani avrà detto o fatto qualcosa che ti avrà fatto perdere completamente le staffe>>
Bea rispedí la stessa testimonianza e il preside parve ancora più immusonito.
<<Dovrei crederti?Bea ti conosco come le mie tasche e tu non sei capace di fare questo.Avresti dato un pugno alla tua compagna solo perché ti ha detto che non le piaceva il tuo abbigliamento?Che assurdità sono?Non sei una persona manesca anzi tu odi le risse,preferisci usare le parole.Non me la bevo proprio,non sei stupida,solo le persone idiote potrebbero ribattere in questo modo.
Bea risoluta disse
<<Senta è andata esattamente così.Lei è libero di crederci o meno ma la concretezza dei fatti è questa>>
Il preside quasi risentito dal suo tono di voce così brusco le disse semplicemente di andarsene e ritornare in classe,se l'avesse rifatto un'altra volta allora avrebbe preso seri provvedimenti.
Bea annuí e lo guardó con occhi malinconici,senza accorgersene ma lo fece.
Si aspettava una reazione del genere ma ora doveva per forza ritornare in classe,avrebbe preferito una piccola punizione da scontare.
Iniziò a camminare a piccoli passi,voleva non arrivare mai o almeno molto più tardi,si sentiva il cuore in gola e l'ansia aumentare ad ogni mossa.
Dopo circa 15 minuti si ritrovò proprio davanti la porta della sua classe.
Ora non poteva più rimandare,bussó un po' impaurita e aprì la porta lentamente.
Tutti la fissarono come degli avvoltoi pronti a sbranare il loro bottino,soprattutto sentì gli occhi di Anita scrutare il suo viso,come se provasse a studiare ogni sua espressione facciale.
Anita era seduta sul posto di Barbara e Barbara non c'era,intuí che probabilmente se ne fosse andata.
Il professore era sempre quello della prima ora,le domandò cosa fosse successo e lei raccontò tutto.
Le disse di entrare,lei varcó la soglia e si sedette vicino ad Anita.
Anita la esaminava e Bea ricambió lo sguardo.
Bea notó nei suoi occhi un gran punto interrogativo che doveva essere svelato e Anita non riuscì a decifrare cosa dicessero i suoi di occhi.
Sembrava un misto tra paura e serenitá,una contraddizione.
Suonó la campanella della ricreazione e Bea sapeva che era arrivato il momento di chiarire.
Entrambe aspettarono che tutti uscissero fuori dalla classe,a quel punto Anita si accostó vicino al viso di Bea e Bea non le fece aprire bocca e partì diretta.
<<So che ti devo delle spiegazioni.Si è vero quello che ha detto Barbara,ovvero che sono lesbica.Tu sei la prima alla quale lo dico e ti scongiuro di tenerlo per te....ora vorrai sapere perché non ho voluto raccontare l'autenticità dell'episodio.
Ecco....sono innamorata di Barbara da sempre,non volevo che si cacciasse nei guai così ho preferito attribuirmi tutta la colpa.
Lei come hai potuto ben constatare non prova nulla per me,se non ribrezzo e quasi odio.
Penso che ormai abbia capito cosa provo per lei,è scontato e più volte gliel'ho dimostrato,e oggi per l'ennesima volta le ho dato ancora una certezza in più.>>
Anita in quel preciso attimo sentì una fitta atroce al petto come se le avessero infilzato una spada ben dritta al cuore.Voleva piangere ma scacció le lacrime,guardò Bea apprensiva come avrebbe fatto una vera amica e la abbracció,le uscì una lacrimuccia e con la mano sinistra si asciugó immediatamente il viso.
Anche quella microscopica speranza che riluceva nel suo cuore era andata in frantumi e dispersa ormai nel nulla.
Si sarebbe dovuta accontentare di una semplice amicizia.
Bea si sentì devastata,ma non sapeva cos'altro escogitare per non dirle tutta la verità.Era la scusante più affidabile che avesse trovato.
Disprezzava Barbara,le stava rovinando la vita da circa un anno,ma si sarebbe vendicata prima o poi.Non poteva trattarla così a vita e non glielo avrebbe permesso ancora a lungo.
Anita le disse che doveva uscire per prendere un po' d'aria fresca e Bea annuí sorridente,in realtà si chiuse a chiave dentro il bagno e si sfogò piangendo.
Non riusciva ad immaginarla solo come una ipotetica amica.
Provava delle sensazioni troppo forti per poter essere frenate.
Lei era innamorata di Barbara,doveva ficcarselo in testa e lei era una comune amica.
Bea intanto rimase sola in classe,era così triste e sconsolata.

L'amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora